venerdì 12 ottobre 2012
Nobel rosso
Non ho viaggiato moltissimo nella mia vita, mi sarebbe piaciuto farlo di più, ma una certa intima pigrizia e la cronica scarsità di risorse economiche mi hanno sempre trattenuto. E comunque ho ancora un sacco di tempo per rimediare. I due viaggi più importanti e distanti li ho fatti in Brasile e più recentemente in Cina, a Pechino. Ogni volta ho scelto di partire con un libro che potesse rappresentare un simbolo della letteratura del paese nel quale sarei stato. In Brasile mi portai "Il grande Sertao" di Joao Guimaraes Rosa, senza saperne nulla, nè del libro, nè dell'autore. Le prime cento pagine furono faticosissime, chiunque abbia letto Guimaraes Rosa lo sa, ma superate quelle si rivelò un libro meraviglioso, l'equivalente di un poema epico, moderno e sudamericano. Più o meno lo stesso mi è capitato in Cina questa estate, sono partito con "Sorgo Rosso" di Mo Yan, regalatomi da mia madre una ventina d'anni fa, mai toccato e rivelatosi uno dei libri più belli che abbia mai letto, un altro affresco epico che racconta in modo vivo e crudissimo eventi tragici di un popolo grande e disgraziato.
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