venerdì 29 agosto 2014

Suvvia, per un po' di imperialismo

Guardate che zar Vladimir non si sta mica inventando niente. La sua politica non è nient'altro che la prosecuzione di quella che i suoi predecessori prerivoluzionari (ma anche quelli rivoluzionari) hanno perseguito per secoli con l'intento di far sventolare la doppia aquila un po' dappertutto.
"Ovunque si innalzi la nostra bandiera non dovrà essere ammainata mai più" Con queste parole nella prima metà dell'ottocento lo zar Nicola aveva ammonito il figlio Alessandro II, fedele ad un principio che si perpetuava fin dal regno di Pietro il Grande. E così Alessandro II non doveva mica farsi troppi pensieri, e tutti i suoi ufficiali che prestavano servizio alle frontiere asiatiche del suo regno si potevano sentire liberi di fare più o meno quello che gli pareva. il modus operandi russo era all'incirca, prima innalzare l'aquila a due teste, e poi chiedere il permesso. Raramente i comandanti che adottavano questo sistema venivano sconfessati dal potere centrale. Così facendo, all'interno di quello che gli storici hanno poi chiamato "il grande gioco" i russi nell'ottocento si papparono un sacco di territori, roba che neanche a Risiko. Poi le cose sono andate come sono andate. Adesso il sistema è ancora quello, le truppe russe se ne vanno a passeggio in territorio ucraino? E che problema c'è, prima alza la bandiera e poi chiedi permesso