venerdì 29 giugno 2012

L'Italia che verrà


Mentre l'Italia del pallone ieri sera concludeva trionfalmente la sua storica partita io ero certo che la stampa oggi si sarebbe scatenata con titoli roboanti spesso centrati ad accostare il confronto calcistico con quello politico economico, e naturalmente è andata così. Esclusi i soliti titoli caratterizzati da stile ed eleganza di "Libero" e de "Il giornale", le metafore non sono certo mancate, era un po' nell'ordine delle cose. Così, se mi si permette, mi ci metterei anche io con le metafore, perchè ieri sera una cosa saltava agli occhi abbastanza chiaramente se si vuol fare del calcio una metafora dell'Italia tutta: L'Italia c'è, ce la può fare e ce la farà, ma non senza l'aiuto delle forze nuove di quegli uomini e donne che vengono da lontano e hanno scelto di costruirsi una vita qui lavorando, formando famiglie e facendo figli, di tutti i colori, che saranno gli italiani di domani a dai quali non si può prescindere, con buona pace di chi ancora non lo ha capito.

giovedì 28 giugno 2012

Poi fuori c'è il mondo reale


Tutti gli anni è la stessa storia, d'accordo, fa caldo e oggi in particolare il Sole ha picchiato veramente duro, io lo so, c'ero. Ma è estate e normalmente in estate fa caldo, a volte tanto, così come normalmente in inverno fa freddo e ugualmente, a volte, parecchio. Perchè tutte le volte ce la devono mettere giù così dura con le notizie sul clima? Stanno aumentando sempre di più la distanza fra noi e l'ambiente nel quale ci siamo evoluti. La meteorologia del pianeta si sta modificando molto velocemente negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici di cui in buona parte l'uomo è responsabile, questo è vero. Ma ciò non toglie che in estate abbia sempre fatto caldo mentre in inverno abbia sempre fatto freddo e se volete proprio saperlo, starsene ben chiusi al riparo dentro a case, uffici, centri commerciali e automobili ben riscaldati d'inverno e troppo condizionati e freddi d'estate, oltre a aumentare la sensazione percepita di temperature estreme all'aperto già resa drammatica dalle notizie dei media, contribuisce pure a quelle modifiche del clima a cui tutti vorremmo porre rimedio. Parlo a nome di quelle categorie di persone che (esistono ancora sappiatelo) fanno lavori all'aperto tutto l'anno, con ogni situazione climatica, questo è un appello: non credete a quello che vi dicono, fuori non è così terribile, ci si può ancora stare, come ci si è sempre stati in passato, basta organizzarsi e oltre tutto la cosa può anche aiutare l'economia. Mi rendo conto che la cosa è un po' un'utopia però mettetela così: lavorando all'aperto o in ambienti non condizionati con 30 gradi o intorno ai 10, quando tornerete a casa e la troverete intorno ai 25 d'estate o 15/18 d'inverno vi sembrerà naturalmente climatizzata e non avrete più bisogno di alzare il riscaldamento o acquistare condizionatori sempre più potenti, con grande beneficio per le vostre tasche e per il pianeta tutto.

mercoledì 27 giugno 2012

Cose da tenere a mente


Intanto sono passati trentadue anni e nessuno ha ancora escluso con certezza che si sia trattato di un attacco alieno.

lunedì 25 giugno 2012

sabato 23 giugno 2012

I see dead people

Il signore nella foto occupava assieme ad un'altra mezza dozzina di individui una tomba in muratura attaccata all'abside di una chiesa e vecchia di almeno cinquecento anni. Doveva essere stato l'ultimo inquilino della sepoltura, perchè era l'unico di cui si riconoscesse ancora lo scheletro composto al centro, mentre tutti gli altri erano stati poco cortesemente spostati ai lati per fargli posto. L'ambiente non era decisamente gradevole, piccolo, umido, non proprio profumato e oltretutto molte ossa erano coperte di calce segno che la morte degli individui non doveva essere stata causata dalla vecchiaia. Svuotare quella fossa non è stato esattamente il lavoro più piacevole della mia vita, ci ho impiegato tre giorni nei quali ho riempito tre o quattro casse di ossa di cui non era possibile neppure capire a chi appartenessero. Tre giorni in un ambiente, buio, piccolo, umido e pieno di gente morta male dovrebbero essere sufficienti per sentire "presenze particolari" e in effetti  ci si pensa pure parecchio: se dovete farvi vivi fatelo ora. Così, mentre la suggestione monta è pure possibile che uno percepisca sensazioni particolari come quella specie di scossa che ho provato prendendo fra le mani il teschio nella foto e che mi ha indotto a rimetterlo a posto e sognarmelo qualche notte dopo, solo un istante, dopo il quale l'operazione di svuotamento è ripresa e ho finito di riempire le mie casse di ossa senza altri inconvenienti. Io sono pure disposto a discutere di una qualche forma di energia che viene "lasciata" da un essere vivente al momento della sua dipartita, chiamatela anima, chiamatela spirito, fantasma o come vi pare, se ne può parlare seriamente, ma non come è stato apparecchiato dalla banda di cialtroni che conduce la trasmissione "Mistero" nel servizio di un paio di sere fa sul mistero del fantasma del monastero di Cairate, con corredo di rumori di cose che cadono e passi sempre nelle altre stanze e sensitive che all'improvviso si mettono a piagnucolare che è meglio per tutti uscire. Poi vabbè, se serve a far pubblicità a un bene culturale..

giovedì 21 giugno 2012

meglio che non tiri vento


La pianura Padana rappresentata da Ermanno Olmi ne “L'albero degli zoccoli” in fondo non è poi così lontana. Se uno passa giornate intere in giro per la campagna, e io le passo, riesce ancora a scorgere tracce del mondo antico; mi era capitato quando assistetti all'uccisione del maiale, mi è ricapitato un paio di giorni fa (con qualche fondamentale variante per la verità) con l'abbattimento di un albero nella reazione del suo proprietario.
L'archeologia preventiva consiste essenzialmente nel guardare ruspe, un po' come fanno gli umarell che osservano i lavori stradali, è un lavoro che può anche diventare noioso, spesso lo diventa, quasi sempre, se uno non si organizza bene, ma qualche volta da la possibilità di godersi spettacoli inconsueti, al limite del surreale come per esempio un ruspista campano e un contadino bresciano che discutono per ore, ognuno nella propria lingua, senza capirsi e dicendo sostanzialmente le stesse cose. Oppure quello offerto da una ruspa che entra in un campo di mais già alto due metri passando in un varco troppo stretto attraverso un filare di bellissimi gelsi che limitano un viale d'accesso ad una cascina e ne aggancia uno sradicandolo, un attimo prima che arrivi l'infuriatissimo (ex)proprietario del campo minacciando di chiamare la forza pubblica e invocando richieste di risarcimenti per i danni già subiti nel campo dove la ruspa era passata poco prima. La mia esperienza mi dice che raramente i carabinieri arrivano, di solito arriva prima un geometra o roba del genere che si occupa di arrivare a qualche tipo di accordo, e così è successo anche questa volta, quando alla fine delle solite interminabili discussioni lo scavatore è stato tolto dal campo in attesa di tempi migliori. Ma il gelso non è passato inosservato: quell'albero reciso che nel film di Olmi era stato causa della cacciata dalla cascina di un'intera famiglia in questo caso è costato ai preoccupatissimi operatori che seguivano il mezzo meccanico la sua risistemazione dove stava prima, pena una denuncia per l'abbattimento non autorizzato. Non sono proprio sicuro che l'albero abbia gradito la sistemazione, già non era messo bene, ma in pochi minuti con la ruspa è stata scavata una buca (più o meno dove stava prima, ma non proprio) l'albero è stato sollevato in un modo che non spiegherò perchè è contrario a tutte le norme di sicurezza sul lavoro del pianeta e piazzato nel buco. Successivamente intorno è stata fatta pulizia per nascondere le tracce dell'intervento e il posto è stato lasciato che pareva fosse passato l'uragano Katrina cinque minuti prima. Certe volte le interminabili giornate in campagna diventano proprio divertenti.

lunedì 18 giugno 2012

E se finisce 2 a 2?


Perchè Spagna e Croazia stasera non dovrebbero poter finire il loro incontro di calcio ai campionati europei per 2 a 2? Entrambe le squadre si trovano a 4 punti, con una vittoria possono arrivare prime nel girone e incontrare la seconda classificata di quello collegato (tecnicamente la meno forte, ma non è detto), logicamente a entrambe conviene vincere. Ma una partita di calcio dura parecchio e possono succedere un sacco di cose; mettiamo caso che una delle due squadre vada in vantaggio, l'altra naturalmente giocherà ancora più forte per pareggiare e mettiamo ancora caso gli riesca, a questo punto sulle ali dell'entusiasmo potrebbe pure andare in vantaggio e se ciò accadesse l'altra squadra starebbe a guardare? Si suppone di no. E allora all'arrembaggio per recuperare la partita che si era messa bene all'inizio, ed ecco premiato tanto sforzo con l'agognato pareggio. Ma ecco, l'arbitro fischia la fine dell'incontro. Et voilà, 2-2. Peccato, ma poco male, entrambe le squadre si qualificano senza però aver mancato di offrire un grande spettacolo di calcio al pubblico. E l'Italia?
Se Spagna o Croazia si dovessero trovare in svantaggio per 2 a 1 dovrebbero forse smettere di giocare e rinunciare alla possibilità di passare il turno perchè gli italiani poverini si lamentano da una settimana del “biscotto”? Che triste paese quello dove per ogni cosa, calcio compreso, sembra diventato sistematico ricorrere a furbizie, inganni e sotterfugi per ottenere dei risultati positivi, quello dove lo stesso sportivissimo capitano della nazionale dice che due feriti sono meglio di un morto. Perchè dovremmo lamentarci, perchè dovremmo pensare che, siccome certe cose sono normali da noi, le fanno anche gli altri? Con quale diritto teniamo praticamente in ostaggio due nazioni (nel senso di nazionali di calcio e mediaticamente parlando, naturalmente) mettendo condizioni sul risultato della loro partita? Il pareggio di Spagna e Croazia con qualsiasi punteggio è un risultato assolutamente possibile, l'Italia deve solo pensare a battere l'Irlanda (se gli riesce) e non preoccuparsi del resto, e se non passerà il turno sarà per via delle incapacità manifestate in precedenza e non per le presunte disonestà di altri.

giovedì 14 giugno 2012

Estiqaatsi!

Briatore ha annunciato che dall'anno prossimo potrebbe essere costretto a chiudere il "Billionaire"...

martedì 12 giugno 2012

La fabbrica dei sogni

Non c'è niente da dire, quelli della Pixar sono dei geniacci e la mostra per i 25 anni che da noi si è vista a Milano e poi a Mantova ne è la piena dimostrazione. L'esposizione dei bozzetti e dei modellini di ognuno dei film pluripremiati mostra come dietro alla tecnologia digitalizzata del prodotto finale la struttura sia ancora basata sulla forma d'arte più primitiva, il disegno su carta e l'uso del colore e il risultato è una gioia dei sensi.
In particolare sono fantastici i colour script, sostanzialmente la riduzione sintetica delle storie in bozzetti distribuiti su strisce molto vivaci dove i colori servono a mettere in moto i registri emozionali più vari; praticamente degli story boards basati solo sul colore che sono delle vere e proprie opere d'arte. E con questi colour script  è stata realizzata appositamente per la mostra  un'installazione dove all'interno di una stanza con uno schermo lungo una decina di metri gli spettatori sono accompagnati in un viaggio lungo tutti i film della Pixar in un trionfo di effetti sonori, colori e immagini che simulano efficacemente il 3D (dimostrnadone essenzialmente l'inutilità). Il tutto dura una decina di minuti, ma difficilmente si resiste alla tentazione di un secondo giro: il bambino che è in noi (che è in me) con cose così non vorrebbe mai scendere dalla giostra.

giovedì 7 giugno 2012

Invasione della Polonia


Le statistiche mi dicono che nell'ultima settimana la maggior parte della gente che è arrivata su questo blog lo ha fatto tramite la ricerca della frase di cui sopra. A questo punto, devo dire la verità, sono un po' preoccupato, cosa si sta preparando? Ci sono in giro un sacco di appassionati di storia come mai prima? E' uno dei possibili argomenti per i temi della maturità? Oppure qualche emulatore sta cercando spunti e idee? Guardate che a quelli che hanno invaso la Polonia alla fine non è mica andata bene.

mercoledì 6 giugno 2012

Se ne sono andati


"E cosa ci insegna, mi chiederete voi, il fatto di scrivere? Prima di tutto ci ricorda che siamo vivi, e che questo è un dono e un privilegio, e non un diritto. Dobbiamo guadagnarci la vita, una volta che ci è stata concessa. La vita chiede in cambio delle ricompense per averci concesso l'animazione. Quindi mentre la nostra arte non può come vorremmopotesse, liberarci dalle guerre, dalle privazioni, dall'invidia, dall'avidità, dalla vecchiaia o dalla morte, ci può rivitalizzare nel mezzo di tutto questo. Secondariamente vivere è sopravvivere. Ogni arte, ogni buon lavoro, naturalmente, lo è. Non scrivere, per molti di noi, equivale a morire. Dobbiamo armarci tutti i santi giorni, forse sapendo che la battaglia non può essere vinta del tutto, ma combattere dobbiamo, anche per poco. Il più piccolo sforzo per vincere significa, alla fine di ogni giorno, una specie di vittoria. Ricordate il pianista che disse che se non si fosse esercitato per un giorno se ne sarebbe accorto lui, se non l'avesse fatto per due giorni se ne sarebbero accorti i critici, dopo tre giorni, gli spettatori. Questo è vero in parte per gli scrittori. Non che il vostro stile, qualsiasi esso sia, si dissolva nel giro di pochi giorni. Ma quello che succederebbe è che il mondo vi raggiungerebbe e proverebbe a disgustarvi. Se voi non scriveste tutti i giorni, i veleni si accumulerebbero, e voi comincereste a morire, o a fare pazzie, o entrambe le cose."
RAY BRADBURY 1920-2012

Sarebbe quella macchietta in alto a destra

Sono pessimo. La sveglia era stata messa all'ora giusta, ma sapete come succede, uno la spegne si gira e se la dimentica. E quando riapri gli occhi improvvisamente è troppo tardi, fai tutto di corsa in apnea, corri fuori, cerchi disperatamente un posto dove il sole si veda, che a quell'ora mica è facile: ci sono case, alberi, montagne. E quando ci arrivi e prendi la macchina fotografica lei è lì e ti sta dicendo ciao ciao, addio. Peccato.

martedì 5 giugno 2012

Stregati da Venere


Questa foto l'ho fatta otto anni, fa, durante l'ultimo transito di Venere sul Sole, con la mia vecchia fedele reflex che ora langue da qualche parte in un armadio, la scattai usando un filtro di fortuna fatto con della carta stagnola. Domattina ci riproverò confidando nel bel tempo. Non dovesse andarmi bene mi considererò comunque un uomo fortunato per aver visto almeno un transito nella mia vita, senz'altro molto più fortunato di quanto lo fu l'astronomo francese Guillaume Le Gentil. Nel 1761 molti astronomi si sparpagliarono per il mondo in modo da registrare da vari punti la posizione di Venere sul disco solare per poi con un sistema di calcolo basato sulla triangolazione stabilire con esattezza la distanza della Terra dal Sole. Le Gentil scelse di osservare il transito da Pondicherry, una colonia francese in India. Per sua sfortuna mentre era in viaggio scoppiò tanto per cambiare una guerra fra Inghilterra e Francia che gli rese impossibile raggiungere la sua meta, occupata dagli inglesi. Al momento del transito Le Gentil era in navigazione verso le Mauritius e dalla nave in movimento non riuscì a combinare nulla. Ora, capita per l'appunto che la frequenza dei passaggi di Venere sul disco solare sia piuttosto regolare: ne fa due a distanza di otto anni e poi li ripete dopo più di un secolo. Le Gentil era uomo pratico, così scelse di aspettare otto anni nella zona in attesa del passaggio successivo dedicandosi ad altre attività come la redazione di una mappa delle coste del Madagascar. Nel 1769 decise di osservare il passaggio dalle Filippine ma le autorità spagnole non glielo permisero, così tornò a Pondicherry che nel frattempo era ritornata francese, si costruì un oservatorio e attese l'agognato momento. Il giorno tanto atteso fu nuvoloso e non fu possibile vedere niente. Va da sè che Guillaume ci rimise quasi il senno, ma si riprese e tornò in Francia dove nel frattempo era stato dichiarato morto, sua moglie si era risposata, la sua eredità divisa e la sua cattedra accademica andata ad un altro. Chiunque si sarebbe buttato nella Senna, io l'avrei fatto, ma il tenace Le Gentil grazie all'aiuto del re ebbe una nuova cattedra e pare che si risposò anche, dedicando gli ultimi anni della sua vita a scrivere un'imponente opera di memorie. E poi dicono che l'astronomo è un mestiere noioso

venerdì 1 giugno 2012

Poi più niente per un po'.

Prima che se ne impadroniscano i premonitori di catastrofi, se non l'hanno già fatto, capiterà il 6 di questo mese: se vi procurerete una protezione adeguata per gli occhi e vi sveglierete molto presto, potrete vedere un puntino nero che passa sul Sole. E' Venere, è assolutamente normale e spiega un sacco di cose su come funziona il Sistema Solare. Se anche i Maya lo avevano previsto è perchè avevano degli ottimi astronomi che passavano un sacco di tempo ad osservare il cielo, cosa che noi non facciamo più. Non porterà sciagure come conseguenza e vale la pena guardarlo (se ci sarà sereno) anche soltanto per il fatto che ricapiterà solo nel 2117 e nessuno di noi sarà qui a vederlo di nuovo.