venerdì 31 luglio 2009

No man's land

Le parole che seguono non sono mie, sono della scrittrice russa Nina Berberova, tratte dal romanzo “il giunco mormorante, edito da Adelphi. Il fatto è che raramente ho trovato parole che meglio si adattassero a quello che penso io, perciò:

“...Fin dai primi anni della mia giovinezza pensavo che ognuno di noi ha la propria no man's land, in cui è totale padrone di se stesso. C'è una vita a tutti visibile e ce n'è un'altra che appartiene solo a noi, di cui nessuno sa nulla. Ciò non significa affatto che, dal punto di vista dell'etica, una sia morale e l'altra immorale, o, dal punto di vista della polizia, l'una lecita e l'altra illecita. Semplicemente l'uomo di tanto in tanto sfugge a qualsiasi controllo, vive nella libertà e nel mistero, da solo o in compagnia di qualcuno, anche soltanto un'ora al giorno, o una sera alla settimana, o un giorno al mese; vive di questa sua vita libera e segreta da una sera ( o da un giorno) all'altra e queste ore hanno una loro continuità.Queste ore possono aggiungere qualcosa alla vita visibile dell'uomo oppure avere un loro significato del tutto autonomo; possono essere felicità, necessità, abitudine, ma sono comunque sempre indispensabili per raddrizzare la “linea generale” dell'esistenza. Se un uomo non usufruisce di questo suo diritto o ne viene privato da circostanze esterne, un bel giorno scoprirà con stupore che nella vita non s'è mai incontrato con se stesso e c'è qualcosa di malinconico in questo pensiero. Mi fanno pena le persone che sono sole unicamente nella stanza da bagno e in nessun altro tempo e luogo. L'inquisizione oppure lo stato totalitario, sia detto per inciso, non possono assolutamente tollerare questa seconda vita che sfugge a qualunque tipo di controllo e sanno quello che fanno quando organizzano la vita dell'uomo impedendogli ogni solitudine, eccetto quella della stanzada bagno. Nelle caserme e nelle prigioni, del resto, spesso non c'è neanche questa solitudine.In questa no man's land, dove l'uomo vive nella libertà e nel mistero, possono accadere strane cose, si possono incontrare altri esseri simili, si può leggere e capire un libro con particolare intensità, o ascoltare musica in modo anch'esso inconsueto, oppure nel silenzio e nella solitudine può nascere il pensiero che in seguito ti cambierà la vita, che porterà alla rovina o alla salvezza. Forse in questa no man's land gli uomini piangono o bevono, o ricordano cose che nessuno conosce, o osservano i propri piedi scalzi, o provano una nuova scriminatura sulla testa calva, oppure sfogliano una rivista illustrata con immagini di belle donne seminude e muscolosi lottatori, non lo so e non lo voglio sapere. Da bambini e persino da giovani (come probabilmente anche da vecchi) non sempre avvertiamo il bisogno di quest'altra vita. Ma non bisogna credere che quest'altra vita, questa no man's land, sia la festa e tutto il resto i giorni feriali. Non per questa via passa la distinzione: solo per quella del mistero assoluto e della libertà assoluta...”



mercoledì 29 luglio 2009

L'oppio dei popoli

Il mio amico Trivigante (http://www.trivigante.it/public/tregenda/?p=2479) dice che scrivere sui muri è un'arte, sono perfettamente d'accordo, peccato che la gran parte di coloro che lo fanno non siano artisti. Ma ci sono alcuni posti dove la creatività raggiunge vette eccelse. Livorno è una città sui cui muri si può leggere una gran varietà di frasi spesso non banali, molto spesso anche a sfondo calcistico. Questa nella foto mi è molto piaciuta: da bresciano perchè Zambrella è un giocatore della mia squadra cittadina e ne condivido la rima e poi perchè esprime in modo molto sfumato il viscerale sentimento anti pisano dei livornesi. Il riferimento infatti è al gol con il quale all'ultimissimo minuto dell'ultimissima partita di campionato il Brescia ha condannato il Pisa alla retrocessione. Peccato che poi i livornesi ci abbiano ringraziati facendoci a polpette nei play off.



lunedì 27 luglio 2009

Guardare bene sotto al tappeto

Una decina di giorni fa, in Corsica, un ragazzo che abita vicino a Bastia mi parlava di una mareggiata che all'inizio di luglio ha portato sulle coste di cap Corse, (il ditone per capirci) rivolte verso l'Italia, un'eccezionale quantità di sporcizia e rifiuti che ha reso impossibile per giorni la balneazione in un mare solitamente molto pulito (ma molto). La cosa particolare, al di là del fatto che i Corsi a questo genere di cose non sono abituati, è che pare che chi ha visto questi rifiuti abbia notato che si trattava per lo più di materiale con etichette italiane. La vox populi locale vuole che si tratti di rifiuti provenienti da Napoli. Io mentre ascoltavo il racconto un po' annuivo scandalizzato, pensando vergognosamente agli zozzoni che siamo o all'ennesima figuraccia internazionale e un po' pensavo a questi francesi sempre pronti a darci addosso; ma due cose mi hanno fatto pensare: la prima è che il mio interlocutore era corso e non francese e ci passa tutta la differenza del mondo. La seconda che una volta a casa, guardando sul sito di un quotidiano corso, ho effettivamente trovato un articolo che parlava della vicenda citando fra le varie ipotesi anche quella napoletana (http://www.corsematin.com/ta/pollution/200023/bastia-les-plages-de-la-region-bastiaise-touchees-par-une-pollution ). Curiosamente negli stessi giorni alcuni organi di stampa nostri parlavano di “miracolo” del governo nel risolvere il problema della spazzatura, assocciandolo al “miracolo” dell'ottima riuscita del G8. Nessuno ha parlato dell'episodio corso, ma si sa, quello è un altro paese e quest'anno le nostre spiagge sono eccezionalmente pulite.



venerdì 24 luglio 2009

Il presidente tombarolo

Tombe fenicie a villa Certosa? Già pronto il lodo Bondi: le quattro più alte cariche dello stato saranno esentate dal dover denunciare scoperte archeologiche nelle loro tenute in Sardegna.

mercoledì 22 luglio 2009

L'ombra che ritorna


L'11 agosto 1999 con alcuni amici andai a Monaco per cercare di vedere l'eclisse totale di Sole. L'occasione era imperdibile, un'eclissi totale praticamente dietro casa capita raramente in una vita. Da noi sarebbe stata visibile per meno dell'80%, così caricammo telescopi, filtri e macchine fotografiche in auto e partimmo. Purtroppo non fummo fortunati, il cielo era parecchio nuvoloso e il vento muoveva veloci le nuvole, girammo parecchio alla ricerca di un posto adatto senza trovarlo e alla fine, in prossimità della totalità ci piazzammo in un campo, montammo gli strumenti e cominciammo ad osservare. Ci andò bene quasi fino alla fine poi le nuvole coprirono il sole senza lasciarci speranza. Sconsolato mi stesi nel prato e attesi il fatidico momento. Quando arrivò fu stupefacente: pur senza poter vedere il sole il buio arrivò all'improvviso, come se qualcuno avesse improvvisamente spento la luce, niente è paragonabile a questo, io mi sentii come strappare da terra, in lontananza fu un concerto di animali e allarmi e i lampioni nei dintorni si accesero.
La velocità dell'arrivo del buio coglie la mente impreparata, il cervello non trova nei cataloghi della memoria nessuna risorsa per far fronte ad un evento del genere, la sensazione è quasi di malessere, estremamente fisica e ci riporta ad esperienze primitive, quando l'uomo subiva le forze della natura senza potersele spiegare. E nonostante io fossi perfettamente preparato in teoria ad affrontare un fenomeno simile fu come se per un momento il mio cervello si resettasse. Tutto questo indotto da un'ombra, la più grande delle ombre possibili, quella della luna. Le ombre sono cose strane, ci accompagnano per tutta la vita, sono dovunque e non ci facciamo mai troppo caso se non in momenti particolari; appartengono sia al mondo fisico che a quello psichico. Dell'ombra, del suo mistero e del suo rapporto con l'uomo parla molto bene in un libro pubblicato da Laterza, Roberto Casati: “La scoperta dell'ombra”. L'eclisse di sole invece si ripete oggi, purtroppo molto lontana da noi. Io spero di poterne rivedere una prima o poi e consiglio di farlo a tutti, è un fenomeno che ci riporta ad un momento della nostra evoluzione nel quale ci si rende conto che in fondo siamo una parte modesta di qualcosa di molto, molto grande.

lunedì 20 luglio 2009

21 luglio 1969

Questi sono giorni importanti, si ricorda un anniversario epocale, un evento destinato a lasciare il segno nella storia dell'uomo e come sempre in questi casi si scatenano gli sciacalli: teorici del complotto e compagnia bella. Non dategli retta. La notte fra il 20 e il 21 luglio del 1969 l'uomo c'è arrivato davvero sulla Luna, io lo so bene, lo so perchè c'ero.
C'ero e ancora non mi do pace, possibile, mi chiedo sempre, che con miliardi di mondi che esistono nella galassia dovesse capitare proprio a me un concatenarsi di eventi così assurdi?
Ma è meglio che proceda con ordine, per dare a chi legge una visione più chiara della situazione, il fatto è che neppure io dopo tutti questi anni, me ne rendo ancora conto.
Dunque, in quel periodo mi trovavo sul satellite della Terra, la Luna, intenzionato a passarci delle sacrosante vacanze dopo un vittoriosa campagna contro i qwryony. Mi rendo conto che possa sembrare strano che uno si scelga un posto come la Luna per una vacanza, ma me l'ero passata proprio brutta in quello scontro presso le lune di Algol e avevo bisogno di tranquillità e solitudine. Per farla breve, la Luna era un posto ideale e mi ero organizzato anche benino: avevo liberato sul pianeta una mezza dozzina di Snarg per dargli la caccia e avevo appena abbattuto l’ultimo quando accadde l’impensabile: il segnalatore di rottami vaganti nello spazio si mise improvvisamente a suonare, un ammasso informe di ferraglia era in orbita attorno alla luna e aveva un’orbita discendente, stava allunando. Per tutti i soli di Grondurian, quella cosa volava. Esaminando gli strumenti mi resi conto che l’oggetto era un obsoleto e ridicolo veicolo spaziale e all’interno conteneva due forme di vita; era pazzesco, come potevano esseri presumibilmente dotati di un briciolo di intelligenza volare su aggeggi del genere? Ma l’evidenza dei fatti provava che era proprio così.
I due occupanti erano terraioli, un terzo orbitava su un altro veicolo attorno al satellite, si trattava gli esseri “intelligenti”che vivevano sul terzo pianeta del sistema, la Terra appunto. Ero informato della loro esistenza ma non pensavo possedessero la tecnologia per lasciare il loro pianeta.
Le consegne erano chiare: trattandosi di una specie primitiva e fondamentalmente deficiente era, ed è tuttora, assolutamente proibito prendere contatto con essa e soprattutto rendere nota la propria presenza. Questa è, a dire il vero, una consegna assai poco rispettata; bisogna infatti sapere che buona parte della loro tecnologia i terraioli la devono all’aiuto di fuorilegge che sulla terra hanno trovato rifugio, trattandosi di un pianeta extragiurisdizionale per la giustizia galattica. Almeno fino a quando non si spingeranno fuori del loro sistema e avranno i primi contatti con lo spazio esterno.
Ma torniamo alla mia storia, io sono sempre stato molto rispettoso della legge e, soprattutto, ho sempre odiato trovarmi sullo stesso pianeta con forme di vita orribili e primitive, così mi avviai correndo con tutti i miei pseudopodi verso la mia nave, orgoglio della flotta galattica e mio personale. Dovevo fare in fretta, in breve sarebbero arrivati i terraioli, così non badai troppo alle procedure di sicurezza in caso di decollo d’emergenza. Nei miei dodicimila anni di vita fu l’errore più grosso che feci. Se avessi dato un’occhiata agli strumenti mi sarei certo accorto che sulla mia rotta si trovava una piccola tempesta di micrometeoriti; incrociarne una è un fatto talmente improbabile che da molti è ritenuto addirittura impossibile, ma quando si nasce con le lune di Laguna 1 in Beta Orionis sono cose che possono anche succedere. I micrometeoriti passarono attraverso lo scafo della mia nave come se si fosse trattato di una volgarissima lega di titanio-berillio, risparmiarono la cellula di sopravvivenza, ma il resto della nave non fu altrettanto fortunato. Motore e timone direzionale furono praticamente distrutti e così cominciai inesorabilmente a cadere entro un orbita che mi avrebbe portato dritto dritto sulla Terra, Cercai di lanciare un segnale di emergenza ma le comunicazioni erano andate. Sganciai la capsula di emergenza e atterrai dolcemente sul pianeta. Dovetti pensare ad una soluzione rapidamente, prima che qualcuno potesse individuarmi e scoprirmi; alla fine realizzai che l’unica possibilità era di introdurmi in un essere della specie umana, come ospite, per passare inosservato. Ancora oggi, quando penso a questa decisione rabbrividisco, ma era la mia unica possibilità.
Decisi che avrei utilizzato il corpo di un nuovo nato e riuscii ad occuparne uno venuto al mondo la sera del 21 luglio, fu abbastanza semplice, erano ancora tutti distratti dal grande evento. Il corpo sarebbe durato qualche anno e avrei avuto la possibilità di modificarlo a mio piacere e intanto avrei potuto pensare con calma a qualche altra soluzione. Ora sono quarant'anni che mi trovo in questo involucro e comincio ad esserne stanco, non mi ci sono ancora abituato, gli esseri umani sono davvero brutti, il pianeta sarebbe anche carino, oddio, non tutto, ma loro lo stanno distruggendo e poi sono davvero troppi e incapaci di gestirne le risorse e sarà sempre peggio. Sono così stupidi che sprecano un sacco di denaro e risorse a cercare di prevaricare l'uno sull'altro, dai singoli individui alle intere nazioni, non hanno ancora trovato il sistema di viaggiare nello spazio interstellare, pensare che ce l’hanno sotto il naso.
La mia speranza è che un giorno qualcuno mi trovi quaggiù e mi riporti a casa, darei la mia collezione di fossili di Sirio. Ad ogni modo il mio timore principale è sempre quello di essere scoperto. Capita tutte le volte che sento qualcuno dire che vengo dalla Luna o che sono un lunatico….che sospettino qualcosa?

lunedì 13 luglio 2009

Controllo terra? non so bene cosa ho visto, ma c'è qualcosa che dovreste sapere...


La notte del 20 luglio 1969, alle 22:07 ora italiana, il modulo lunare aquila appoggiò le sue sgraziate zampette sulla superficie della Luna. Poche ore più tardi, nel cuore della notte, Neil Armstrong pose il primo piede di un uomo al di fuori della terra, pronunciando la famosa frase: “E' un piccolo passo per un uomo, ma un passo gigantesco per l'umanità”. In Italia era già il 21 luglio; alcune ore dopo nascevo io, cosa che mi rende particolarmente legato all'evento e piuttosto suscettibile quando sento storie come quelle che fioccano in questo periodo sul complotto che avrebbe inventato di sana pianta tutta la spedizione o quando leggo idiozie come quella riportata sul corriere della sera (http://archiviostorico.corriere.it/2009/luglio/07/quegli_astronauti_non_siamo_noi_co_9_090707091.shtml), dove la giornalista presente alcuni giorni fa all'incontro romano con Edwin “Buzz” Aldrin (il secondo uomo sulla Luna) si è dimostrata quanto meno incompetente parlandone come l'ultimo sopravvissuto dell'equipaggio originale, quando in realtà tutti e tre sono vivi e vegeti (Se scrivi di una cosa così almeno documentati incapace!). Ma a parte complottisti e ignoranti in questo periodo qualcuno ha anche pensato iniziative interessanti: la rivista inglese New Scientist per esempio aveva indetto nei giorni passati un concorso per premiare la “prima frase pronunciata sulla Luna più originale”. Purtroppo il termine per consegnare la frase è scaduto, però mi è parsa un'idea carina e così ho pensato di riproporre l'idea qui per chi leggerà queste righe. Lo considererò il mio regalo di compleanno.


venerdì 10 luglio 2009

Fantasmi contro alieni

Pochi giorni dopo la morte di Michael Jackson, durante una diretta del popolare programma di Larry King collegato con il ranch di Neverland, in un'inquadratura si vide passare un'ombra dalla forma umana in un corridoio: un fantasma? Un trucco? La notizia fece scalpore e anche in Italia i telegiornali ne parlarono. Io per la verità avevo pensato subito ad un'invenzione creata ad arte per alimentare il mito e la leggenda del cantante: già vedevo code chilometriche di fans disposti a spendere un sacco di soldi per visitare la casa del loro idolo con la speranza di incrociarne lo spirito. In realtà oggi l'arcano è stato svelato, si trattava semplicemente dell'ombra di un tecnico della troupe televisiva generata da potenti luci e riflessa in qualche modo. Nessun mistero, peccato, i giornalisti hanno fatto il loro mestiere e scovato la verità. Non ho notato se la stampa italiana se ne sia accorta, magari sì, ma spesso da noi si danno notizie false e poi non si rettifica. La settimana scorsa una delle televisioni di proprietà del presidente del consiglio ha trasmesso in prima serata un programma condotto da un noto cantante nel quale per diversi minuti una povera donna farneticava di rapimenti alieni, gravidanze, figli ibridi e aborti, ventilando fra l'altro una prossima invasione (un paio d'anni, vi dice niente?) senza che nessuno contestasse o quantomeno commentasse il suo racconto. Come prova della sua vicenda portava foto, video, un certificato medico e le foto di un presunto feto abortito che gli alieni le avrebbero lasciato, per la verità molto somigliante ad un coniglio o ad uno scoiattolo. La notizia naturalmente ha suscitato un po' di scalpore, come è giusto in effetti, così questa settimana la trasmissione ha riaffrontato l'argomento in presenza di un esperto. Per fortuna, ho pensato io, così si fa un po' di chiarezza su una serie di frottole senza senso; ma l'esperto, ufologo e “giornalista”, insieme al conduttore commentava nuove immagini piuttosto raccapriccianti di una specie di autopsia del “feto” fatta in casa, confermando di fatto il racconto della donna e concludeva dando istruzioni su come comportarsi nel caso vi troviate un alieno in casa. Roba da mettere in imbarazzo perfino l'ineffabile Giacobbo. Tutta questa vicenda mi fa pensare che anche in questo caso forse si può fare un confronto fra due paesi: uno, gli Stati Uniti, dove dopo l'elezione di un presidente che non prende decisioni dopo aver parlato con Dio sembra imporsi la concretezza della realtà nell'affrontare i problemi; l'altro, il nostro, dove il motivo conduttore continua ad essere l'illusione, la fuffa, il fumo, una realtà fantastica buttata lì senza nessun contraddittorio ma pericolosamente in grado di formare le coscienze.


giovedì 9 luglio 2009

Ai confini della realtà X

-Pronto?

-Hai visto?

-Ma cos....

-E' fantastico, straordinario, un successo strepitoso.

-Aspetta un moment....

-E ho fatto tutto come mi hai detto tu, ti devo ringraziare..Certo non è stato facile..

-Ma di che parli?

-Niente barzellette, niente battute con le signore, niente telefono. Profilo basso e aplomb istituzionale. Era da un po' che non mi sentivo così.

-Guarda che non è ancora finita.

-Ma il più è fatto, hai letto i giornali? Straordinario. La tempesta è passata.

-Non correre, domani andranno via tutti e sarai di nuovo solo.

-Machissenefrega.

-I problemi non sono risolti, dovrai rispondere di certe cos....

-Certo, vedrai che nessuno ne parlera più.

-Non è così semplice.

-Sì vabbè, senti, devo andare, gli ospiti mi esigono. Ti richiamo, ciao.

-Sì, ciao.

mercoledì 8 luglio 2009

Le leggi fondamentali della stupidità umana


Prima Legge
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli individui stupidi in circolazione
Seconda Legge
La probabilità che una certa persona sia stupida é indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona, spesso ha l'aspetto innocuo/ingenuo e ciò fa abbassare la guardia.
Terza Legge
Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Quarta Legge
Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide.
Quinta Legge
La persona stupida é il tipo di persona più pericolosa che esista.

Carlo M. Cipolla, Professore Emerito di storia Economica a Berkeley

martedì 7 luglio 2009

Deus vult!


Io mi sbaglierò pure, ma secondo me non lo ha mica scelto per caso uno con quel nome per fare il segretario della CEI.

lunedì 6 luglio 2009

Contrordine camerati


Parlando di una delle mie associazioni preferite (www.guardianazionaleitaliana.org), di cui da tempo seguo rapito le evoluzioni di stile nell'abbigliamento, il vicesindaco di Milano De Corato aveva definito a giugno, dopo la presentazione pubblica dell'associazione, «aberrante» l' iniziativa. «Queste ronde di partito - diceva De Corato - sono una cosa molto diversa dalle associazioni sane che operano per la sicurezza». L'associazione “sana” a cui si riferiva il vice della Moratti si chiama “Blue Berets”, è presente in molti paesi e se ne è parlato parecchio una decina di giorni fa quando alcuni volontari in divisa regolamentare blu ed in compagnia dello stesso De Corato avevano iniziato un servizio di pattugliamento disarmato nei vagoni della metropolitana, naturalmente per garantire sicurezza agli insicuri e spaventati utenti del mezzo. Per il servizio, vinto con regolare gara d'appalto e con la benedizione della prefettura, l'associazione si mette in saccoccia 220mila (!) euro presi dal bilancio ATM. Oggi si è scoperto che Vincenzo Scavo, presidente dei Blue Berets, è il tesserato numero 090203 del partito Destra nazionale Msi, la stessa formazione politica che organizza le "ronde nere" di cui sopra. Con un certo imbarazzo e motivando con altri argomenti il comune di Milano ha sospeso le attività dei blue berets «in attesa di sapere se rispetti o meno le condizioni di legge». Io non so come la pensiate, quello che so è che pensare alle strade della mia città percorse da squadracce in divisa, libere di interpretare a loro piacimento le recenti disposizioni in materia di sicurezza, mi inquieta un pochino. Roba così non si vedeva neppure in Sud America qualche anno fa: poliziotti brutti e cattivi magari sì, militari per le strade pure; ma roba così girava solo in Europa ai tempi dei tizi nella foto.

Red (hot) zone


domenica 5 luglio 2009

E montagne quante ne vuoi



Oggi osservavo le dolomiti dalla privilegiata postazione mobile d' osservazione offerta dalla mia moto; lo spettacolo messo in mostra dalle montagne è sempre qualcosa di maestoso: cattedrali, monumenti della natura di fronte alle quali l'uomo ha sempre subito un'attrazione irresistibile e un desiderio di conquista mosso forse da quel senso di inferiorità nei confronti della natura stessa che lo spinge a tentare di dominarla in tutti i modi. Ma la montagna non si lascia dominare così facilmente: spesso esige un duro conto e così diventa luogo rivestito di mito e mistero e svela l'uomo nella sua grandezza ma anche nella sua meschinità. Compagnoni e Lacedelli mentirono probabilmente e senza averne bisogno, raccontando di aver finito l'ossigeno duecento metri prima della conquista del K2. Maestri forse mentì anche lui sostenendo di aver raggiunto la cima del Cerro Torre in Patagonia nel 1959 col suo compagno Toni Egger, che però morì durante l'impresa senza poterne confermare il successo. E Mallory e Irvine, conquistarono l'Everest 29 anni prima di Hillary ? Le prove non ci sono, ma qualcuno ne è convinto.
Anche le nostre dolomiti nascondono un mistero mai davvero svelato e su cui ancora oggi si dibatte piuttosto vivacemente.
Nel 1925 l'alpinista vicentino Severino Casara affermò di aver scalato senza chiodi e corde la parete nord del Campanile di Val Montanaia nelle dolomiti friulane. Nel 1931 l'allora fascistissimo Club Alpino Italiano lo stroncò e lo mise alla berlina perchè gli alpinisti bellunesi capeggiati da Attilio Tissi (in seguito eroico partigiano e senatore del PSI) sostennero che tale impresa era assolutamente impossibile, così Casara finì dimenticato e morì nel 1979 senza che mai si fosse fatta luce sulla vicenda. Nel mondo dell'alpinismo la storia della scalata di Casara è dibattuta; giovane, entusiasta e noto alpinista, forse la vera causa della sua disgrazia, nella fascista e machissima Italia del ventennio fu un sospetto di omosessualità.

venerdì 3 luglio 2009

Occhio!


Da oggi, tutti in un botto solo, seicentomila (600000) delinquenti nuovi nuovi per le nostre strade.

giovedì 2 luglio 2009

Si può osare di più


Ha detto che sosterrà Franceschini. Mah, vedremo. Il rischio di veder sfumare un'altra risorsa per la sinistra è grande, un vero cambiamento molto al di là da venire e dall'altra parte hanno già cominciato ad operare per affondarla. In bocca al lupo.

mercoledì 1 luglio 2009

Leggende metropolitane che forse non lo erano



Su internet gira una leggenda: pare che un americano su dieci pensi che Giovanna d'Arco sia la moglie di Noè. La cosa assume più senso se si pensa che in inglese il nome suona Joan of arc e arca di Noè si dice Noah's Ark. Se state sogghignando e pensando a quanto sono ignoranti gli americani potete pure levarvi il sorriso dalla faccia, non che una grande percentuale di americani non siano davvero ignoranti, però se viveste in un paesino in Tennessee pure voi forse sareste convinti che la terra è piatta e l'uomo deriva direttamente da Adamo ed Eva. Il punto è che queste storie che ci raccontiamo con un certo senso di superiorità intellettuale in Europa non valgono alla prova dei fatti. In tutte le scuole del mondo si insegna di preferenza la storia e la letteratura del paese di appartenenza e poco di quella straniera, tutto il resto si apprende per lo più dalla televisione. Il ministero della cultura francese nel 2008 ha condotto un'indagine per stabilire quanto francesi, italiani e tedeschi conoscono la cultura gli uni degli altri, risultato desolante. Il 72% dei francesi e il 70% degli italiani non conosce un importante uomo di stato tedesco di prima del '900, più o meno uguali le cifre di tedeschi e francesi su italiani importanti, neppure Garibaldi. Il 32% dei tedeschi e il 40% degli italiani non ricorda figure storiche francesi, neanche Giovanna d'Arco. L'Italiano non vivente più conosciuto è Pavarotti. Le statistiche sono tutte deprimenti e dicono sostanzialmente una cosa: è inutile che giochiamo a fare l'Europa unita se continuiamo a costruire nuove generazioni informate solo (e male) sui fatti di casa nostra, se davvero in futuro si vorrà costruire una casa comune degli europei e mettere un freno al formarsi di forze chiuse e reazionarie la strada è ancora tutta da costruire.