lunedì 30 aprile 2012

Garabaldafafarata.it

Il prode tenente garabaldano Augusto Elia, in tour celebrativo lungo l'Italia liberata, si fa ritrarre sotto la statua dell'eroe dei due mondi e Generale nostro nel ridente borgo di Todi. A perenne memoria dell'impresa che fece la Nazione.

giovedì 26 aprile 2012

La parte giusta

Oggi è quel giorno dell'anno nel quale è importante e necessario ribadire il semplice concetto che se l'Italia oggi è un paese nel quale una costituzione democratica garantisce ai suoi abitanti la libertà di cui poi loro fanno l'uso che fanno,  lo deve a migliaia di giovani italiani che quasi settanta anni fa fecero una scelta precisa: quella di essere disposti a morire per non lasciare il paese in mano ad una dittatura che era l'unico governo che loro avevano mai conosciuto nella vita. E per liberare l'Italia da quella dittatura dovettero combattere contro nemici stranieri ma soprattutto contro i loro coetanei italiani che invece scelsero che valeva la pena morire per difenderla, la stessa dittatura. Questo sia chiaro. Tutti i discorsi sul valore dei morti sono vana retorica, la cosa che conta è la scelta del campo in cui schierarsi. Detto questo, le guerre sono combattute da uomini e gli uomini sono fallibili, imperfetti e incapaci di avere un corretto punto di vista delle cose, specie se queste cose sono molto grandi e succedono loro intorno. Il giudizio e l'analisi degli eventi, anche minori, è materia per gli storici. La sintesi dei fatti in termini di massimi sistemi ci dice che in Italia dal 1943 al 1945 si fronteggiarono due schieramenti (minoritari, la maggior parte degli italiani non prese posizione), uno dei due vinse e oggi giustamente viene festeggiato. Se poi andiamo a guardare i fatti nei particolari troveremo bassezze e ingiustizie anche nei comportamenti degli uomini che combatterono dalla parte giusta, questo è inevitabile, l'importante è non dimenticare neppure questo e mantenere viva pure la memoria di ragazzi come Mario Simonazzi, il Comandante Azor, venticinquenne reggiano di Albinea, di formazione cattolica. Il comandante Azor fu ucciso nel 1945, probabilmente da altri partigiani appartenenti a gruppi di ispirazione marxista, a causa delle sue idee tese ad evitare l'eccessiva politicizzazione e gli inutili spargimenti di sangue durante le incursioni. Gli avvenimenti della guerra di liberazione causano divisioni ancora oggi e certamente ancora ne causeranno in futuro, sempre però semplificando e relativizzando al presente fatti molto complessi di cui via via si va perdendo memoria ogni anno tristemente sempre di più. Anche per questo è importante mantenere viva la festa del 25 aprile nel segno non solo della semplice memoria fine a se stessa, ma anche del ricordo degli eventi, anche piccoli, visti da tutti i lati, eventi che hanno segnato nel bene e nel male il Natale di questo paese come è oggi.

martedì 24 aprile 2012

Pensare prima di parlare non è un'opzione

Questo lo riprendo pari pari dal blog di Luca Sofri, che spero non me ne vorrà, perchè mi fa impazzire:

«Vogliamo dire basta a quelle persone che hanno iniziato a fare politica quando il nostro segretario Angelino Alfano faceva le scuole elementari e che ancora oggi si ergono a simboli del rinnovamento politico»:
lo ha detto il capogruppo del Pdl in Senato Maurizio Gasparri, a La Spezia per sostenere la candidatura di Fiammetta Chiarandini.
Ora, il loro segretario Angelino Alfano è nato nel 1970 e faceva quindi le elementari tra il 1976 e il 1981. Leggo quindi su Wikipedia alla pagina di Gasparri, nato nel 1956:
Negli anni Settanta diviene segretario provinciale del Fronte della Gioventù (MSI). Gianfranco Fini nel 1979 lo vuole come suo vice nel FDG.
Gasparri si è detto basta da solo.

lunedì 23 aprile 2012

venerdì 20 aprile 2012

Educazione ben riuscita

Quando mi è stato regalato non conoscevo nè libro nè autore e l'ho riposto con cura sul comodino nella pila delle cose da leggere, ma in fondo. Poi finalmente è arrivato il suo turno e adesso che l'ho letto penso che questo Nicolai è proprio un personaggio molto peculiare, con un grande talento nel raccontare le cose e credo che quando mi procurerò il libro che ne è il seguito salterà direttamente in cima alla pila delle cose da leggere.

martedì 17 aprile 2012

Pisciare fuori dal vaso


Secondo me in questo particolare momento l'aver trovato una improvvisa unità d'intenti e convergenza sulla necessità dei finanziamenti ai partiti non è stata proprio una pensata brillante.

domenica 15 aprile 2012

Lunga vita a te



"Non ero nato per fare il cantante, è successo. Avrei dovuto allevare e pascolare, cavalli, pecore, come da sempre nella mia famiglia, generazione su generazione; vecchi, bambini e animali intorno, chi mi sveglia al mattino, buongiorno! I cani abbaiano, s'agitano i cavalli, a perdita d'occhio montagne, fin quante ne vuoi."

Giovanni Lindo Ferretti

sabato 14 aprile 2012

Un'altra pietra sopra






E nessuna parola di più

Cent'anni fa

Il disastro che segnò drammaticamente la fine di un'epoca e marchiò indelebilmente l'immaginario umano. Utile oggi soprattutto a Bruno Vespa per continuare a farci sopra trasmissioni e portare in studio plastici sempre più grossi.Sono mille le storie di grandezza e miseria umana che si possono trovare sulla vicenda del Titanic, il mio preferito, fra i mille personaggi che popolarono quella notte,  è il capo fornaio Charles Joughin che quando si rese conto di cosa stava succedendo per farsi coraggio si bevve una bottiglia di whisky, fece distribuire tutto il pane che c'era e poi contribuì personalmente a buttare (letteralmente) delle donne nelle scialuppe. Alla fine si gettò in acqua e raggiunse una scialuppa alla quale si aggrappò senza che lo facessero salire. Sopravvisse grazie all'alcool che aveva in corpo. C'è anche un particolare che riguarda noi italiani nella storia, piuttosto comico se si pensa a fatti recenti: durante l'inchiesta successiva alla tragedia l'ambasciatore italiano in Inghilterra pretese ed ottenne le scuse di un ufficiale del Titanic che aveva usato il termine "italiano" come sinonimo di codardo, oggi avrebbe usato "Schettino" e nessuno avrebbe osato ribattere nulla. Personalmente di tutta la vicenda la cosa che mi ha sempre più impressionato è quel romanzetto intitolato "Vanità" e scritto nel 1898 da tal Morgan Robertson, che immaginò un enorme transatlantico, lo chiamò Titan e dopo averlo riempito bene di bella gente lo fece cozzare contro un iceberg in una notte di aprile.

Se ne sono andati

Miriam Mafai segue di pochi giorni Rosario Bentivegna e allunga penosamente la lista delle perdite irrecuperabili per la memoria storica e la cultura politica di questo paese. Restiamo sempre un po' più soli e nelle mani di squallidi personaggi intenti a riscrivere il passato. Non ho molto da dire, mi piacerebbe solo che certe persone che oggi fanno uso di libertà che persone come quelle che se ne sono andate hanno contribuito a creare avessero a che fare con quelle dittature che mica tanto sotto sotto sembrano rimpiangere. Aggiungo per il comandante Paolo il link al bel post scritto giorni fa dal mio amico Trivigante.

mercoledì 11 aprile 2012

E' questione di stile

Fino a ieri ero fra quelli che si chiedevano quali fossero gli eccezionali meriti grazie ai quali Rosi Mauro nonostante un pedigree non propriamente padano doc fosse arrivata dove è arrivata ai vertici della lega. Adesso finalmente, grazie a Piste, l'ho scoperto: non assomigliava niente a quello che è diventata ora. Ero anche abbastanza impressionato, visti gli argomenti leghisti tipici, che nessuno (almeno in tv) fino adesso fosse ancora intervenuto facendo notare con il consueto stile che lei e la moglie del monarca in fondo sono due terrone; ci ha pensato ieri sera il nuovo capo a Bergamo dicendo che finalmente ora la lega avrà un sindacato vero guidato da un padano vero. Evviva!

martedì 10 aprile 2012

Oh poverino



Apprendo con sconcerto che il giovane erede della famiglia reale padana aveva già da tempo espresso al padre il suoprofondo disagio nel dover frequentare il consiglio regionale lombardo. Posso capirlo, poveretto, i compagni di banco alle volte possono rivelarsi dei veri stronzi. Immagino le risatine, le battutine, gli scherzi. Ci siamo passati un po' tutti, nel caso di Renzino poi essere il figlio di tanto padre non lo ha certo aiutato. E poi, volete mettere tutto quel lavoro così mal retribuito che gli toccava di andare a chiedere i soldi all'autista per campare? Ma adesso finalmente questo supplizio è finito e il giovane virgulto, fiero esempio di razza padana doc potrà finalmente dedicarsi alle attività da lui preferite: l'organizzazione del campionato del mondo di calcio per le nazioni che non esistono e il giro ciclistico della Padania.

giovedì 5 aprile 2012

Ooooopsss..



A questo punto comincio davvero a pensare che alla fine del 2012 potrebbe pure starci la fine del mondo.

domenica 1 aprile 2012

Punture che risvegliano la vita

ape
Un articolo del domenicale del “Sole” di oggi mi da lo spunto per una riflessione che mi capita di fare ogni volta che vengo punto da un’ape, una vespa o bestiole così, cosa che per la verità succede con una cadenza fissa annuale, più o meno, la maggior parte delle volte mentre viaggio in moto, e non c’è abbigliamento che tenga: le care bestiole trovano sempre il modo di pungere, spesso al prezzo della loro vita. Doloroso, fastidioso per lo più, ma giusto così. Robert Pirsig nel suo celebrato “Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” racconta perfettamente come viaggiare in motocicletta cancelli la cornice del mondo che si ha dall’interno di un’auto e ci porti dentro al paesaggio che attraversiamo, in contatto totale con ogni cosa, anche api e vespe appunto, alle cui punture non ci possiamo sottrarre, fanno parte del gioco di vivere e sono uno dei pochi legami che ci restano con una dimensione più naturale del nostro posto nel mondo. Devo ammettere che preferisco (se proprio devo) essere punto da un’ape che da una vespa, la prima non colpisce mai senza un motivo grave, forse neppure la seconda che però ogni volta mi induce pensieri di vendicativa ritorsione. Ad ogni modo succede e non è proprio il caso di aver troppa paura o prendersela troppo, mentre ogni volta si può cogliere l’occasione di imparare qualcosa, anche dal dolore, in fondo molto utile a ricordarci che essere vivi comporta non poter prescindere da esso.