domenica 1 aprile 2012
Punture che risvegliano la vita
Un articolo del domenicale del “Sole” di oggi mi da lo spunto per una riflessione che mi capita di fare ogni volta che vengo punto da un’ape, una vespa o bestiole così, cosa che per la verità succede con una cadenza fissa annuale, più o meno, la maggior parte delle volte mentre viaggio in moto, e non c’è abbigliamento che tenga: le care bestiole trovano sempre il modo di pungere, spesso al prezzo della loro vita. Doloroso, fastidioso per lo più, ma giusto così. Robert Pirsig nel suo celebrato “Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” racconta perfettamente come viaggiare in motocicletta cancelli la cornice del mondo che si ha dall’interno di un’auto e ci porti dentro al paesaggio che attraversiamo, in contatto totale con ogni cosa, anche api e vespe appunto, alle cui punture non ci possiamo sottrarre, fanno parte del gioco di vivere e sono uno dei pochi legami che ci restano con una dimensione più naturale del nostro posto nel mondo. Devo ammettere che preferisco (se proprio devo) essere punto da un’ape che da una vespa, la prima non colpisce mai senza un motivo grave, forse neppure la seconda che però ogni volta mi induce pensieri di vendicativa ritorsione. Ad ogni modo succede e non è proprio il caso di aver troppa paura o prendersela troppo, mentre ogni volta si può cogliere l’occasione di imparare qualcosa, anche dal dolore, in fondo molto utile a ricordarci che essere vivi comporta non poter prescindere da esso.
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