venerdì 27 luglio 2012

E' sempre più viCina.





Domani, ed è una sensazione curiosa andare nella città delle ultime olimpiadi proprio quando cominciano quelle nuove.

martedì 24 luglio 2012

E il grande passo per l'umanità che fine ha fatto?



Ogni anno, quando si arriva nei pressi del mio compleanno c'è sempre un pensierino che spunta e mi da un po' il tormento e non è il fatto che sono sempre più vecchio. Ecco, per la verità non mi da proprio il tormento, però mi disturba. Il giorno che sono nato nel mondo è accaduto un evento straordinario e non sto parlando del mio arrivo. Il 21 luglio del 1969 il futuro è diventato realtà. Quello che scrittori di fantascienza avevano immaginato nei trent'anni precedenti si era avverato: un uomo stava camminando sulla Luna.
Il futuro è una pagina bianca, immaginarlo è una congettura continua, un esercizio di fantasia, ma molte volte il presente porta in se degli elementi che possono aiutare ad immaginarlo. Nel 1969 l'umanità era legittimata ad immaginare un futuro fatto di viaggi nello spazio, vacanze sulla Luna, basi su Marte, macchine volanti per andare a lavorare. Niente di tutto questo è successo. In compenso abbiamo cellulari e Internet, e questo non era stato previsto. Oggi qualsiasi bambino al mondo gioca con computer molto più potenti di quelli che la NASA aveva a disposizione negli anni '60 e con i quali ha spedito una manciata di uomini sulla Luna e questa cosa mi fa un po' incavolare perchè in fondo significa che più di quarant'anni di enormi progressi tecnologici avrebbero potuto essere sfruttati diversamente. Se un qualsiasi cellulare da pochi euro è più potente del computer che governava Apollo 11, perchè oggi non ci sono basi sulla Luna?

lunedì 23 luglio 2012

Un sabato a Pechino e la tempesta perfetta

Il mio amico signor G si trova a Pechino, dove conto di raggiungerlo al più presto, per certi suoi affari. Sono sicuro che non me ne vorrà se ripubblico qui integralmente una sua mail di sabato notte nella quale mi racconta di come è sopravvissuto alla tempesta che si è abbattuta sulla capitale del celeste impero.


"Eccomi qua, da 10 giorni a Pechino e finalmente oggi avevo la giornata libera.
Non vedevo l'ora di farmi un giro con la bicicletta che mi ha prestato Rock e cosi' ho fatto, Chaoyang park, workers stadium e poi Sanlitun...una bella due ore di pedalata tranquilla.
La prima mezz'ora bisogna investirla nel capire come non essere uccisi dal traffico senza senso della citta', in realta' esistono le piste ciclabili e belle larghe anche, cosi' larghe che ci passa di tutto oltre alle biciclette: autobus, tricicli motorizzati o no con carichi di volume pari a 5 volte il triciclo, vespini con intera famiglia e sidecars di yankee espatriati troppo cafoni...
Dalla disperazione mi sono accodato a un ciclista cinese con andatura tranquilla pensando che se non avessero ucciso lui non avrebbero neanche ucciso me... e cosi' e' stato.
Ovviamente dopo 10 giorni di cielo bianco da inquinamento, una media di 37 gradi e il 90% di umidita' oggi ha iniziato a piovere. Devo ripensare al significato di piovere, non credevo potesse piovere cosi' tanto e solidamente, impossibile distinguere le goccie, strati solidi di acqua tossica da un cielo molto nero. 
Ho parcheggiato la bici fra altre 250 e mi sono comprato una giacca impermeabile nella North Face, ovviamente falsa, per 8 dollari sperando che almeno fosse impermeabile...ma con la plastica i cinesi ci azzeccano!
Ok, aspettiamo smetta, mi son detto e mi sono dedicato all'acquisto di dvd pirata, cofanetto con le 6 serie complete di Dexter e The tree of life.
Niente da fare per quanto riguarda l'acqua...e intanto iniziavo ad avere le scarpe bagnate. 
Pranzo thailandese niente male e preghiere animiste anti sciagure dal cielo.
Sono le due del pomeriggio e la pioggia aumenta, come se potesse aumentare quello che gia' supera ogni immaginazione.
Incontro Julie e Rock per andare a vedere un nuovo appartamento nel quale trasferirmi e ancora acqua, sulla testa, sui pantaloni sulla pseudo giacca impermeabile, nel collo... 
L'appartamento e' in un palazzo fatiscente di 20 piani con cumuli di spazzatura su ogni pianerottolo e gifanti decorazioni per la buona fortuna su quasi tutte le porte degli appartamenti che sfilano a decine lungo corridoi con una moquette dai colori cangianti che originariamente doveva essere a tinta unita.
90 mq. su due piani con terrazza, pavimento in plastica simil legno e carta da parati beigolina aggrappata qua e la alle pareti. Nessun mobile solo la cucina anche se l'agente immobiliare mi assicura che volendo me li recupera. Ovviamente nell'appartamento sfitto al momento ci dormono in 4 quindi saltellando fra i materassi sparsi qua e la sul pavimento cerco di immaginare la mia reggia pechinese... C'e' anche il terrazzino e cerco di distrarmi al pensiero di graziosi alberelli che potrebbero occuparlo ma niente da fare anche perche' mi ostino a pensare che per circa 1600 euro al mese forse si puo' trovare qualcosa di meglio, anche se cosi' non sembra.
Mi faccio riportare in auto al punto di partenza dove avevo parcheggiato la biciclettta e me ne frego del terrorismo che Julie e Rock mi fanno sul fatto che certo la pioggia non smettera' per almeno 2-3 giorni. 
Saltello fra e in fiumi di melma fino a riuscire a comprarmi un paio di calzini e di mutande che programmo di cambiare al piu' presto visto che i miei sono gia' fradici e mi rimetto a guadare il fango protetto anche dall'ombrello piu' esile e piccolo del mondo con l'obbiettivo di raggiungere un cemtro massaggi che non mi ha mai deluso.
Arrivo al Dragonfly massage completamente fradicio e ordino un "double trouble" massaggio di 90 minuti a 4 mani. Nudo e con le mie mutande nuove sdraiato sul lettino caldo e circondato da musica new age di cascatelle mi sembra di sognare, finalmente un posto sicuro e senza acqua.
Quasi mi addormento e sogno che al mio risveglio non ci sara' piu' una goccia d'acqua ma un arcobaleno con magari una dominante di rosso per i nostalgici locali.
All'uscita l'uragano e il temporale, ma io ho un programma preciso per il mio unico giorno libero e nulla mi fermera'.
Non esagero ma alcuni passaggi sulle strade obbligatori per i pedoni hanno almeno 30-40 cm. d'acqua e i miei piedi sono cosi' fradici che ormai non provo neanche a cercare le vie alternative, pantaloni arrotolati al ginocchio e via.
Raggiungo la libreria dove volevo comprare guida seria di pechino e mappa per novelli ciclisti lasciando scie d'acqua fra gli scaffali come un lumacotto.
Missione compiuta e di nuovo in strada e di nuovo acqua oltre ogni immaginazione, ormai non la sento piu' sono troppo bagnato perche' mi bagni.
In tutto questo peregrinare sotto la pioggia mi accorgo che i cinesi se ne fregano e camminano fra i torreenti a piedi scalzi. Non me la sento! Dovreste vedere cosa galleggia nella melma...
Opzione 2 mi compro un paio di infradito di gomma e appendo le mie scarpe allo zaino. 
Sensazione orribile all'inizio ma almeno non si crea la possa stagnante nel plantare.
Prossimo obbiettivo un cocktail bar che fa dei drink perfetti, sento che ne ho bisogno, anche gli effetti benefici del "double truble" mi stanno abbandonando.
Finalmente arrivo al mio bar che ovviamente e' chiuso per lavori! No comment!
Si e' fatta ora di cena, localino senza arte ne parte, birra e sanwich al tonno. Aria condizionata a 10 gradi e i litri d'acqua che mi rivestono si trasformano in ghiaccio.
Quando me ne vado, dopo esattamente 13 minuti, vedo una macchia d'acqua sul divanetto dove ero seduto che mi da la conferma che non c'e' angolo del mio corpo e del mio abbigliamento che non trasudi liquidi.
Decido che non tornero' a casa in bicicletta e accendo un ideale incenso al budda-salvabici e antiladri. 
Taxi! 
Taxi?
Ovviamente tutti inghiottiti dai tombini. Di un Taxi nemmeno l'ombra e centinaia di persone che li cercano. 
Ripenso all'opzione bicicletta ma non me la sento di farmi almeno una mezz'ora di schizzi sulla schiena e di richiare la vita fra vecchie auto i cui freni sicuramente bagnati non funzioneranno.
E allora via a piedi con una vaga speranza che prima o poi magari un taxi lo trovo.
Dopo mezz'ora mi rendo conto che nessun taxi mi portera' mai a casa e che a piedi ci mettero' almeno due ore... 
Autobus! 
Si ma quale?
Cerco di sedurre una signora cinese a spiegarmi a gesti secondo lei che numero devo prender per tornare a casa e piu' o meno ci capiamo.
Aspetto l'autobus sotto una pensilina con altri 5 milioni di cinesi e piove...
Salgo sull'autobus e rimango stritolato fra la calca dei passeggeri, gli indumenti bagnati si appiccano fra di loro e l'aroma generale non e' dei piu' gradevoli.
Esattamente dopo 5 minuti di viaggio l'autobus si ferma e ci fanno tutti scendere perche' il passaggio sotto il cavalcavia e' completamente innondato. Ci sara' almeno un metro emmezzo d'acqua.
Ricominicio a camminare verso quella che credo sia le direzione di casa con una strana sensazione di sereno fatalismo e un po' me la rido quando vedo i vari sistemi per ripararsi dalla pioggia come l'ombrellone dei gelati "preso in prestito" da una famiglia allargata o interi gruppi di gente travestita da sacco dello sporco!
All'orizzonte una fermata della metro, proviamo!
Le scale mobili sono tutte bloccate e l'acqua e' scesa a innondare quasi tutti i corridoi, fermata chiusa!
Via a piedi.
Dopo una ventina di minuti un altra fermata della metro, scale ferme anche qui ma segni di vita dal sottosuolo. Aria condizionata al massimo e treno stipato ma riesco a capire dove sono e dove devo andare e si va.
Chiaramente la fermata della metro piu' vicina a casa dista un 20 min. a piedi ma ormai mi sembra un sogno.
Non ho mai sognato una doccia cosi' tanto e ora me lo sono fatta.
Durata totale del viaggio di ritorno due ore emmezza!
Perfortuna che domani devo lavorare...
Scarpe asciugatevi!
"

sabato 21 luglio 2012

21 luglio

 
  Se ne sono andati 43, e io ho sempre nostalgia di questo posto.

giovedì 19 luglio 2012

Cose che è meglio tenere a mente



Tutti gli anni, continuamente, e non solo, o di più, ogni venti.
La mafia c'è sempre e lavora meglio quando se ne parla meno.

mercoledì 18 luglio 2012

lunedì 16 luglio 2012

Ad Arezzo non più disprezzo

Ci sono alcune cose nella vita che vale assolutamente la pena fare. Come svegliarsi ad un'ora indecente di domenica mattina, saltare sulla moto e andare a vedere e sentire un concerto in un parco all'alba. Ne vale la pena quando a cantare c'è un uomo che, coerente con il suo percorso, si è riappacificato con il suo passato tumultuoso e ne ha recuperato le canzoni per la delizia di chi lo ha seguito sempre, magari non condividendone gli eccessi ideologici ma rispettandoli. Giovanni Lindo Ferretti domenica mattina ad una ora buona per andare in stalla e non per cantare, verso la fine di un concerto strepitoso che faceva venire la pelle d'oca e brividi di piacere quasi ad ogni pezzo, ha ricordato con un sorriso quando molti molti anni fa con i CCCP da quel palco di Arezzo aveva gridato Arezzo, mi attrezzo per il tuo disprezzo. Molti fan dell'ortodossia punkettara degli anni 80 dei CCCP non lo hanno seguito negli anni, anzi, lo hanno anche parecchio disprezzato. Devo ammettere che certe cose hanno parecchio dato da fare anche a me. Ma a riascoltarle oggi quelle canzoni, se uno le ascolta bene, diventa assolutamente chiaro che tutto quello che Giovanni Lindo è stato e ha fatto lo aveva sempre scritto e cantato, anche quando si attrezzava per il disprezzo

venerdì 13 luglio 2012

Se ne sono andati

Per anni, dovendo fare un viaggio di domenica durante la stagione calcistica, ho sempre scelto di farlo in modo di farci stare in mezzo la radio cronaca di "Tutto il calcio minuto per minuto", ed anche senza viaggiare in auto, il calcio raccontato alla radio lo trovo ancora molto più gradevole di quello televisivo, abusato e invadente. Anche nei tempi recenti, in cui il calcio è diventato veramente poca cosa, sommerso com'è da tutto tranne che dal gioco, le voci dei cronisti che raccontano le partite riportano indietro ad un tempo in cui forse il pallone era ancora quasi solo un gioco. Scomparsi Ameri e Ciotti, quella di Provenzali era rimasta la voce regina, quella che governava e gestiva tutte le altre, come un pastore col gregge o un vigile nel traffico.
Ascolterò ancora volentieri il calcio alla radio, ma chiunque sostituisca Alfredo Provenzali, non potrò fare a meno di notare la differenza.

lunedì 9 luglio 2012

Nel dubbio meglio non passare dal Vaticano



Questo signore qui è il famoso Higgs, il padre della teoria che ha portato dopo quarant'anni alla presunta scoperta della famosa particella che è stata in modo molto sobrio definita la "particella di Dio". Un nome del genere lascerebbe supporre sconvolgimenti clamorosi nella vita di ognuno di noi, la verità invece è che la maggior parte delle persone  (me compreso) ha una vaghissima idea di cosa sia il bosone e soprattutto di come possa cambiare la nostra vita in termini pratici. D'altra parte, se ci pensate, nel 1610 la vita della maggior parte delle persone comuni non cambiò e molti nulla seppero delle rivoluzionarie scoperte di Galileo che realmente provocarono un terremoto nella concezione del mondo che si era avuta fino ad allora. La scoperta della vera natura della superficie della luna, dei satelliti di Giove, delle fasi di Venere e delle macchie solari (tutte cose che mandavano definitivamente in pensione la concezione di una Terra immobile al centro dell'universo) non cambiarono immediatamente la vita quotidiana della maggior parte della gente (a parte quella di Galileo suo malgrado), ma innescarono meccanismi e processi che portarono ad un completo ribaltamento della prospettiva dalla quale l'uomo poteva definire la sua posizione all'interno dell'universo, cominciando pure in qualche modo a svincolarlo dalla dipendenza restrittiva di un Dio creatore di ogni cosa. Il Bosone di Higgs è un ulteriore passo che descrive un universo sempre più lontano dall'influenza creatrice di forze divine. Ma nonostante ogni giorno la scienza contribuisca a darci una visione sempre più razionale dell'universo l'irrazionalità dell'uomo è destinata a perdurare. In fondo, come ci ricordano molti scienziati dell'evoluzione, siamo ancora dei primati con un'architettura fisica e mentale che nonostante 200000 anni di progressi rimane sempre molto legata a quella dei nostri antenati che uscirono dall'Africa con la capacità di dare un senso ad alcune cose che erano legate alla vita quotidiana ed in grado di mutare parzialmente l'ambiente in cui viveva. Nei millenni ci siamo dotati di molti giocattoli e l'ambiente nel quale viviamo siamo stati in grado di mutarlo fino quasi al collasso. L'elenco delle cose sulle quali l'uomo però non era in grado di darsi delle spiegazioni era molto lungo, per queste c'era bisogno di forze sovrumane, e così sono stati inventati gli dei, ai quali in fondo ancora oggi possiamo fiduciosamente ricorrere per spiegare un universo che via via si svela troppo complicato per essere compreso dalle nostre menti ancora in corso di evoluzione.

mercoledì 4 luglio 2012

La casa sta già bruciando


Tutti presi a preoccuparsi della crisi economica i "grandi" della terra non si rendono mica conto che il problema è un altro e un bel po' più grave. Chi se ne frega se non vendono più auto; se andiamo avanti di questo passo fra qualche centinaio d'anni non ci sarà più nessuno per guidarle, perchè certamente la Terra non è vulnerabile ai cambiamenti climatici (ne ha passati anche di peggio), ma alcune specie, noi compresi, lo sono e saranno loro a sparire. Dice bene Carlo Rovelli sul Sole 24 ore di domenica: se non trovate il portafoglio è buona cosa cercarlo, ma se nel frattempo comincia a bruciare la casa e poi il quartiere il portafoglio è meglio lasciarlo perdere.