Ci sono alcune cose nella vita che vale assolutamente la pena fare. Come svegliarsi ad un'ora indecente di domenica mattina, saltare sulla moto e andare a vedere e sentire un concerto in un parco all'alba. Ne vale la pena quando a cantare c'è un uomo che, coerente con il suo percorso, si è riappacificato con il suo passato tumultuoso e ne ha recuperato le canzoni per la delizia di chi lo ha seguito sempre, magari non condividendone gli eccessi ideologici ma rispettandoli. Giovanni Lindo Ferretti domenica mattina ad una ora buona per andare in stalla e non per cantare, verso la fine di un concerto strepitoso che faceva venire la pelle d'oca e brividi di piacere quasi ad ogni pezzo, ha ricordato con un sorriso quando molti molti anni fa con i CCCP da quel palco di Arezzo aveva gridato Arezzo, mi attrezzo per il tuo disprezzo. Molti fan dell'ortodossia punkettara degli anni 80 dei CCCP non lo hanno seguito negli anni, anzi, lo hanno anche parecchio disprezzato. Devo ammettere che certe cose hanno parecchio dato da fare anche a me. Ma a riascoltarle oggi quelle canzoni, se uno le ascolta bene, diventa assolutamente chiaro che tutto quello che Giovanni Lindo è stato e ha fatto lo aveva sempre scritto e cantato, anche quando si attrezzava per il disprezzo
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