mercoledì 28 maggio 2014

Brescia 28 maggio 1974 (tranquilli, non c'è fretta, sono solo quaranta anni)

Io ogni volta che sento leader mentecatti che parlano a cazzo di colpi di stato non posso fare a meno di pensare ai tempi in cui le forze oscure che nell'ombra operavano progettando veri colpi di stato (del tipo che potete chiedere a cileni e argentini) facevano questo.
Per conto mio non smetterò di presidiare quella piazza in attesa del giorno della verità.

sabato 24 maggio 2014

Volete l'Europa?



Torno su questa cosa delle elezioni ancora una volta e poi basta, giuro. E' che proprio questa cosa di votare per un istituzione di cui evidentemente non frega niente a nessuno perchè sono tutti preoccupati di contarsi per poi farsi la guerra in casa dopo proprio non mi va giù. Vogliamo fare davvero l'Europa cominciando dalle elezioni? Cominciamo con il mettere le forze politiche in condizione di non poter mischiare le faccende europee con quelle interne, è facile, si può cominciare da quello che già esiste. Non è un problema solo italiano probabilmente, in tutti i paesi queste elezioni vengono svolte con sistemi proporzionali e i singoli partiti se ne servono per valutare le proprie "forze". Per disinnescare questo sistema e mettere tutti in condizione di pensare in prospettiva europea basterebbe che tutti si presentassero sotto le insegne di forze politiche esclusivamente europee. Esistono già. Le due grandi forze principali a cui fanno riferimento i principali partiti di ogni nazione sono il Partito Socialista Europeo e il Partito Popolare. Basterebbe che tutte le forze che vi si riconoscono abbandonassero per un momento i loro colori e le loro insegne nazionali per convogliare all'interno di forze più ampie e quelli che non si riconoscono in queste potrebbero federarsi in forze più consone alle loro caratteristiche, chessò, gli euroscettici, i verdi o le sinistre europee, i nazionalisti, quello che gli pare. In Italia quest'anno la cosa che ci va più vicina è l'agglomerato di forze che si è riunite attorno al greco Tsipras, ma in queste condizioni equivale più o meno ad un suicidio politico, ed è un peccato. Sarò pure un sempliciotto, ma penso che per costruire un patrimonio comune questa sarebbe una delle cose da cui cominciare e così, fino a quando le elezioni per il parlamento europeo saranno solo un pretesto per risolvere questioni di cortile, io non ci starò.

venerdì 23 maggio 2014

Chiamale se vuoi, emozioni


Le emozioni formano la coscienza e la consapevolezza politica? Io temo di sì. Capipopolo urlatori, pseudoleader piacioni e abili venditori di sogni a buon mercato porta a porta impegnati da giorni a elemosinare voti giocando sulle emozioni più che sugli argomenti come vanno considerati? Paura, risentimento, livore, sospetto, speranza sono sensazioni che dovrebbero bastarci per determinare delle scelte o dovrebbero essere piuttosto dei campanelli che ci inducono a riflettere meglio prima di decidere o prendere posizione? Mi ci ha fatto pensare un interessante articolo di Carla Bagnoli sull'ultimo domenicale del Sole24ore. Si tratta della recensione di un libro scritto da un giovane filosofo inglese, Michael Brady sul ruolo delle emozioni.
Grazie al contributo portato dallo sviluppo delle neuroscienze oggi siamo in grado di considerare le emozioni come fenomeni molto più complessi e meno spontanei. Nel suo libro Brady insiste sul contributo che le emozioni possono portare all'aumento della conoscenza e della consapevolezza. Generalmente le emozioni sono sempre state considerate  per lo più un ostacolo alla razionalità, contribuendo alla formazione di credenze od opinioni sbagliate. L'articolo cita ad esempio il passaggio di un famoso film di Sidney Lumet ("La parola ai giurati") nel quale undici componenti di una giuria formata da dodici persone sono condizionati da emozioni indotte di paura, rabbia e risentimento a considerare colpevole un giovane accusato di aver ucciso il padre, fino a quando il dodicesimo menbro, giocando anch'esso su un'emozione, non li convince a rivedere le proprie convinzioni arrivando così ad invertire la decisione presa. Le emozioni dunque possono orientarci facilmente ad una scelta che potrebbe rivelarsi sbagliata, perciò dovremmo imparare a considerarle uno strumento per una valutazione critica del nostro pensiero veicolandole all'interno di una riflessione che potrebbe portarci a spiegarne la causa e rivedere le nostre scelte. In effetti non sembra una cosa facile.
Sullo stesso giornale c'era anche un altro articolo piuttosto stimolante, scritto da Gilberto Corbellini. Corbellini parte da un presupposto interessante: una persona con una convinzione è una persona difficile da cambiare, quindi scordatevi di far cambiare idea ad un grillino medio o a un fan sfegatato di Berlusconi, per dire. Secondo il principio di "dissonanza cognitiva", elaborato dallo psicologo Leon Festinger negli anni '50, se mostrate ad una persona fonti e numeri che smentiscono la sua convinzione metterà in discussione le vostre fonti e più sarete logici e convincenti meno sarete capiti, in particolare se forti emozioni non abbiano formato la sua convinzione, aggiungo io.

mercoledì 21 maggio 2014

Questa volta no


Di campagne elettorali avvilenti ne abbiamo viste parecchie, specie negli ultimi vent'anni, sarete d'accordo credo. E' inutile tornarci sopra, ma in questo paese tutti sembrano aspettare spasmodicamente questo momento per dare il peggio di sè e alla gente lo spettacolo piace pure. Ad ogni modo con l'ingresso a piedi pari di Grillo in quest'ultima mi pare che abbiamo toccato l'apice per quel che riguarda lo stile e gli argomenti che caratterizzano i principali protagonisti. Sorvolerò sull'ipocrisia dell'argomento "Europa" di cui in realtà importa poco un po' a tutti; le europee, con il sistema proporzionale, servono solo a ridefinire i numeri su cui possono contare le forze politiche in funzione della politica interna. L'Europa non potrebbe essere più lontana. Personalmente non mi presterò a questo gioco, non mi avranno. In altre circostanze in passato ho pensato che anche l'esercizio del voto nullo o della scheda bianca potesse essere utile a dare un segnale all'interno di un contesto di partecipazione democratica. Ma questa volta no, non premierò l'ipocrisia, facciano senza di me.

giovedì 15 maggio 2014

Nothing but the rain

Potente Giove, Padre degli dei immortali e Padrone dei destini dei mortali. O Signore del tuono e della folgore, ascolta ancora una volta questa misera voce che ti invoca. Ho dato un'occhiata alle previsioni e non posso certo credere che Tu, Dispensatore di acque, abbia deciso di non rovesciare fiumi dal cielo proprio questo fine settimana. Come ogni anno io elevo a te la mia preghiera perchè tu punisca l'ardore di quei mortali superbi e presuntuosi alla guida di carri rumorosi e inquinanti che solcheranno le strade di questo lembo di terra in questi giorni. Non far mancare loro, o Padrone di tutte le tempeste, di sentire la tua voce. Ancora una volta, se esaudirai queste preci, non mancherò di dedicarti sacrifici e libagioni.
P.S. non è difficile, di acqua ne hai mandata tanta negli ultimi fine settimana, fai uno sforzo

mercoledì 14 maggio 2014

Ci sono giorni


Ci sono giorni nei quali tutto è assolutamente chiaro, talmente chiaro, evidente e cristallino che non esistono parole per descriverlo. E' una sensazione che provate sulla pelle, nelle narici, attraverso gli occhi. Non ci sono molti giorni simili nel corso di un anno, sì e no una decina. L'unica condizione necessaria è trovarsi all'aria aperta e probabilmente questo è il motivo per cui per molti non è facile trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Ma quando ci siete lo sapete, e immediatamente vi rendete conto di qual è il vostro posto nel tutto; ve lo dicono la luce il vento, uccelli che vi danzano intorno e fino a poche settimane prima non c'erano e improvvisamente vi coglie un gran desiderio di sapere da dove vengono. Ve lo dice il profilo delle montagne, così lontane ma all'apparenza tanto vicine da farvi venir voglia di mettervi a camminare per raggiungerle perchè sembrano lì e chissà cosa c'è oltre. Ogni senso per un momento è in armonia con tutto ciò che vi sta intorno e intuite perchè l'evoluzione ci ha fatti così. Ci sono giorni nei quali mi è perfettamente chiaro da dove vengo, e non ho bisogno d'altro, se non fosse per quella dannata corteccia prefrontale

sabato 3 maggio 2014

Cultura superiore?

Theresa Wallach e Florence Blenkiron furono due donne coraggiose e animate da grande spirito avventuroso. Poco più che ventenni, nel 1935, intrapresero un viaggio di sette mesi che le portò da Londra a Città del Capo attraverso il continente africano, a bordo di una moto. Nessuno aveva mai tentato prima un'impresa simile, loro lo fecero su una motocicletta con sidecar trainando un carrello. Non fu un viaggio privo di imprevisti come è facile immaginare; Theresa Wallach ne tenne un diario da cui molti anni dopo trasse un libro che diventò fondamentale per i motociclisti di tutto il mondo. L'Africa per la quale viaggiarono le due ragazze poi non assomigliava per nulla a quella di oggi, era più simile a quella del mappamondo del Risiko, un enorme continente diviso fra tre o quattro grandi potenze europee colonizzatrici che se lo erano spartito, ne avevano fatto un po' quello che pareva a loro e poi andandosene contribuirono a lasciarlo nelle condizioni in cui è oggi. L'Africa degli anni trenta era ancora abitata da popoli che non erano ancora stati del tutto contaminati e "civilizzati" secondo i dettami del mondo occidentale, vivevano secondo elementari codici etici non scritti che potremmo definire primitivi e tribali ma che erano improntati da un fondamentale principio di onestà. Durante l'attraversamento dell'attuale Ciad, al tempo colonia francese, le due viaggiatrici inglesi ebbero un problema che le costrinse ad abbandonare per qualche settimana la moto legata ad un albero lungo un sentiero mentre attendevano di poter avere pezzi di ricambio che avrebbero loro permesso di proseguire il viaggio. Passarono quel periodo ospiti presso una missione religiosa americana e per tutto il tempo ogni persona che passò riferì di aver visto la moto sempre nello stesso posto assolutamente inviolata. Negli stessi giorni un residente del luogo denunciò il furto della sua bicicletta e accusò uno dei ragazi che studiava nella missione. Il ragazzo subì un processo e confessò al giudice che la bicicletta l'aveva effettivamente presa ma in vita sua non aveva mai pensato all'azione del "rubare" e al significato della parola nel senso che gli veniva contestato, mai fino a quando non ne aveva scoperto l'esistenza leggendo i dieci comandamenti.