sabato 28 novembre 2009

Se tu pensi di fare di me un idolo lo brucerò

Ho un solo tatuaggio sul mio corpo, ho sempre pensato che i tatuaggi debbano rappresentare qualcosa di importante e che uno non se li debba fare per moda o questioni estetiche di poco conto. Il mio ce l'ho dal 2001, quando i CSI conclusero la loro esperienza musicale; la musica e le parole di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni e dei loro compagni di strada hanno avuto una grande importanza per me, fin dal tempo dei CCCP. Quando il gruppo si sciolse pensai che sarebbe stato giusto portare con me un segno di questa importanza e allo stesso tempo rendere omaggio a quello che considero ancora il miglior gruppo musicale italiano. In seguito Ferretti ha intrapreso l'esperienza dei PGR (chiusa anch'essa) e parallelamente il suo percorso di uomo lo ha portato a recuperare quella parte delle sue origini e del mondo da cui proveniva a cui in gioventù si era ribellato e opposto ed anche ad una sorta di conversione religiosa con alcuni aspetti di ortodossia che si potrebbero considerare quantomeno discutibili. Per molti dei suoi fan questa cosa ha rappresentato una sorta di deriva reazionaria e devo dire che inizialmente anche io ero abbastanza perplesso, ma poi ho riascoltato più attentamente le canzoni, anche quelle dei periodi più turbolenti, anzi soprattutto quelle, e mi sono reso conto che lì c'era già più o meno tutto e recentemente mi è capitato di rivederlo e di sentirgli dire delle cose anche molto belle. Senz'altro non sono in accordo con alcune delle cose che lui ora va dicendo, ma riconosco che fanno parte di un percorso (di cui racconta anche in questo libro), penso anche difficile e sofferto, e lo rispetto e continuerò a seguirlo e ad apprezzarlo anche senza condividerlo in tutto.

Il cuore della notizia

Un giornale radio rai della mattina, il cronista da la notizia del ritrovamento nel computer del trans Brenda di centinaia di file (notizia di per se abbastanza ovvia) fra cui pare anche foto e filmati, poi ci tiene a precisare che la maggior parte dei documenti sono in portoghese...

martedì 24 novembre 2009

Ricordati che devi morire


Nulla è eterno ed ogni cosa prima o poi cambia ed infine arriva a conclusione, e non si parla solo di cose e persone, ma anche ideologie, mode, convenzioni sociali, forze politiche, un sacco di roba insomma. E sparsi qua e là ci sono dei segni, piccoli messaggi, più o meno diretti e consapevoli che ci mettono in guardia su quanto quello che ci sembra normale (buono o cattivo) oggi potrebbe non esserlo più domani. Stiano attenti i padani, vale anche per loro, la fatiscente costruzione nella foto che domina una rotonda sulle strade bergamasche è un segno.

lunedì 23 novembre 2009

L'onda che uccide colpisce ancora


In questi giorni Milano celebra il centesimo anniversario della nascita di C.T. al secolo Carlo Torrighelli; All' inizio degli anni Ottanta girava dalle parti del parco Sempione, dell' Arena e del Castello con un carretto e i suoi tre cani, La Bella, L' Amore, L' Umanità. i suoi messaggi scritti sull' asfalto insistevano su un concetto: «La chiesa uccide con l' onda». A Milano molti ancora se lo ricordano e chissà, forse nella sua anarchica follia aveva anticipato le polemiche di qualche anno dopo sulle antenne che trasmettevano le frequenze di radio vaticana in lazio. Qui un video con una sua intervista del 1973. Bello che Milano ricordi questo suo personaggio.

Se ne sono andati


"E' una storia di confusione, tradimento e spudorata ipocrisia come nessun’altra nella storia dell’alpinismo", così scrisse Rob Buchanan sulla rivista Climbing raccontando dell'impresa che portò Achille Compagnoni e Lino Lacedelli in vetta al K2 il 31 luglio del 1954. Avevo gia accennato alla vicenda qui. Si potrebbe dire che si tratta del classico esempio di furberia all'italiana ed è un peccato perchè macchia una delle più grandi conquiste dell'alpinismo. In questa recensione c'è in sintesi la storia raccontata in un bel libro di Bonatti qualche anno fa. Compagnoni se ne andò portandosi con se nella tomba il segreto e la macchia di quella vicenda; Lacedelli invece, più onestamente, fece i conti con il passato e forse con il senso di colpa raccontando come andarono le cose.

giovedì 19 novembre 2009

Tu scendi dalle stelle

C'è profumo di Natale nell'aria,come da lieta consuetudine degli ultimi anni si comincia a preparare il santo evento ogni anno sempre un po' prima: addobbi per le strade, vetrine dei negozi, outlets visibili dalle autostrade a chilometri di distanza, luci e colori; ogni cosa ci annuncia la nascita del bambin Gesù e tutti siamo permeati da questo clima di disinteressata bontà, pace e serenità. I nostri illuminati governanti naturalmente non intendono lasciarsi sfuggire quest'occasione di ben apparire ed hanno inaugurato come si conviene la stagione: l'onorevole Santanchè si è sentita in dovere di dare una dimostrazione di tolleranza e dialogo interreligioso urlando del pedofilo a Maometto. L'ultra' cattolico Giovanardi non ha voluto essere da meno mostrando il suo profilo più caritatevole e benevolo in occasione delle dichiarazioni su Stefano Cucchi. Il governo tutto ha voluto dare un segno di buona volontà facendo in modo di lasciare che l'immigrazione clandestina sia considerata nei processi alla stregua dei reati più gravi tipo mafia o terrorismo per intenderci. E che dire delle nostre amministrazioni locali, riflesso sul territorio della nota accoglienza e tolleranza italica: a Coccaglio in provincia di Brescia saranno gli stessi vigili a portare come cadeaux per gli stranieri con il permesso di soggiorno in disordine un bel calcio nelle terga, il tutto sullo sfondo delle note di “bianco Natale”. Non c'è che dire, sarà proprio un bel Natale, l'importante, si sa, è che il Cristo se ne possa restare per bene inchiodato sui muri delle scuole frequentate dai nostri devoti giovani, muri dai quali mi stupisco non sia già sceso da solo.



mercoledì 18 novembre 2009

Hanno la faccia come il culo

Hanno pure avuto il coraggio di chiamare l'operazione "bianco natale" e dire che, assolutamente non è questione di razzismo e pregiudizi. qui i dettagli.

lunedì 16 novembre 2009

Il presidente anarchico


Molti vocabolari danno curiosamente almeno due definizioni del termine "anrchismo", è una cosa interessante che discende direttamente dal significato di ciò che l'anarchia effettivamente è come idea politica e da come viene invece interpretata e percepita nel contesto sociale. Le definizioni che seguono sono prese dal dizionario filosofico della HarperCollins, la prima:
" L'anarchismo è una ideologia sociale che non accetta il ruolo dominante del governo e sostiene che gli individui dovrebbero organizzarsi da soli per soddisfare le loro necessità ed i loro ideali. In questo senso l'anarchia non va identificata col nichilismo ma può avere somiglianze con il libertarianismo politico..." E l'altra: " L'anarchismo è la credenza che nega qualsiasi rispetto per la legge e l'ordine e si impegna attivamente nella promozione del caos al fine della distruzione della società. Difende l'uso del terrorismo individuale come mezzo per far avanzare la causa della disorganizzazione sociale e politica."
Ora, io mi sono sempre abbastanza riconosciuto nella prima definizione (che naturalmente è molto più articolata di così) con qualche occasionale simpatia per la seconda; rileggendo però oggi queste definizioni e affiancando qua e là ulteriori termini come per esempio "istituzionale" fra terrorismo e individuale, ho proprio l'impressione di riconoscere l'azione recente di un certo governante occidentale.

venerdì 13 novembre 2009

E questi vanno coi trans

Io questa cosa non la sapevo, magari è cosa nota, ma uno dei più noti oggetti in commercio per signore sole, iscritto alla categoria “giocattoli sessuali”, in realtà nasce come strumento terapeutico: per curare l'isteria. Che l'isteria sia nata come patologia tipicamente femminile lo dice l'origine del nome che deriva direttamente da utero; nell'antichità medici e guaritori pensavano dipendesse da un forte trattenimento dell'energia sessuale (qualcuno lo pensa anche adesso), le categorie più a rischio erano suore, vedove e zitelle. Testi medici a partire dal I sec. d.C. prescrivevano l'orgasmo clitorideo come cura per l'isteria. In origine i medici curavano le donne che si rivolgevano loro con le proprie mani fino a provocare loro un “parossismo”, quello che noi oggi volgarmente chiameremmo orgasmo; la stimolazione manuale richiedeva però tempo e pare che i medici la trovassero noiosa. Si andò avanti così fino al 1880 quando Joseph Mortimer Granville brevettò un vibratore elettromeccanico che serviva per alleviare i dolori muscolari. Fu un attimo, i medici si resero conto delle potenziali applicazioni per la cura dell'isteria e se ne servirono per riempirsi le tasche di soldi, con grande soddisfazione anche delle pazienti, questo va detto. All'inizio del XX sec. Cataloghi per corrispondenza pubblicizzavano modelli per donne emancipate che volevano provare a curarsi da sole; in breve il vibratore diventò il quinto apparecchio elettrico ad entrare nelle case insieme a macchina da cucire, ventilatore, bollitore e tostapane. Negli anni venti però Freud riconobbe il carattere eminentemente sessuale dell'orgasmo e nel 1952 l'isteria fu cancellata dall'elenco delle patologie riconosciute. L'applicazione medica del vibratore aveva perso la sua giustificazione, l'oggetto passò di moda fino a quando, con la rivoluzione dei costumi, le donne non avrebbero avuto più bisogno della scusa medica per comprarlo.



mercoledì 11 novembre 2009

Il presidente imputato


Forse mi sbaglio, forse rcordo male io, magari non sono stato attento, ma mi pare avesse detto che sarebbe andato in tribunale e li avrebbe sbugiardati tutti, che lui non ha niente da temere ed è perfettamente a posto e un sacco di cose così. Secondo me l'aveva detto. E poi cosa è successo? Cosa mi sono perso?

martedì 10 novembre 2009

Se questo è un uomo

In uno stato democratico e di diritto ci si aspetterebbe che una persona presa in custodia dallo stato non abbia nulla da temere, anzi, dovrebbe essere una di quelle situazioni nelle quali la sicurezza è maggiormente garantita. Naturalmente nessuno si aspetta che sia veramente così e non c'è bisogno di ricordarsi di Genova per questo. Questo è un discorso che non vale solo per l'Italia, sia chiaro. Detto questo, le dichiarazioni fatte ieri dall'uomo nella foto di cui mi infastidisce anche solo pronunciare il nome a proposito della morte di Stefano Cucchi sono vergognose e i superiori di tale squallido personaggio dovrebbero pretenderne le dimmissioni immediate, in uno stato democratico e di diritto.

E' il mercato bellezza

Da Repubblica di ieri, piccolo estratto di un articolo interessante firmato da Roberto Mania: “...A quella generazione appartiene anche A. (sul giornale il nome c'è, ma io ometto) archeologa, tarantina di nascita, romana d'adozione. Racconta che da piccola provava quasi invidia per chi possedeva la tessera di Metro, il grande supermercato all'ingrosso per i professionisti, gli imprenditori, le partite Iva, appunto. Quei capannoni blu con scritte in giallo a lettere maiuscole erano - per lei- il simbolo delle libertà d'impresa, del dinamismo aziendale, dell'individualismo contro il pigro tran tran dell'impiego fisso. Entrare o meno al Metro faceva la differenza. Era uno spartiacque quasi di classe sociale, certo di modelli culturali. “Ora -dice- ho la partita Iva, ma non sono mai entrata al Metro”. Ecco lei aveva un contratto di collaborazione finchè lavorava in Puglia, poi a Roma ha scoperto che senza partita Iva non si fa nulla nel suo settore. Si deve essere “imprenditori di se stessi”, come si diceva agli albori della flessibilità. Racconta: “La frase tipica è questa: ovviamente bisogna che lei apra una partita Iva...”. E si comincia, non più dipendenti o para-dipendenti, bensì fornitori, sulla carta. Perchè nei fatti non cambia nulla: stesso stipendio (ma senza contributi), stesso orario, stesso vincolo di subordinazione...”.

E un pensierino gentile vola alle recenti dichiarazioni del ministro Tremonti sul posto fisso.



venerdì 6 novembre 2009

L'uomo che fece la domanda


Nel 1989 la Germania Est stava seguendo la strada avviata qualche anno prima da Gorbaciov in Unione Sovietica, Egon Krenz aveva sostituito da poco Eric Honecker e aveva avviato una parziale democratizzazione del sistema. Nell'ambito di una maggiore trasparenza si erano cominciate a trasmettere in diretta televisiva le conferenze stampa del partito a cui partecipavano i giornalisti stranieri. La sera del 9 novembre il portavoce all'incontro era Guenter Schabowski, responsabile del partito a Berlino; già da giorni si era avviata una spinta popolare che aveva messo in difficoltà il governo, indeciso sulle aperture da fare. Nella conferenza stampa di quella sera dovevano essere annunciate novità su un nuovo decreto che avrebbe favorito i passaggi attraverso il muro, ma Schabowski non era granchè come comunicatore e il suo discorso risultò piuttosto confuso e incerto, così quando al momento delle domande il giornalista italiano dell'Ansa Riccardo Hermann gli domandò da quando sarebbero stati rilasciati i nuovi permessi il funzionario diede una risposta sibillina nella quale si lasciò sfuggire una frase sbiascicata che innescò la reazione dei milioni di cittadini che stavano assistendo alla trasmissione: “Von jetzt ab”, “da ora”. Fu questione di pochi momenti, i giornalisti corsero a telefonare alle loro redazioni, milioni di persone scesero in piazza, il movimento divenne inarrestabile, una piccola domanda aveva cambiato (forse accellerato soltanto) il corso della storia, durante quella stessa sera un fiume di persone si riversò a ovest attraverso i varchi del muro e la Germania tornò a essere una.

Vien da pensare che nel dubbio è proprio sempre meglio chiedere.


martedì 3 novembre 2009

e che c'azzecca?

Il Molise è stato per secoli terra di passaggio, rifugio e nascondiglio per un sacco di popolazioni: Sanniti, longobardi, forse anche Cartaginesi in fuga alla fine delle guerre puniche; e per ultimi croati e albanesi che qui emigrarono per ripopolare terre svuotate dalla peste e vivere di pastorizia. Dicono che la distinzione di popolazioni sia data dal tipo di animali allevati, se sono vacche l'origine è longobarda, se ovini è balcanica. A Montenero di Bisaccia hanno la meglio gli ovini infatti vi arrivarono i Morlacchi, originari delle montagne croate, popolazione tosta che diede all'impero austroungarico soldati di prima linea da impiegare contro i turchi. Si dice che nuca piatta, occhi un po' folli e un carattere alquanto lunatico siano caratteristiche tipiche dei Morlacchi. Non saprei, però ora riguardate un tantino più attentamente il signore nella foto..



domenica 1 novembre 2009

Se ne sono andati


Chi ha paura della morte si offenda.La morte è una riviera musicale, il seno curvo della donna amata.Non c'è spazio tra l'uomo e la sua morte.Soltanto il batticuore di un nemico che ride al suo passaggio.

Alda Merini

Hai pisciato fuori dal vaso!

Il potere del cinema è immenso, in “Bastardi senza gloria”, l'ultimo bellissimo film di Tarantino, il cinema è talmente potente che da solo pone fine alla seconda guerra mondiale: sia nella finzione della sceneggiatura che materialmente; e seduti in sala, davanti allo schermo, non si può fare a meno di pensare che sarebbe stato proprio bello se fosse andata come la racconta Tarantino. La realtà naturalmente è stata tragicamente differente, lo sappiamo tutti (quasi tutti). Uno studio recente getta nuova luce sull'inizio del conflitto; pare che Hitler in realtà invadendo la Polonia commise un grave errore di valutazione nella convinzione che Inghilterra e Francia non si sarebbero interessate alle sorti di un paese dell'Europa orientale, invece lo fecero. Quando l'ambasciatore inglese comunicò a Hitler l'ultimatum del suo governo Hitler si girò rabbioso verso il suo ministro degli esteri e gli chiese: “E adesso?” .