domenica 5 luglio 2009

E montagne quante ne vuoi



Oggi osservavo le dolomiti dalla privilegiata postazione mobile d' osservazione offerta dalla mia moto; lo spettacolo messo in mostra dalle montagne è sempre qualcosa di maestoso: cattedrali, monumenti della natura di fronte alle quali l'uomo ha sempre subito un'attrazione irresistibile e un desiderio di conquista mosso forse da quel senso di inferiorità nei confronti della natura stessa che lo spinge a tentare di dominarla in tutti i modi. Ma la montagna non si lascia dominare così facilmente: spesso esige un duro conto e così diventa luogo rivestito di mito e mistero e svela l'uomo nella sua grandezza ma anche nella sua meschinità. Compagnoni e Lacedelli mentirono probabilmente e senza averne bisogno, raccontando di aver finito l'ossigeno duecento metri prima della conquista del K2. Maestri forse mentì anche lui sostenendo di aver raggiunto la cima del Cerro Torre in Patagonia nel 1959 col suo compagno Toni Egger, che però morì durante l'impresa senza poterne confermare il successo. E Mallory e Irvine, conquistarono l'Everest 29 anni prima di Hillary ? Le prove non ci sono, ma qualcuno ne è convinto.
Anche le nostre dolomiti nascondono un mistero mai davvero svelato e su cui ancora oggi si dibatte piuttosto vivacemente.
Nel 1925 l'alpinista vicentino Severino Casara affermò di aver scalato senza chiodi e corde la parete nord del Campanile di Val Montanaia nelle dolomiti friulane. Nel 1931 l'allora fascistissimo Club Alpino Italiano lo stroncò e lo mise alla berlina perchè gli alpinisti bellunesi capeggiati da Attilio Tissi (in seguito eroico partigiano e senatore del PSI) sostennero che tale impresa era assolutamente impossibile, così Casara finì dimenticato e morì nel 1979 senza che mai si fosse fatta luce sulla vicenda. Nel mondo dell'alpinismo la storia della scalata di Casara è dibattuta; giovane, entusiasta e noto alpinista, forse la vera causa della sua disgrazia, nella fascista e machissima Italia del ventennio fu un sospetto di omosessualità.

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