martedì 28 settembre 2010

Sono Padani Questi Rottami

Umberto Bossi

Pare ormai certo che homo sapiens si sia incrociato con neanderthal prima che quest’ultimo si estinguesse. Esiste dunque qualcuno oggi che si porta in giro parte del dna di questo nostro lontano cugino. Se lo chiedevano a me glielo dicevo senza spenderci troppi soldi in ricerche.

lunedì 27 settembre 2010

Oh mamma...è così dolce. Corro a comprarne uno

Fra le molteplici manifestazioni di segni che annunciano la fine della civiltà ve ne sono alcune (più di alcune per la verità) indotte da comportamenti, manie o modi di essere di grandi e piccole presunte celebrità planetarie che generano nelle menti deboli deleteri tentativi di emulazione.
In California uno dei segni più clamorosi della follia planetaria è la "bolla" dei cani chihuahua. Il portavoce dell'agenzia per il controllo degli animali di San Francisco ha annunciato costernato che "ci sono giorni in cui ci arrivano fino a otto chiuhahua abbandonati". A Los Angeles e San Francisco i chihuahua rappresentano ormai il 40% degli animali abbandonati nei canili.
Prima dell'avvento della crisi in California l'economia cresceva ogni anno nel segno di prosperità e moda. L'unica grossa preoccupazione della gente era seguire le vicende legate ai problemi di Paris Hilton e del suo cagnetto che si portava dovunque. Cagnetto carino, ottimo da abbinare a scarpe e borsette. Così i chihuahua hanno cominciato ad andare a ruba nell'idea generale che, viste le dimensioni, non creassero troppi problemi. Sbagliato. I chihuahua sono cani pieni di problemi e mantenerli costa un sacco, così, arrivata la crisi, è cominciata la penosa serie di abbandoni. Prima regola delle grandi crisi economiche è che il primo contraccolpo lo subiscono i più deboli.
Non so perchè, ma questa vicenda mi ricorda tanto quella di alcuni stati europei che durante gli anni di prosperità economica hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità economiche e i cui governi hanno tentato, anche in tempo di crisi, di indurre i propri cittadini a continuare a spendere come se nulla fosse perseguendo in uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità.
Stati che adesso stanno cominciando ad abbandonare i propri cittadini

venerdì 24 settembre 2010

Se ne sono andati

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Quando 5 mesi fa se ne andò Raimondo Vianello molti, me compreso, pronosticarono che Sandra Mondaini lo avrebbe seguito in breve tempo. Non che ci volesse molto in realtà; difficile immaginare l'uno senza l'altra in vita, il pensiero nasceva, come dire, spontaneo. Inoltre la Mondaini era quella fra i due già da tempo messa peggio con la salute e la mia impressione vedendola al funerale del marito fu che la sua scomparsa le avesse definitivamente strappato le energie che le erano necessarie per vivere. Era già successo con Fellini: la Masina gli era sopravvissuta pochissimi mesi. Probabilmente tutte le coppie che si sono molto amate nella vita e sono state molto unite desidererebbero una fine insieme. Sopravvivere ad un compagno/a con il quale si è condiviso tanto e per così lungo tempo può essere una tortura insopportabile.

La cosa curiosa, almeno per me, nel caso della coppia Mondaini Vianello, è che la sensazione che loro hanno sempre trasmesso all'esterno per decenni nelle loro manifestazioni pubbliche e su cui hanno sempre giocato costruendo il loro successo, era tutt'altra. Sandra e Raimondo hanno rappresentato per decenni lo stereotipo della coppia in perenne conflitto, che si malsopportava punzecchiandosi continuamente in un gioco nel quale normalmente le coppie reali durano piuttosto poco prima di arrivare a esiti definitivi o così pare. Quante volte abbiamo sorriso vedendo Raimondo impegnato nel tentativo di eliminare Sandra, oppure lei che sotto il suo naso flirtava con avvenenti giovanotti. Non so quanto del vero privato dei due ci fosse nelle storie che di loro rappresentavano in televisione. Certo è che rappresentandosi sempre come se stessi davano l'idea che la loro vera vita insieme fosse proprio così. Io penso che si siano divertiti molto e che forse abbiano scoperto il vero segreto di una lunga e felice vita insieme, vivendola così, con leggerezza, senza paura di farsi del male bisticciando in continuazione. Non ho idea di cosa ci sia dopo. Loro adesso sì. Spero possano continuare a divertirsi.

giovedì 23 settembre 2010

Meglio stare attenti

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Allevare animali feroci è pericoloso. Spesso può capitare di perderne il controllo, e poi sono cazzi.

sabato 18 settembre 2010

NON ESISTE!


La Padania non esiste! E' un'invenzione! Infilatevelo in quella testa, liberatevi il cervello. N-O-N E-S-I-S-T-E!!!!!

venerdì 17 settembre 2010

Se niente importa magari bastano un po’ di ketchup e maionese

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C'è una regione dell'Africa centrale, nei pressi di un grande lago, dove in un certo periodo dell'anno avviene una vera e propria invasione di moscerini. Ma tanti moscerini. Roba che il cielo viene completamente oscurato da una nuvola nera e la gente deve girare con mascherine per proteggersi. Nonostante gli evidenti disagi l'uomo ha imparato a trarre vantaggio anche da questa situazione. Molte persone se ne vanno infatti in giro sventolando per aria pentole bagnate, poi raccolgono i moscerini che sono rimasti attaccati alle pareti li appallottolano e ci fanno delle grosse polpette che buttano poi a friggere in padella ricavandone delle specie di hamburger di moschini molto più nutritivi di un panino di McDonald.

Levatevi quella espressione disgustata dalla faccia. Entro il 2050 su questo pianeta cammineranno nove miliardi di persone e le risorse attualmente disponibili non saranno sufficienti per tutti. La FAO ha ufficialmente iniziato degli studi sul consumo alimentare di insetti, a partire da elementi di valutazione raccolti nei numerosi paesi del mondo (pare l'80%), dove molti insetti fanno già parte delle diete locali. A parte i contenuti di proteine, vitamine e minerali, gli studi sottolineano i costi di allevamento molto minori di quelli di qualsiasi altro animale e con processi molto meno inquinanti per quanto riguarda la dispersione nell'atmosfera di gas serra, che sono uno dei principali problemi degli allevamenti di bestiame. Pare che anche i rischi sanitari connessi al consumo di insetti siano molto bassi. Ci sarebbe solo un piccolissimo problema, quello psicologico; convincere cioè gli abitanti dei pochi paesi che però consumano più cibo al mondo di tutti i magnifici vantaggi di cui godrebbero nutrendosi con cavallette arrosto o vespe fritte. Pare che molti studi attuali siano appunto orientati in questa direzione: come rendere più allettante ai nostri occhi di occidentali un po' sofisticati e schizzinosi le uova di formica e roba di questo genere. Personalmente mi trovo in difficoltà anche io al pensiero. No lo so. Penso che ancora per un po' continuerò a trovare sgradevoli eventuali mosche galleggianti nella zuppa e che nessuno mi venga a raccontare che sono nel menù.

mercoledì 15 settembre 2010

quarto potere deficiente

Il tanto temuto “reverendo” Terry Jones (solo omonimo del grande monty python, questo qui non fa ridere neanche un po'), l'uomo che ha tenuto col fiato sospeso tutto il mondo minacciando di bruciare il Corano senza poi farlo, e la cui vicenda forse è all'origine dei casini che stanno capitando in questi giorni, non è neanche un reverendo vero: è uno sfigato. Uno a cui la sua stessa figlia non lascerebbe portare fuori il cane a pisciare. La sua schiera di seguaci non arriva a 80 persone e il soggetto ha una spiccata tendenza a mischiare la religione con gli affari, approfittando delle esenzioni totali dalle tasse di cui negli Stati Uniti godono le congregazioni religiose, per vendere mobili su internet insieme alle tazze con il logo della setta e intascarsi i proventi. Intanto alcuni suoi ex adepti di quando viveva in Europa e lì professava le sue farneticanti idee religiose si trovano in terapia e hanno incubi notturni farciti di demoni con le fruste interessati ai loro portafogli.

Leggendo le cronache di questi giorni non posso fare a meno di domandarmi chi sia veramente pericoloso in tutta questa faccenda. Questo cialtrone in cerca di notorietà o i media di tutto il mondo che con scellerata leggerezza gli hanno acceso attorno dei riflettori che lo si vedeva anche da Marte?



martedì 14 settembre 2010

prevenzione dell'immigrazione clandestina


Stamattina andando a lavorare ascoltavo radio padania. Sì, lo so, insomma. Qualche volta bisogna turarsi il naso e fare lo sforzo. E' un esercizio utile. Se si prendessero le informazioni solo dalle parti che ci sono amiche si rischierebbe una visione delle cose troppo unilaterale. Qualche volta fa bene cercare di guardare le cose dal punto di vista più lontano da noi, specie se quel punto di vista è quello da cui le guardano buona parte delle persone che ci stanno intorno (sigh!). Quindi, dopo aver fatto un bel respirone mi sono messo ad ascoltare una trasmissione di commento ai titoli dei giornali condotta da uno con tono di voce e accento di quelli che mi fanno venire una gran voglia di andare a vivere in Sicilia. Gli ascoltatori avevano anche la possibilità di intervenire via voce o sms, così ad un certo punto ha telefonato uno e ha buttato lì che magari nel peschereccio siciliano mitragliato era pieno di immigrati “siccome che c'erano molta gente coni giumbotti salvataggio”. Roba da niente. Il conduttore ha ridacchiato complice dicendo qualcosa su quanto ci si azzecchi a spararla grossa e poi, forse per un rigurgito di pudore non ha commentato oltre. Ora, a parte la valutazioni che si potrebbero fare sul fatto che per questi splendidi personcini sia normale se non giusto e giustificabile cannoneggiare le barche di immigrati, il punto è un altro: e se fosse proprio così?.

Io non so come siano regolati gli accordi fra Italia e Libia sul ruolo dei nostri militari a bordo delle “loro” motovedette che gli abbiamo regalato noi. Ma mi pare impossibile che sei (6!) finanzieri, mica uno, non potessero intervenire in nessun modo per impedire il mitragliamento di un peschereccio italiano in acque forse internazionali. Mentre invece mi domando quale sarebbe potuto essere l'atteggiamento nei confronti di un barcone pieno di clandestini (aggiungo delinquenti per la legge italiana), visto il normale trattamento loro riservato dai libici che noi naturalmente continuiamo a non dover conoscere perchè è meglio così. Nelle settimane scorse il Pakistan è stato sconvolto da alluvioni disastrose, milioni di persone coinvolte e ridotte alla disperazione. L'elettroencefalogramma del mondo è rimasto piatto. Poi è comparsa la foto di quattro bambini coperti di mosche e tutti si sono improvvisamente smossi dal torpore. Forse noi dovremmo vedere le immagini di corpi galleggianti nel mediterraneo o di gente dietro il filo spinato nei centri di “accoglienza” dell'amico Gheddafi per smuoverci. L'unica cosa che arriva però, quello che conta, sono le statistiche. Quest'anno sono precipitati i numeri degli sbarchi dal Nordafrica, ma a che prezzo?

Infine un'ultima rassicurante parola ce l'ha messa il nostro ministro degli interni, il fiero padano Roberto Maroni: “è stato un incidente, i rapporti fra Italia e Libia non sono cambiati”. E' vero, infatti i libici hanno sempre sparato ai nostri pescherecci. Solo che prima le armi le prendevano da un'altra parte.


lunedì 13 settembre 2010

l'importante è che si faccia

Mi piace gironzolare per Mantova quando c'è il festivaletteratura. Cerco di farlo tutti gli anni se posso. Sarà perchè Mantova è sempre una bella città e il mio essere per metà mantovano mi ci fa sentire un po' a casa, oppure per l'atmosfera festosa e le belle facce che si incrociano. Non lo so. Mi piace e trovo che non sia neppure necessario andare a tutti i costi alla ricerca dell'evento con la celebrità dove comunque per entrare uno si deve mettere l'animo in pace e sorbire ore di coda, mentre spesso gli incontri più interessanti sono quelli con autori sconosciuti nei quali si incoccia per caso. Il festival è certamente cambiato negli anni; immagino che la grande fame di cultura residua in una piccola parte della popolazione di un paese che della cultura sta facendo briciole, abbia portato gli organizzatori a strafare un tantino cedendo all'equazione più quantità uguale meno qualità e qualche pecca di organizzazione. Ma va bene lo stesso, anche se, come notava qualcuno sul domenicale del Sole 24, il festival sembra diventare sempre di più un luogo dove la cronaca politica tende a sostituirsi alla letteratura e dove il pubblico cerca risposte più di carattere civile che letterario, in assenza di altri luoghi tradizionalmente deputati a questo genere di cose, tipo tv. Giornali, scuole, feste di partito o cose così. Personalmente mi va bene tutto, l'importante e che si continui a fare e che sia ancora possibile, spulciando fra le decine e decine di eventi, trovare qualche piccolo prezioso gioiello che contribuisca ad allargarci la mente.



venerdì 10 settembre 2010

L'uomo che sposò le torri gemelle


Philippe Petit vide per la prima volta le torri gemelle su una rivista dal dentista. Aveva 18 anni il WTO non era ancora stato costruito e lui vide la foto di un modellino. Fu un colpo di fulmine. Strappò la pagina della rivista, scappò dallo studio del dentista e si tenne il mal di denti.
Il 7 agosto 1974 Petit passeggiò per più di quaranta minuti fra le Twin Towers, poi, quando si rese conto che stava esagerando, scese facendosi arrestare. Oggi racconta che in fondo quello che fece fu un po' la celebrazione di un matrimonio. Gli architetti nel progettare la grandiosa opera non avevano infatti previsto nessuna tipo di unione fra le due torri. Lui le unì col suo cavo, e officiò la cerimonia camminandoci sopra.
Pochi sanno che l'impresa che lo rese famoso in tutto il mondo non sarebbe stata compiuta se non avesse interrotto il mestiere nel quale aveva raggiunto in precedenza livelli eccezionali di abilità: il borseggiatore. Decise di smettere dopo aver compiuto quello che riteneva il "borseggio perfetto". Urtando intenzionalmente un passante in una buia via di Parigi gli portò via il portafoglio così abilmente che quello si scusò con lui per lo scontro e continuò a camminare. Petit, appagato e soddisfatto dalla propria destrezza, percorse alcuni vicoli precedendo l'uomo e gli fece trovare il portafoglio sul marciapiede lungo il suo cammino. Questi lo raccolse, si rifugiò in un portone poco illuminato e quando aprendolo scoprì che si trattava del suo poco ci mancò che gli venne un infarto.
Philippe Petit oggi è uno splendido sessantenne che racconta queste storie con un divertito lampo di spavalda giovinezza negli occhi. Se doveste incontrarlo state attenti all'orologio.

giovedì 2 settembre 2010

E' solo folclore

Il fatto che il leader di un paese musulmano abbia una gran voglia di parlare di Islam non è eccezionale, magari fa un po' specie se lo stesso leader non è mai stato in passato questo gran seguace del corano, almeno così sembrava. Se poi riesce ad ottenere di fare un po' di proselitismo all'estero e gli danno la possibilità di farlo, bene. E' un gran colpo. Se mai viene da chiedersi perchè la certamente molto interessante lezione sia stata destinata solo a un'udienza di ragazzine prezzolate in abitino casto ma sexy, meglio se con tacco 10. Insomma non proprio l'ideale di donna che mi dicono si veda in giro (ma più spesso non si vede) in Libia. Chissà, magari il sottile intento del Rais di Tripoli era quello di rendere più allettante l'Islam per le giovani e avvenenti fanciulle, allo scopo di far diventare conseguentemente più interessanti ai loro occhi centinaia di ragazzotti provenienti dai paesi del nord Africa e costantemente in difficoltà a procurarsi compagnia femminile. Così facendo si otterrebbe in un sol colpo la conversione all'Islam delle giovani fanciulle e la nascita di nuove generazioni di piccoli musulmani già dotati di cittadinanza. L'incubo peggiore del leghista medio. In realtà forse qui si tratta della ricerca di soddisfazione dell'ego smisurato di un vecchio sporcaccione, in difficoltà nell'affrontare lo scorrere del tempo, in visita nel paese governato da un altro vecchio sporcaccione assillato dagli stessi problemi. Scambio di gentilezze fra vecchi sporcaccioni. E il vescovo che da anni contestava la politica sull'immigrazione condotta dall'Italia e da altri paesi europei e si è permesso di criticare la gestione dei libici nell'accoglienza dei migranti ha dovuto dare le dimissioni, con il benestare del Vaticano che lo aveva sempre osteggiato. Ma questa notizia non ha avuto grande rilevanza. Invece forse pagheremo 5 miliardi di euro a Gheddafi perchè mantenga la promessa di tener lontani tutti dal nostro piccolo decadente giardino. Meglio se non ci fanno vedere come.