lunedì 20 luglio 2009

21 luglio 1969

Questi sono giorni importanti, si ricorda un anniversario epocale, un evento destinato a lasciare il segno nella storia dell'uomo e come sempre in questi casi si scatenano gli sciacalli: teorici del complotto e compagnia bella. Non dategli retta. La notte fra il 20 e il 21 luglio del 1969 l'uomo c'è arrivato davvero sulla Luna, io lo so bene, lo so perchè c'ero.
C'ero e ancora non mi do pace, possibile, mi chiedo sempre, che con miliardi di mondi che esistono nella galassia dovesse capitare proprio a me un concatenarsi di eventi così assurdi?
Ma è meglio che proceda con ordine, per dare a chi legge una visione più chiara della situazione, il fatto è che neppure io dopo tutti questi anni, me ne rendo ancora conto.
Dunque, in quel periodo mi trovavo sul satellite della Terra, la Luna, intenzionato a passarci delle sacrosante vacanze dopo un vittoriosa campagna contro i qwryony. Mi rendo conto che possa sembrare strano che uno si scelga un posto come la Luna per una vacanza, ma me l'ero passata proprio brutta in quello scontro presso le lune di Algol e avevo bisogno di tranquillità e solitudine. Per farla breve, la Luna era un posto ideale e mi ero organizzato anche benino: avevo liberato sul pianeta una mezza dozzina di Snarg per dargli la caccia e avevo appena abbattuto l’ultimo quando accadde l’impensabile: il segnalatore di rottami vaganti nello spazio si mise improvvisamente a suonare, un ammasso informe di ferraglia era in orbita attorno alla luna e aveva un’orbita discendente, stava allunando. Per tutti i soli di Grondurian, quella cosa volava. Esaminando gli strumenti mi resi conto che l’oggetto era un obsoleto e ridicolo veicolo spaziale e all’interno conteneva due forme di vita; era pazzesco, come potevano esseri presumibilmente dotati di un briciolo di intelligenza volare su aggeggi del genere? Ma l’evidenza dei fatti provava che era proprio così.
I due occupanti erano terraioli, un terzo orbitava su un altro veicolo attorno al satellite, si trattava gli esseri “intelligenti”che vivevano sul terzo pianeta del sistema, la Terra appunto. Ero informato della loro esistenza ma non pensavo possedessero la tecnologia per lasciare il loro pianeta.
Le consegne erano chiare: trattandosi di una specie primitiva e fondamentalmente deficiente era, ed è tuttora, assolutamente proibito prendere contatto con essa e soprattutto rendere nota la propria presenza. Questa è, a dire il vero, una consegna assai poco rispettata; bisogna infatti sapere che buona parte della loro tecnologia i terraioli la devono all’aiuto di fuorilegge che sulla terra hanno trovato rifugio, trattandosi di un pianeta extragiurisdizionale per la giustizia galattica. Almeno fino a quando non si spingeranno fuori del loro sistema e avranno i primi contatti con lo spazio esterno.
Ma torniamo alla mia storia, io sono sempre stato molto rispettoso della legge e, soprattutto, ho sempre odiato trovarmi sullo stesso pianeta con forme di vita orribili e primitive, così mi avviai correndo con tutti i miei pseudopodi verso la mia nave, orgoglio della flotta galattica e mio personale. Dovevo fare in fretta, in breve sarebbero arrivati i terraioli, così non badai troppo alle procedure di sicurezza in caso di decollo d’emergenza. Nei miei dodicimila anni di vita fu l’errore più grosso che feci. Se avessi dato un’occhiata agli strumenti mi sarei certo accorto che sulla mia rotta si trovava una piccola tempesta di micrometeoriti; incrociarne una è un fatto talmente improbabile che da molti è ritenuto addirittura impossibile, ma quando si nasce con le lune di Laguna 1 in Beta Orionis sono cose che possono anche succedere. I micrometeoriti passarono attraverso lo scafo della mia nave come se si fosse trattato di una volgarissima lega di titanio-berillio, risparmiarono la cellula di sopravvivenza, ma il resto della nave non fu altrettanto fortunato. Motore e timone direzionale furono praticamente distrutti e così cominciai inesorabilmente a cadere entro un orbita che mi avrebbe portato dritto dritto sulla Terra, Cercai di lanciare un segnale di emergenza ma le comunicazioni erano andate. Sganciai la capsula di emergenza e atterrai dolcemente sul pianeta. Dovetti pensare ad una soluzione rapidamente, prima che qualcuno potesse individuarmi e scoprirmi; alla fine realizzai che l’unica possibilità era di introdurmi in un essere della specie umana, come ospite, per passare inosservato. Ancora oggi, quando penso a questa decisione rabbrividisco, ma era la mia unica possibilità.
Decisi che avrei utilizzato il corpo di un nuovo nato e riuscii ad occuparne uno venuto al mondo la sera del 21 luglio, fu abbastanza semplice, erano ancora tutti distratti dal grande evento. Il corpo sarebbe durato qualche anno e avrei avuto la possibilità di modificarlo a mio piacere e intanto avrei potuto pensare con calma a qualche altra soluzione. Ora sono quarant'anni che mi trovo in questo involucro e comincio ad esserne stanco, non mi ci sono ancora abituato, gli esseri umani sono davvero brutti, il pianeta sarebbe anche carino, oddio, non tutto, ma loro lo stanno distruggendo e poi sono davvero troppi e incapaci di gestirne le risorse e sarà sempre peggio. Sono così stupidi che sprecano un sacco di denaro e risorse a cercare di prevaricare l'uno sull'altro, dai singoli individui alle intere nazioni, non hanno ancora trovato il sistema di viaggiare nello spazio interstellare, pensare che ce l’hanno sotto il naso.
La mia speranza è che un giorno qualcuno mi trovi quaggiù e mi riporti a casa, darei la mia collezione di fossili di Sirio. Ad ogni modo il mio timore principale è sempre quello di essere scoperto. Capita tutte le volte che sento qualcuno dire che vengo dalla Luna o che sono un lunatico….che sospettino qualcosa?

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