venerdì 6 giugno 2014

L'Europa delle invasioni


Di fronte alle spiagge sulle quali il 6 giugno del 1944 decine di migliaia di soldati alleati sbarcarono per strappare l'Europa ai nazisti si trova un piccolo paese, famoso per una delle opere più importanti che ci ha lasciato il medioevo, Bayeux. L'arazzo di Bayeux è l'orgoglio e il simbolo della Normandia, racconta di un'altra invasione, in senso inverso, quella che portò i Normanni nel 1066 a conquistare l'Inghilterra, e lo fa in modo dettagliato per oltre settanta coloratissimi e vivacissimi metri di lunghezza.  Già Napoleone se ne era impossessato per esaltare i suoi generali e far loro invadere l'Inghilterra. Essendo una delle più grandi rappresentazioni di potere e conquista rivolte contro gli inglesi era chiaro che avrebbe solleticato l'appetito dei nazisti e infatti Goering provò a impossessarsene. I Francesi avevano in modo provvidenziale già messo al sicuro l'arazzo nel 1940 e per quattro anni temporeggiarono di fronte alle pressanti richieste tedesche di ottenerlo, fino alla fine di giugno del 1944, quando i tedeschi, già peraltro piuttosto occupati a contenere l'invasione, trovarono comunque il tempo per  requisirlo e lo portarono al Louvre in attesa di trasferirlo in Germania. A metà di agosto dello stesso anno, in una parigi vicina all'insurrezione due ufficiali delle SS provenienti da Berlino si presentarono al governatore militare, il generale Von Choltitz. La storia è raccontata da Rober Edsel in "Monuments Men" e in parte anche da Anthony Beevor nella sua monumentale opera sull'invasione della Normandia. Il generale Von Choltitz portò le due SS sul balcone del suo ufficio e mostrò loro il tetto del Louvre distante poche decine di metri, pieno di partigiani con una mitragliatrice che sparava sui tedeschi, disse loro che l'arazzo era là, nei sotterranei. Le SS fecero presente che il museo era occupato dai partigiani al che il generale rispose: "lo è, e anche molto, è diventato il posto di comando dei partigiani". I due ufficiali chiesero come era possibile prendere l'arazzo e il generale replicò (forse ironicamente aggiungo io) che loro erano l'elite del miglior esercito del mondo e che lui sarebbe stato lieto di fornir loro copertura mentre loro avrebbero dovuto solo attraversare Rue de Rivoli entrare nel palazzo prendere l'arazzo e venir via.
Quando quattro giorni dopo gli alleati arrivarono in città l'arazzo di Bayeux era ancora al sicuro nei sotterranei del museo. Dei due ufficiali orgoglio della pura razza ariana invece si erano perse le tracce.

mercoledì 4 giugno 2014

Memento

Qualche volta mi vado rileggere cose che avevo scritto qui in passato in occasione del ricordo di certi eventi. Questo l'avevo scritto l'anno scorso, trovo che vada ancora bene.

La scorsa estate sono stato quasi un mese a Pechino, che è una città straordinaria della quale si potrebbe parlare ore, così come della Cina contemporanea per la verità. Naturalmente sono stato anche a Tien An Men. La piazza è veramente enorme, ed è una fortezza, nella quale si entra solo dopo controlli come quelli di un aereoporto. Le telecamere di sorveglianza uno ha la sensazione di averle attaccate anche al sedere e la quantità di poliziotti in borghese è senz'altro maggiore di quella dei poliziotti in divisa che sono già un'enormità. La sensazione precisa è che una cosa come quella del 1989 nella Cina di oggi sia assolutamente impossibile da ripetersi. Probabilmente una rivolta popolare in quella piazza lo sarebbe anche se i controlli non fossero così maniacali, alla maggior parte dei cinesi sembra che le cose vadano bene così come sono. Piazza Tien An Men non sembra proprio lo stesso posto dove avvenne una strage della quale probabilmente non conoeceremo mai le vere dimensioni, i cinesi sono bravissimi a ripulire le tracce. La foto quassù è impressionante, siamo sempre stati abituati a vederne un particolare in dettaglio, ma quell'omino laggiù non si stava "semplicemente" opponendo a due o tre carri armati. Se possibile questo ne accresce ancora il coraggio e quando a qualcuno viene da usare la parola "eroe" un po' così, a cazzo direi, sarebbe utile si guardasse questa foto.