domenica 21 febbraio 2010

Amici VS Xfactor 2-0

Era chiaro che sarebbe andata così: se in paese fondato sulla telecrazia dai al popolo "democraticamente" la possibilità di eleggere un vincitore, la scelta molto facilmente cadrà non su chi vale, ma su chi si vede più spesso. Questa è una cosa che dovremmo sapere molto bene qui in Italia da quindici anni a questa parte. E così succede che appena scatta il televoto ecco che la fanno da padroni i prodotti televisivi in barba alla musica. Allora, se vogliono un festival della musica italiana qualcosa devono cambiare, se no bisogna chiamarlo in un altro modo. Soluzioni semplici, come cambiare il criterio di scelta dei cantanti oppure la dinamica del voto. Certo, se l'unica cosa che conta è lo share, allora non c'è speranza. Altro segnale allarmante, ma perfettamente coerente con i tempi che corrono: gli "amici" sardi di Maria De Filippi continuano a dominare.

sabato 20 febbraio 2010

Essi sono tra noi

(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.

(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.

(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio

(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

venerdì 19 febbraio 2010

Inutili fardelli


Nel 2008, dopo essere stato trombato alle elezioni l'erede della nostra insulsa ex casa regnante scriveva questo comunicato ai suoi fedelissimi della organizzazione valori e futuro:

"MESSAGGIO DI SAR IL PRINCIPE EMANUELE FILIBERTO SULLE ELEZIONI 2008
Ho accolto il risultato elettorale serenamente, certamente non posso dire di essere soddisfatto dal punto di vista della percentuale ottenuta, tuttavia sono felice di aver portato un messaggio nuovo e costruttivo tra i tanti concittadini residenti all'estero.
Ho avuto pochissimo tempo a disposizione ed ho potuto incontrare solo poche migliaia di elettori, per lo piu' in Svizzera ed in Belgio.
Dai dati pervenuti si evince che nelle sezioni consolari delle città da me visitate la percentuale di Valori e Futuro supera il 4%, questo dato mi conforta perchè conferma che se avessi avuto maggiori risorse avrei potuto raggiungere ben altri risultati.
Sono pronto a proseguire in questo cammino, i miei elettori potranno contare su di me anche fuori dal Parlamento Italiano. Ora dovremo approntare una nuova strategia in vista delle prossime scadenze elettorali, lo faremo sempre nel segno dei Valori e delle Tradizioni che sono alla base del nostro messaggio politico.

Emanuele Filiberto di Savoia"

Invito all'attenzione, soprattutto delle ultime quattro righe nelle quali il cosidetto principe si dice pronto a proseguire il cammino con nuove strategie nel segno di valori e tradizioni e blah blah blah. Evidentemente dietro alla partecipazione a "ballando con le stelle" e Sanremo c'è una strategia profonda che gli ingenui non hanno colto, come molto bene si evince (il principe mi scuserà se gli copio l'eloquio forbito) dal testo del brano con cui vergognosamente si è presentato al festival


"

giovedì 18 febbraio 2010

Se ne sono andati


Abdulhakim Ismailov è stato un uomo fortunato. Nato in Dagestan nel 1916 fu arruolato nell'esercito sovietico fin dal 1939 e attraversò sopravvivendo tutta la guerra passando anche per Stalingrado. Fu ferito due volte e arrivò infine a Berlino dove il 2 maggio del 1945, due giorni dopo la caduta della città, fu fotografato da Yevgeny Khaldei mentre issava la bandiera rossa (che in realtà era una tovaglia rossa con stella falce e martello di cartone) sul Reichstag. Abdulhakim dopo la guerra tornò nel suo paese dove visse tranquillamente il resto della sua vita. La foto è diventata un simbolo che ha attraversato i decenni fino a noi, come molti scatti costruiti un po' artificiosamente è stata oggetto di polemiche e speculazioni compresa la vera identità del soldato ritratto con la bandiera che ottenne il suo primo vero riconoscimento solo nel 1996.

La fine della musica italiana?

Quest'anno l'ho fatto, ho messo da parte la tendenza un po' snob di non guardare Sanremo per poi dire: "Ah, io quella roba lì non la vedo mai!"; mi sono messo lì e l'ho guardato proprio tutto (con qualche pausa, non è che mi si possa chiedere di resistere tanto). Per la verità l'avevo fatto anche negli anni passati, però ascoltando la Gialappa che aiutava molto a digerire l'evento. Ma quest'anno qualcuno ha deciso che la Gialappa non andava bene e così "Rai dire Sanremo" è stato tagliato.
Che dire. Che il festival sia morto come evento musicale vero e proprio per assumere le caratteristiche proprie dell'evento televisivo l'avevo già notato l'anno scorso e l'avevano sancito la conduzione di Bonolis con la santificazione della De Filippi e la vittoria di Marco Carta. Quest'anno per rincarare la dose il palco dell'Ariston pullula di giovani talenti o presunti tali creatisi dal nulla nell'ultimo anno nei vari talent show televisivi. C'è da chiedersi cosa ne pensino davvero di questa cosa cantanti e musicisti che la "musica italiana" l'hanno praticata per decenni. Ma il mondo è cambiato, mode e mercato hanno creato nuove tendenze e quindi va così, mettiamoci l'anima in pace. Però, mode e mercato generano anche cose strane, come Susan Boyle, bella voce per carità, ma è tutto questo fenomeno? Voglio dire, una voce anche superiore alla media, giustifica un fenomeno globale di questo genere con spellamenti di mani e standing ovation? In un mondo senza Internet di Susan Boyle non si sarebbe saputo nulla al di fuori dei confini inglesi e non se ne sarebbe sentita la mancanza, invece la formula brutta brutta in modo assurdo ma con voce celestiale ha avuto una risonanza planetaria creando una specie di fenomeno da baraccone, freaks del terzo millennio. Perchè, parliamoci chiaro, non è la voce la cosa eccezionale qui, ma la combinazione delle due caratteristiche che crea il fenomeno.
P.S. Comunque per me dovrebbe vincere Malika

mercoledì 17 febbraio 2010

Non mi avrete maiiiiiiiii


By Pop Topoi

trasecolo

E che, si fa così? Si va via così senza dire niente, che uno lo deve venire a sapere per strada? Come un ladro nel buio? Come una volpe dal pollaio? Dopo tanti anni di onorata carriera da infiltrata così ben mimetizzata che nessuno aveva neppure per un minuto sospettato che tu col centro sinistra non ci azzeccavi neanche un po'. Come minimo dovranno darti un posto da dirigente lì dove vai. E noi, vabbè, scusa se non sentiremo la tua mancanza, mi pare di respirare già meglio.

lunedì 15 febbraio 2010

Mi hanno bruciato il cavallo


Qualche giorno fa ho scritto che puntavo su Bertolaso per la corsa a palazzo Chigi nel dopo Berlusconi. Continuo a credere che quello fosse il progetto, più o meno chiaro anche ai suoi creatori. Probabilmente però la cosa l'ha pensata anche qualcun altro e d'altra parte il sottosegretario con i superpoteri non è stato sufficientemente accorto da evitare di voler emulare alcune tendenze un po' particolari a cui il presdelcons non riesce proprio a sottrarsi. Così l'uomo al quarto posto per popolarità in Italia ma che ha creato notevoli malumori nel palazzo soprattutto dalla parte del suo capo è stato bruciato. Potrebbero cercare di recuperarlo, magari congelandolo per un po', ma a occhio e croce mi sa che Silvio se ne deve cercare un altro.

venerdì 12 febbraio 2010

giovedì 11 febbraio 2010

miracoli e co.

Il film non lo so, ma sembra interessante, la barzelletta che si sente nel trailer è strepitosa:
tre preti in poltrona, uno racconta che Gesù, lo Spirito santo e la Madonna su una nuvola programmano le vacanze. Lo Spirito Santo dice: "potremmo andare a Betlemme", allora Gesù interviene: "Ma no, ancora Betlemme, ci siamo già stati" e lo Spirito Santo: "Allora potremmo andare a Gerusalemme." E Gesù: "Ancora, anche a Gerusalemme siamo stati un sacco di volte". "Mmmmh, fammi pensare" riflette lo Spirito Santo, "ci sono, potremmo andare a Lourdes". La Madonna fa un salto: "Fantastico! Non ci sono mai stata".

Pensieri scemi

Il mese prossimo ricorre il centesimo anniversario della morte di Gaspard Felix Tournachon, in arte Nadar. Nadar, che è il padre della fotografia, morì il 21 marzo del 1910 a 90 anni, significa che era nato nel 1820. L'altra sera mentre stavo leggendo un articolo che ne parlava pensavo che, tecnicamente, oggi potrebbe essere ancora in vita una persona che avrebbe potuto conoscerlo. Voglio dire, uno nato un anno prima che morisse Napoleone, un uomo che ha fotografato tutti i più importanti personaggi della cultura francese dell'ottocento. Sembra roba lontana mille anni luce e invece è qui dietro. Non vuol dire niente, però mi ha fatto impressione.

martedì 9 febbraio 2010

Aridaje

Anche quest'anno mi ero ripromesso di riuscire a guardare il superbowl, ma cavolo, con quegli orari, poi uno la mattina è uno straccio. Comunque, memore dello show di Bruce Springsteen l'anno scorso mi sono detto, almeno gli Who all'intervallo. Niente, chi l'ha visto l'intervallo. Per fortuna c'è you tube. La partita mi pareva meno interessante sembrava cosa fatta per Indianapolis e invece ha vinto New Orleans. Vedi un po'.

M'illumino di meno


Questo blog aderisce a "M'illumino di meno".

Per il ghiaccio non c'è problema

Ernest Shackleton è il mio eroe tragico preferito, grande esploratore, fallì tutte le imprese a cui partecipò, ma ne uscì sempre in modo grandioso. Nei primi anni del novecento chiunque si fosse trovato nelle peste durante qualche spedizione avrebbe voluto Shackleton con sè. Nel 1901 partecipò con Scott al primo tentativo di conquistare il Polo Sud, fallirono e lui quasi ci rimase, ma era giovane e inesperto. Nel 1908 ci riprovò con due compagni, arrivarono ad un pelo dalla meta ma dovettero rinunciare. Il viaggio di ritorno fu estenuante, si salvarono grazie alla carne dei loro pony e Shackleton fu accolto in Inghilterra come un eroe. Nel 1912 al Polo Sud ci arrivò per primo Amundsen, Scott arrivò poco dopo ma morì sulla strada del ritorno. L'inghilterra battuta necessitava di grande impresa così Shackleton organizzò un'attraversata a piedi dell'Antartide, e lì raggiunse l'apice. La spedizione non arrivò neppure a toccare terra, la nave su cui viaggiava Shackleton con i suoi 27 compagni fu imprigionata dai ghiacci e vagò alla deriva per mesi fino ad affondare. Da quel momento gli uomini vagarono sui ghiacci. Fu un'epopea che durò venti mesi, , sopravvissero mangiando foche, pinguini e (questo non piacerà a qualcuno) anche alcuni dei loro cani da slitta, Schackleton li riportò a casa tutti vivi.
Penso spesso a Schackleton durante le mie fredde giornate invernali nella pianura lombarda, alla fine il disagio che devo patire io è ben poca cosa nonostante le previsioni catastrofiste del meteo di Italia 1. In questi giorni è passata la notizia del recupero di alcune casse di Whisky abbandonate in un rifugio da Shackleton durante la spedizione del 1907. Secondo Richard Paterson, mastro miscelatore della Whyte & Mackay's, attuale proprietaria della distilleria scozzese McKinlay and Co che fornì la spedizione, il whisky di Shackleton è ancora «bevibile» e dovrebbe avere lo stesso gusto di un secolo fa. Se riuscisse a ottenerne un campione, sarebbe in grado di riprodurlo. Speriamo, mi piacerebbe poter brindare con quel whisky al mio eroe sfigato preferito

domenica 7 febbraio 2010

Efficenza teutonica


Ho già parlato qui dei camion a gas a Chelmno, questa è un' informativa classificata segreta delle SS, è un po' lunga, ma vale la pena leggerla.

“Berlino, 5 giugno 1942. modifiche da apportare ai veicoli speciali attualmente in servizio a Kulmhof, Chelmno e a quelli attualmente in costruzione.

Dal mese di dicembre 1941 97000 sono stati “trattati” dai tre veicoli in servizio senza incidenti degni di nota. Tuttavia, tenuto conto delle osservazioni fatte fin qui, si rendono necessarie le seguenti modifiche tecniche:

1 Il carico normale dei camion è generalmente di nove o dieci per metro quadrato. Nei mezzi Saurer, che sono molto voluminosi, non è possibile l'utilizzazione totale dello spazio. Non a causa di un eventuale sovraccarico, ma perchè il carico alla capacità massima avrebbe ripercussioni sulla tenuta di strada del veicolo. Sembra quindi necessaria una diminuzione dello spazio di carico. Si dovrebbe assolutamente ridurre questo spazio di un metro, invece di cercare di risolvere il problema come si è fatto finora, diminuendo il numero dei “pezzi” da caricare. Quest'ultimo procedimento ha lo svantaggio di richiedere un tempo di funzionamento più lungo, poiché lo spazio vuoto deve essere ugualmente riempito di ossido di carbonio. Per contro, se si diminuisce lo spazio di carico, pur caricando al massimo il veicolo, il tempo di funzionamento può essere notevolmente ridotto. I costruttori del mezzo ci hanno detto (…) che la riduzione della parte posteriore del camion provocherebbe un pericoloso squilibrio. L'avantreno sarebbe infatti sovraccarico. Ma in realtà l'equilibrio si ristabilisce naturalmente per il fatto che la “merce” caricata, durante il funzionamento mostra una tendenza naturale a pigiarsi verso gli sportelli posteriori e alla fine dell'operazione si trova pigiata soprattutto in quel punto. Così non si produce nessun sovraccarico all'avantreno.

2 Occorre proteggere l'impianto di illuminazione interna più di quanto sia stato fatto finora. Delle griglie di ferro devono circondare le lampadine per evitare che vengano danneggiate. La pratica ha dimostrato che si potrebbe fare a meno delle lampadine, in quanto esse non sono apparentemente mai utilizzate. Tuttavia si è potuto notare che al momento della chiusura degli sportelli il “carico” preme sempre fortemente verso questi appena sopraggiunge l'oscurità. Ciò risulta dal fatto che il “carico” si precipita naturalmente verso la luce quando viene il buio, il che rende difficile la chiusura degli sportelli. Inoltre si è potuto notare che a causa del carattere inquietante dell'oscurità le grida scoppiano sempre al momento della chiusura degli sportelli. Sarebbe dunque opportuno accendere le luci prima e durante i primi minuti del funzionamento.

3 Per una pulizia agevole del veicolo si deve praticare al centro del pianale un foro di svuotamento a tenuta stagna. Il coperchio del foro di un diametro da 200 a 300 mm, sarà munito di un sifone inclinato, in modo che i rifiuti liquidi possano già disperdersi durante il funzionamento. Al momento della pulizia il foro di svuotamento servirà allo scarico dei rifiuti solidi. Le modifiche tecniche menzionate qui sopra devono essere apportate ai veicoli un servizio unicamente al momento in cui questi avranno bisogno di essere riparati. Quanto ai dieci nuovi veicoli ordinati alla Saurer, dovranno nella misura del possibile essere allestiti con tutte le innovazioni e modifiche dettate dalla pratica e dall'esperienza.

Sottoposto alla decisione del Gruppenleiter II D, Obersturmbannfuhrer SS Walter Rauff

Firmato Just.

Le virgolette alle parole che si riferiscono al carico le ho aggiunte io.


Il dono della sintesi


Come dice il mio amico Trivigante scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono, con un'ulteriore raccomandazione, a mio modesto parere: 'lattenzione alla sintesi. Questo qui la sintesi la deve ancora imparare.

sabato 6 febbraio 2010

Ma chi se ne frega della storia

E' bello Avatar, bellissimo, una vera e propria festa per i sensi, qualcosa a cui non eravamo abituati e infatti guardandolo spesso si resta disorientati perchè il nostro cervello deve compiere alcune operazioni in più per compensare l'inganno a cui lo sottopone l'effetto di profondità e tridimensionalità degli oggetti sullo schermo.
Molte delle persone con cui ho parlato del film in questi giorni ne hanno lamentato la banalità della storia. Vero, la trama non eccelle per originalità, ma non si può pretendere che un film costato millantamilioni di dollari sia destinato ad un pubblico da cinema d'essai. Avatar è stato realizzato per battere tutti i record di botteghino di ogni tempo, va da sè che la storia deve essere immediatamente comprensibile e riconoscibile da chiunque. E comunque va bene così: dopo esserci sputtanati i popoli precolombiani, gli indiani d'america, svariati ecosistemi e infinamai i samurai ci restavano solo gli alieni e così il fim suona un po' come un ammonimento: dovesse capitare qualcosa del genere nel futuro, vedete di non combinare i soliti casini. Non servirà, non è servito mai, certi film servono ad elaborare il senso di colpa. Questo in particolare suona preventivo ma nasconde non troppo in profondità i soliti concetti quindi va bene; il messaggio sarà scontato, avrete in ogni momento la certezza di come andrà a finire ma fregatevene e lasciatevi imbambolare e trascinare dalla festa organizzata per i vostri occhi.

E fate buon viaggio!

Cari amici Strac....Estra...insomma, quella roba lì, avete capito. Grazie, grazie ancora per aver preferito il nostro paese e in particolare la nostra città per la vostra permanenza qui. Ci dispiace che non è come pensavate, ma noi ve lo avevamo detto che non era mica il Bengodi questo. C'abbiamo già i nostri problemi: parcheggi per i SUV, la crisi, il lavoro, le tasse. Ci mancavate solo voi altri. Ma non vogliamo che pensate che non siamo generosi, così se volete tornare a casa vostra non dovete fare altro che dircelo e sarete esauditi. Pensate, con tutti i problemi che già abbiamo vi daremo dei bei soldi (500 euri) un biglietto di solo ritorno (eh sì, perchè se andate poi dovete promettere che per cinque anni non vi fate più vedere) per i vostri bei paesi dove vi rivedremo volentieri quando noi verremo a farci le vacanze. Avete visto che generosità? E poi non dite che noi siamo senof....csenof... insomma razzisti, che brutta parola, non ci si addice. Quindi aderite numerosi, vi accompagneremo all'aereoporto per augurarvi buon viaggio vi saluteremo sventolando fazzolettini.....verdi.

mercoledì 3 febbraio 2010

Casomai una trota

Se voi foste un resposabile locale della lega lombarda, magari di un collegio elettorale non proprio capitale ma comunque importante e qualcuno vi chiamasse dicendo qualcosa del tipo: "Guarda candidiamo il figlio dell'Umberto, ma tu non ti preoccupare, deve farsi le ossa, niente liste chiuse, deve guadagnarsi i voti..." Come vi comportereste? Fareste come vi è stato suggerito con il rischio un domani di coordinare al massimo le ronde del vostro quartiere oppure stendereste tappeti rossi davanti al giovane e brillante figlio d'arte, sgombrando magari pure il campo da potenziali e fastidiosi concorrenti? Vedete un po', intanto il ragazzo, 22 anni di belle speranze, pare sarà candidato a Brescia alle prossime regionali. Niente da dire, un bel colpo piazzare uno che si è diplomato con un calcio in culo dopo tre tentativi nella città del ministro della pubblica istruzione, la quale ha peraltro appena dato mandato alle scuole di non ammettere alla maturità studenti che abbiano anche una sola materia insufficente. il "trota", come fu definito dal padre a chi gli chiedeva se lo considerasse il suo delfino, è un degno rappresentante del futuro quadro dirigente della nostra politica e d'altra parte, scuola esclusa, annovera già nel suo carniere grandi successi come l'organizzazione dell mondiale di calcio per nazioni che non esistono oppure la presenza nell'organico dell'osservatorio sulle fiere lombarde, che non si sa bene cosa sia a parte che è un'invenzione della lega.
Avanti così dunque, in fondo forse un po' ce lo meritiamo pure.