sabato 23 giugno 2012

I see dead people

Il signore nella foto occupava assieme ad un'altra mezza dozzina di individui una tomba in muratura attaccata all'abside di una chiesa e vecchia di almeno cinquecento anni. Doveva essere stato l'ultimo inquilino della sepoltura, perchè era l'unico di cui si riconoscesse ancora lo scheletro composto al centro, mentre tutti gli altri erano stati poco cortesemente spostati ai lati per fargli posto. L'ambiente non era decisamente gradevole, piccolo, umido, non proprio profumato e oltretutto molte ossa erano coperte di calce segno che la morte degli individui non doveva essere stata causata dalla vecchiaia. Svuotare quella fossa non è stato esattamente il lavoro più piacevole della mia vita, ci ho impiegato tre giorni nei quali ho riempito tre o quattro casse di ossa di cui non era possibile neppure capire a chi appartenessero. Tre giorni in un ambiente, buio, piccolo, umido e pieno di gente morta male dovrebbero essere sufficienti per sentire "presenze particolari" e in effetti  ci si pensa pure parecchio: se dovete farvi vivi fatelo ora. Così, mentre la suggestione monta è pure possibile che uno percepisca sensazioni particolari come quella specie di scossa che ho provato prendendo fra le mani il teschio nella foto e che mi ha indotto a rimetterlo a posto e sognarmelo qualche notte dopo, solo un istante, dopo il quale l'operazione di svuotamento è ripresa e ho finito di riempire le mie casse di ossa senza altri inconvenienti. Io sono pure disposto a discutere di una qualche forma di energia che viene "lasciata" da un essere vivente al momento della sua dipartita, chiamatela anima, chiamatela spirito, fantasma o come vi pare, se ne può parlare seriamente, ma non come è stato apparecchiato dalla banda di cialtroni che conduce la trasmissione "Mistero" nel servizio di un paio di sere fa sul mistero del fantasma del monastero di Cairate, con corredo di rumori di cose che cadono e passi sempre nelle altre stanze e sensitive che all'improvviso si mettono a piagnucolare che è meglio per tutti uscire. Poi vabbè, se serve a far pubblicità a un bene culturale..

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