martedì 5 giugno 2012

Stregati da Venere


Questa foto l'ho fatta otto anni, fa, durante l'ultimo transito di Venere sul Sole, con la mia vecchia fedele reflex che ora langue da qualche parte in un armadio, la scattai usando un filtro di fortuna fatto con della carta stagnola. Domattina ci riproverò confidando nel bel tempo. Non dovesse andarmi bene mi considererò comunque un uomo fortunato per aver visto almeno un transito nella mia vita, senz'altro molto più fortunato di quanto lo fu l'astronomo francese Guillaume Le Gentil. Nel 1761 molti astronomi si sparpagliarono per il mondo in modo da registrare da vari punti la posizione di Venere sul disco solare per poi con un sistema di calcolo basato sulla triangolazione stabilire con esattezza la distanza della Terra dal Sole. Le Gentil scelse di osservare il transito da Pondicherry, una colonia francese in India. Per sua sfortuna mentre era in viaggio scoppiò tanto per cambiare una guerra fra Inghilterra e Francia che gli rese impossibile raggiungere la sua meta, occupata dagli inglesi. Al momento del transito Le Gentil era in navigazione verso le Mauritius e dalla nave in movimento non riuscì a combinare nulla. Ora, capita per l'appunto che la frequenza dei passaggi di Venere sul disco solare sia piuttosto regolare: ne fa due a distanza di otto anni e poi li ripete dopo più di un secolo. Le Gentil era uomo pratico, così scelse di aspettare otto anni nella zona in attesa del passaggio successivo dedicandosi ad altre attività come la redazione di una mappa delle coste del Madagascar. Nel 1769 decise di osservare il passaggio dalle Filippine ma le autorità spagnole non glielo permisero, così tornò a Pondicherry che nel frattempo era ritornata francese, si costruì un oservatorio e attese l'agognato momento. Il giorno tanto atteso fu nuvoloso e non fu possibile vedere niente. Va da sè che Guillaume ci rimise quasi il senno, ma si riprese e tornò in Francia dove nel frattempo era stato dichiarato morto, sua moglie si era risposata, la sua eredità divisa e la sua cattedra accademica andata ad un altro. Chiunque si sarebbe buttato nella Senna, io l'avrei fatto, ma il tenace Le Gentil grazie all'aiuto del re ebbe una nuova cattedra e pare che si risposò anche, dedicando gli ultimi anni della sua vita a scrivere un'imponente opera di memorie. E poi dicono che l'astronomo è un mestiere noioso

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