Ieri sera mi sono trovato coinvolto in un piccolo scambio di battute su twitter in seguito ad un mio tweet nel quale ho manifestato qualche perplessità sulla prossima tornata elettorale nel panorama che ci si sta preparando. La cosa è stata doppiamente interessante, in parte perchè lo strumento ti mette in contatto con la più grande varietà di persone delle quali altrimenti non si potrebbe mai neppure immaginare l'esistenza, e poi perchè il tutto suscita grande stimolo alla discussione e ti mette in condizione di valutare i tuoi pensieri anche da altri punti di vista. Ad ogni modo il tema nello specifico era il legittimo dubbio sull'esercizio del diritto/dovere di voto in vista delle prossime elezioni. Io sono sempre andato a votare in vita mia. Nonostante il mio anarchismo di fondo l'ho sempre considerato uno strumento di esercizio della politica fondamentale ad uso del singolo cittadino e in linea di massima penso che neppure questa volta rinuncerò a farmi un giretto al seggio. Però il dubbio l'ho avuto e l'ho ancora, e mi riservo di aspettare fino in fondo a quella che si prospetta una campagna elettorale delirante per decidere. Credo che la scelta di non votare se esercitata con consapevolezza del gesto sia assolutamente rispettabile, l'unico appunto che mi sento di fare è che in questo modo può restare il dubbio che il non voto di chi fa questa scelta vada a mescolarsi al non voto di quelli a cui in fondo frega poco o niente e il senso del messaggio che si vuole dare si perda un po'. Personalmente come messaggio da mandare ad una classe politica inetta e lontana dal popolo che dovrebbe amministrare mi pare che potrebbe essere più forte il voto nullo: ossia andare alle urne, manifestare la presenza di cittadino elettore con il numero e poi lasciare bianco o annullare la scheda nei modi più creativi. In nessun altro modo il messaggio potrebbe essere più chiaro: noi ci siamo, siamo qui e nessuno di voi merita la nostra fiducia un'altra volta.
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