giovedì 20 dicembre 2012

Se ne sono andati


Sto leggendo un libro di Paco Ignacio Taibo II sulla battaglia di Alamo. E' molto interessante e scritto molto bene. Taibo II mi piace molto, scrive molto bene e soprattutto è uno che si documenta, così un giorno si è chiesto come mai una piccola insulsa battaglia avvenuta nel 1836 e pressochè ignorata dalla storiografia messicana all'interno di un evento bellico più vasto come fu quello della guerra d'indipendenza del Texas sia poi diventato così importante per i "gringos". Talmente importante da diventare un evento fondamentale e costituente del mito fondativo della nazione statunitense. E' un punto di vista interessante, io ero convinto che una cosa del genere fosse da cercare nella guerra d'indipendenza, George Washington, roba così. E invece no, pare proprio che uno scontro nel quale oltretutto gli americani furono tutti massacrati abbia inciso più profondamente che ogni altra cosa sull'immaginario americano. Come è stato possibile? Per la verità il libro non l'ho ancora finito ma sospetto che Hollywood abbia più di qualche responsabilità in questa cosa. L'aspetto più interessante, fino al punto a cui sono arrivato, sta però nella descrizione dei personaggi protagonisti della battaglia dalla parte americana: Davy Crockett, Jim Bowie e tutta quella gente lì che noi oggi associamo a John Wayne, Richard Widmark e altri volti che dovevano rendere l'ideale eroico di patrioti pronti a versare il sangue per l'indipendenza e la libertà texana e quindi americana nella realtà erano tutt'altro tipo di personaggini. Taibo II ha passato anni facendo ricerche minuziose sulle biografie degli "eroi" di Alamo mitici protagonisti di un'epopea nazionale e quello che ne è venuto fuori è tutt'altro che eroico. In realtà pare che tutte quelle persone avessero solidi interessi di carattere economico per imbarcarsi in quella faccenda, più che altro basati sulla possibilità di esercitare liberamente la tratta degli schiavi. Inoltre parecchi erano mezzi delinquenti, alcolizzati, attaccabrighe e violenti. Di Jim Bowie, uno dei maggiori protagonisti si dicono diverse cose fra cui che fosse un rissoso dal coltello facile, un farabutto dei peggiori. Ecco, tutto questo mi ha portato a fare una riflessione legata ai tragici eventi di questi giorni negli Stati Uniti, a tutti quei bambini uccisi e sulla possibilità che davvero Obama possa fare qualcosa per evitare o limitare la proliferazione di armi nel paese. Io gli auguro di riuscire nell'intento, ma credo che una nazione che fonda i suoi miti di formazione su eventi e personaggi come quelli che furono protagonisti ad Alamo, avvenuti poco più di 150 anni fa e ha fatto della libertà di girare armati un elemento fondamentale della sua costituzione e dove oltretutto le lobbies dei produttori di armi hanno poteri non pensabili altrove sarà difficile da cambiare. Più facile che diano le armi a maestre e bidelli.
A margine, ma mica tanto, qualche giorno dopo sono saltate su una mina dieci ragazzine afgane, morti di serie B, come al solito. In questi casi penso sempre a come passeranno il Natale i proprietari delle ditte che fabbricano gli ordigni e i senzaltro brillanti commerciali che avranno messo a segno la vendita dei pezzi prendendosi magari anche una bella commissione o premio e gli auguro che gli vada di traverso il brindisi.

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