Uno studio pubblicato da un genetista
dell'università di Stanford dice in sintesi che oggi siamo più
stupidi (o meno intelligenti se preferite) dei Sapiens che ci hanno
preceduto, in particolare durante la preistoria. Non ci voleva molto,
basta guardarsi un po' intorno e se lo chiedevano a me gli facevo
risparmiare un po' di quei denari che avranno speso per le ricerche.
A parte gli scherzi è evidente, l'uomo si è evoluto e ha passato
più del 90 % del suo tempo da quando è apparso più o meno 200000
anni fa occupato a risolvere ben altri problemi che procurarsi una
cena congelata al centro commerciale o riavviare un computer
bloccato. Se un cacciatore-raccoglitore che viveva nella savana non
riusciva a risolvere con i pochi strumenti di cui disponeva problemi
essenziali legati alla sopravvivenza sua e della sua progenie in
breve tempo sarebbe diventato lui la cena di qualcos'altro e presto
si sarebbe estinto, altro che non sapere come andare a lavorare se
c'è sciopero dei benzinai o ci sono le targhe alterne. L'evoluzione
ci ha prodotto così come siamo per risolvere problemi complessi
legati alla necessità e lo ha fatto anche con qualche conseguenza
spiacevole come i mal di schiena legati ad una postura eretta
imperfetta o un grande sviluppo cerebrale che, come dice un altro
professore di Stanford provoca disperazione esistenziale a causa
della corteccia cerebrale autocontemplativa. E questo è il punto, la
modernità ci ha messo a disposizione un sacco di strumenti che ci
semplificano la vita e forse ci hanno impigrito il cervello, che però
è ancora quello lì, basta usarlo.
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