lunedì 11 febbraio 2013

Le quote rosa della vendetta

Alla fine qualche dubbio che quello non fosse proprio Bin Laden e che le cose possano non essere proprio andate come lei ha raccontato (peraltro molto bene) forse lo ha avuto anche la Bigelow. Nella scena finale, molto bella, del film "Zero Dark Thirty", quando ci viene mostrato l'attacco alla casa fortezza di Abbottabad da parte dei Navy Seals, lo "sceicco del terrore" non viene mai mostrato. Qualche inquadratura fugace è dedicata solo al corpo ormai senza vita e straziato mentre i soldati scattano foto ricordo e poi quando Maya, la protagonista lo riconosce ufficialmente. Pudore? Dubbi? C'entra il fatto che comunque nessuna imagine dell'operazione è stata mai diffusa ufficialmente e la più famosa è solo una foto dello staff di Obama che osserva in diretta non si sa che cosa? Non lo so. Il film della Bigelow è senza dubbio molto bello ed ha a mio parere il merito di mostrare senza troppi veli i metodi coercitivi e disumani che i servizi segreti hanno adottato per arrivare a risultati che sul campo con le azioni militari non riuscivano ad ottenere. Qualcuno ha accusato la regista di aver voluto fare un'apologia della tortura mostrando come anche la sua protagonista ne facesse uso con freddezza e distacco (ma un certo disagio si vede) conducendo gli interrogatori per ottenere risultati altrimenti impossibili. Io non ho avuto questa impressione di apologia. A me è sembrato che alla fine il film mostri come la tortura renda disumani anche coloro che si pongono dalla parte del bene nella lotta contro il male dimostrando che il confine fra bene e male è estremamente labile se non inesistente. Maya, l'agente della CIA che per dieci anni persiste nella caccia ad un fantasma arrivando ad individuare il presunto nascondiglio di Bin Laden, alla fine da l'impressione di essere non meno fanatica di coloro ai quali da la caccia, accanendosi con estrema tenacia nella sua operazione, che alla fine assume anche un carattere quasi di vendetta personale, anche quando da parte degli stessi piani alti della sua organizzazione e della stessa presidenza sembrava che la figura di Bin Laden ormai non avesse più grande importanza perchè i problemi pressanti erano diventati altri. Alla fine l'operazione viene autorizzata (quasi per sfinimento dei superiori di Maya) nonostante la prova schiacciante della presenza di Bin Laden in quella casa non fosse stata portata. Anni di guerre, decine di migliaia di morti, centinaia, forse migliaia di persone imprigionate e torturate, (alcune assolutamente per caso come in passato ci hanno mostrato altri film) e tutto questo non trova nessuna conclusione nell'uccisione (forse) di un uomo che ha rappresentato per anni il male assoluto e che ormai era considerato quasi solo un nome privo di importanza e di cui nessun giudice con quelle prove avrebbe autorizzato la cattura. Ne valeva la pena?

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