sabato 23 febbraio 2013

Intervallo

E in attesa del futuro che verrà mi distraggo andando a rileggermi tutti quei domenicali del Sole che prendo e non riesco mai a leggere fino in fondo, ma che sono sempre fonte di scoperte interessanti. Come questa che ho fatto sugli spinaci. Intendiamoci, a me piacciono un sacco gli spinaci, ma appartengo a una di quelle generazioni cresciute nella convinzione che gli spinaci fossero fondamentali da mangiare per il ferro e quindi in qualche caso indotti a mangiarli forzatamente. Provate ad immaginare per un bambino cosa poteva essere più di trenta anni fa l'idea che ci fosse il ferro negli spinaci. E non parlo solo di Braccio di Ferro, io ero convinto che a metterli sotto l'acqua si arrugginissero, o si potessero arruginire in pancia. Insomma, poi negli anni la scienza dell'alimentazione ci ha insegnato che in effetti gli spinaci sono la verdura che contiene più ferro, ma quello che l'organismo può assorbire è una quantità miserabile. Quindi, se volete ferro, carne rossa: fegato, ma anche carne di cavallo se preferite (Vanno bene i tortellini della buitoni). Ora finalmente ho scoperto da dove è nata la leggenda del ferro negli spinaci. E' tutta colpa di uno sbaglio di trascrizione fatto da un chimico tedesco; pare infatti che nel 1870 Erich Von Wolf nell'annotare alcuni dati scrisse per errore che un etto di spinaci conteneva 35 milligrammi di ferro anzichè 3,5. Et voilà, per decine e decine di anni a venire da quel momento migliaia di bambini crebbero riempiti a forza di spinaci e fu creato anche un eroe dei fumetti per dar loro un incentivo. Ecco, tutto qui, fine intervallo, domani si vota.

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