Ecco, io lo so che il kendo in Italia non è uno sport popolare, come potrebbe esserlo una disciplina che conta sì e no duemila praticanti in tutto il paese? Lo so perfettamente e mi rendo conto che l'attenzione che gli organi di stampa, anche sportivi, possono dargli normalmente corrisponde a zero, e in effetti di solito la cosa non mi crea affatto problemi, anzi. Però in questo caso il silenzio mi è parso un po' troppo. Lo scorso fine settimana l'Italia ha ospitato il quindicesimo campionato del mondo di kendo, a Novara: la copertura mediatica nazionale è stata inesistente, ho sfogliato la Gazzetta dello sport tutti i giorni da lunedì alla pagina degli sport sfigati, niente. Campionato del mondo significa che, anche se solo per un fine settimana, diverse centinaia di atlenti da tutto il mondo sono arrivati in Italia per l'evento, soprattutto da paesi dove questa pratica è considerata a tutti gli effetti uno sport nazionale, come Giappone e Corea. Credo che anche solo per la curiosità, l'accostamento alla pratica della spada (fioretto sciabola e affini) così popolare e fortunata da noi e il fascino legato ad uno sport che deriva da una disciplina antica e suggestiva, l'evento meritasse un'attenzione maggiore.
Se poi il campionato fosse stato oscurato a causa dell'imbarazzante mascotte rappresentata da un orribile pupazzo con spada e guantoni a nome Mr. Makkerone, sintesi dei più triti luoghi comuni sul nostro paese, allora sono d'accordo, meglio non parlarne.
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