Miyamoto Musashi è uno dei personaggi più famosi e celebrati della storia giapponese, vissuto a cavallo fra il XVI e il XVII secolo d.C. combattè, prima di ritirarsi intorno ai quarant’anni ad una vita di studio, più di 60 duelli, vincendoli tutti. Decine di film, romanzi, fumetti e serie tv ne hanno raccontato (esagerandole anche un pochino) le gesta. Le sue tecniche di combattimento hanno esercitato una grande influenza nei secoli che seguirono, in qualche caso anche per la strategia che adottò. All’inizio del ‘600 Musashi si impegnò in una serie di duelli con un clan di famosi spadaccini responsabili forse della morte di suo padre; nei primi due duelli, contro i fratelli a capo del clan, Musashi si presentò sul luogo fissato per il duello sempre in ritardo, quando quelli innervositi non lo aspettavano neppure più; in entrambi i casi colpì di sorpresa senza attardarsi in scuse e spiegazioni e uccise gli avversari con una spada di legno. Successivamente fu sfidato dal figlio di uno dei due capoclan, in quel caso adottò un metodo diverso: si nascose nel luogo del duello prima dell’appuntamento e sbucò fuori all’improvviso quando l’avversario arrivò, uccidendolo all’istante. Questi, insieme ad altri scontri fecero di Musashi una leggenda che dura ancora oggi. due giorni fa si è celebrato l’anniversario dell’attacco di Pearl Harbour, gli americani definirono il 7 dicembre 1941 “il giorno dell’infamia”. Io penso che fu un colpo di genio degli strateghi giapponesi, forse ispirati proprio da Musashi e che, in ogni caso, alla lunga non portò loro bene. Se poi vogliamo parlare di modi scorretti e disonesti di dare inizio ad una guerra possiamo sempre parlare dell’esistenza delle armi di distruzione di massa in Iraq, oppure del golfo del Tonchino in Vietnam.
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