Kepler 22-B potrebbe essere il primo di una lunga serie di pianeti individuati nella nostra galassia che hanno tutte le carte in regola per ospitare la vita. La notizia ha fatto il giro del mondo nelle settimane scorse con la consueta dabbenaggine tipica dei media generalisti, con titoli sul genere: “Scoperto il gemello della terra” o cose evergreen come, “La NASA scopre ET”. La verità è che Kepler 22-B è un pianeta distante da noi 600 anni luce (in termini astronomici praticamente qui dietro), grosso quasi due volte e mezzo la terra , che orbita attorno alla sua stella, simile al Sole, in una zona nella quale l’acqua potrebbe trovarsi allo stato liquido, con tutte le conseguenze del caso. Ma allo stato attuale delle cose gli scopritori non sono ancora in grado di dire se il pianeta sia prevalentemente roccioso, liquido o allo stato gassoso, anche perchè farlo non è proprio facile, non è che lo vedono come nella fantasiosa immagine qui sopra, tanto accattivante quanto irreale. La notizia comunque è straordinaria e se si considera che sono già centinaia i pianeti giganti simili a Giove e a Saturno scoperti fino adesso, questo significherebbe che l’universo è un posto piuttosto affollato. Intanto il programma SETI, che si occupa della ricerca di vita extraterrestre attraverso l’analisi delle onde radio provenienti dalle stelle ha già annunciato che analizzerà i dati provenienti da Kepler 22-B, non si sa mai.
Il programma di ricerca Kepler, che ha portato nel 2009 al lancio del satellite che sta rivelando questo universo fitto fitto di pianeti era cominciato nel 1996 e per arrivare in porto ha dovuto affrontare ogni tipo di problema dovuto ai periodici tagli di fondi a cui la Nasa è stata sottoposta negli ultimi anni, in particolare negli otto anni di amministrazione Bush che i soldi li ha spesi per fare guerre un po’ dappertutto o anche in altre cazzate, come l'episodio, raccontato in un libro da un astronomo che faceva parte del programma, avvenuto allo US Naval Observatory di Washington, uno degli osservatori più antichi e prestigiosi degli Stati Uniti, dove si trova anche la residenza del vicepresidente. Durante la presidenza Clinton il vice presidente Al Gore spesso si recava all’osservatorio a curiosare, il suo successore, Dick Cheney, non ci è andato mai, ha trasformato il luogo in una fortezza rendendo infernale la vita per gli astronomi che ci lavoravano e per dare un’idea di quanto il suo interesse fosse rivolto alle stelle vi ha fatto costruire un bunker gigantesco. Una notte uno degli astronomi lo incontrò con la sua scorta e non resistette alla tentazione di salutarlo con un dito medio. il giorno dopo venne bandito e mandato forse a lucidare specchi di telescopi in Alaska. L’universo è un posto veramente grande, forse non riusciremo mai veramente a scoprire un granchè di più di quello che sappiamo, ma considerando che questo pianeta dove ci troviamo sta diventando sempre più piccolo io penso che non sarebbe male se si destinassero un po’ risorse in più per vedere dove sono tutti quanti là fuori.
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