domenica 18 aprile 2010

Se ne sono andati


La Polonia è un paese sfigato. Non me ne vogliano i polacchi, ma è un fatto oggettivo che stare fra Russia e Germania senza grossi confini naturali a far da protezione è una specie di iattura e difatti la Polonia per secoli è rimasta in balia dei pruriti imperialisti dei potenti vicini. Il culmine lo si è raggiunto quando a scontrarsi sono stati i due più grandi totaitarismi del novecento e a farne le spese è stata un intera generazione di giovani polacchi che avrebbe dovuto rappresentare il futuro del paese. A Katyn furono massacrate più di ventimila persone dai russi che poi girarono la colpa ai nazisti celando la verità praticamente fino all'altro ieri. La vera responsabilità dei fatti alla fine è emersa ma ai russi non ha mai fatto troppo piacere, insomma, saranno pure passati quasi settanta anni, ma il peso di quello che è successo grava ancora sulle spalle del governo di Mosca. E così le celebrazioni di quegli eventi non sono mai avvenute in un clima particolarmente sereno; al punto che molti blog o siti cospirazionisti in Polonia ventilano l'ipotesi che il disastro aereo che ha troncato di netto l'establishement polacco possa non essere così accidentale. Certamente non è così, forse la grande ansia del presidente Kaczynsky di partecipare ad un evento in qualche modo rivendicativo per il suo paese lo ha portato alla rovina e con lui anche un sacco di parenti di quelle vittime di settanta anni fa. Il destino a volte sceglie modi curiosi per accanirsi sull'uomo.

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