mercoledì 14 aprile 2010

Pensare prima di parlare spesso è meglio


Un paio di settimane fa su "Internazionale" ho letto un articolo firmato da tale Andrew Sullivan, giornalista cattolico conservatore inglese che vive negli Stati Uniti e soprattutto gay. A partire dalla sua esperienza personale Sullivan descrive nell'articolo la condizione nella quale si trova un adolescente gay di rigida educazione cattolica che comincia ad avvertire i primi stimoli della sessualità ed è convinto che ciò sia sporco e cattivo. Inizialmente gli stimoli vengono soffocati, senza successo. Successivamente il sesso viene oggettivato attraverso sana masturbazione. Il sesso con un giovane coetaneo porterebbe dritti all'inferno, così ci si costruisce una vita sessuale completamente solitaria. Se a tutto questo si aggiunge una grande capacità di rimozione e un forte attaccamento all'autorità religiosa nel tentativo di attaccarsi a qualcosa di solido di solito si finisce dritti in seminario. Questo in particolare accadeva negli anni 50/60. La certezza di non potersi sposare con una donna e l'essere maschi celibi con aspirazione ad un certo status poteva portare molti ad intraprendere la carriera ecclesiastica nella segreta speranza che la chiesa potesse servire da "guarigione". E invece no: le cose peggiorano, la negazione personale viene aggravata dalla negazione collettiva compiuta dalla chiesa e tutto si trasforma in una spirale di bugie e corruzione. Molti uomini in queste condizioni, secondo Sullivan, soffrono di un arresto dello sviluppo sessuale ed emotivo, per loro il sesso è astrazione e un peccato, la loro sessualità è congelata agli albori dell'adolescenza e così si trovano a provare attrazione per chi si trova nel loro medesimo stato di sviluppo.
Oggi leggo che il Vaticano avrebbe precisato che le dichiarazioni del cardinale Bertone ieri in Cile sarebbero riferite al fenomeno omosessuale all'interno della chiesa, il che potrebbe in qualche modo ricondursi agli argomenti di sullivan. Non lo so, qui ci sono le parole di bertone, non sono così certo che intendesse limitare la cosa alla chiesa, mi sbaglierò. Ad essere stronzo direi che il cardinale farebbe bene a riguardarsi le statistiche sull'omosessualità nei seminari.

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