mercoledì 16 ottobre 2013

Se ne sono andati (era ora)

All'inizio degli anni sessanta lo psicologo americano Stanley Milgram realizzò un esperimento che fece scalpore e sul quale ancora oggi molto si dibatte. Milgram si chiedeva come fosse possibile che durante la guerra molti tedeschi si fossero prestati ad atti disumani orientati allo sterminio brutale di un intero popolo ed era interessato a capire quanto l'ordine di un'autorità potesse incidere sulla volontà di un singolo andando con evidenza contro ogni regola di valore etico e morale. Per il suo esperimento assunse dei soggetti ai quali fu spiegato che avrebbero partecipato con una ricompensa ad un programma di ricerca su memoria e apprendimento. Alle persone reclutate fu chiesto di assistere a delle sedute nelle quali uno sperimentatore avrebbe posto delle domande ad un "allievo", il loro compito era, nel caso di risposta errata dell'allievo, impartire una punizione su sollecitazione dello sperimentatore che consisteva in una scossa elettrica via via crescente man mano che aumentavano le risposte errate. I soggetti reclutati non erano naturalmente a conoscenza del fatto che sia lo sperimentatore che l'allievo erano due attori e che nessuna scossa elettrica veniva realmente rilasciata. I risultati dell'esperimento di Milgram furono clamorosi: alla fine una consistente parte dei soggetti reclutati per l'esperimento arrivò, nonostante qualcuno mostrasse una certa riluttanza, ad impartire scosse con un voltaggio che avrebbe potuto causare la morte agli allievi. L'autorità dello sperimentatore veniva riconosciuta come superiore e perciò molto spesso non veniva messa in discussione a costo di causare gratutitamente la morte di un altro essere umano. L'esperimento di Milgram fu la sconcertante prova che la definizione di bene e male negli esseri umani non poteva essere spiegata con eccessiva semplicità. Detto questo, alcune persone, che definire esseri umani sarebbe far loro un favore troppo grande, nascono con una naturale propensione a causare il male dei loro simili, per mancanza di empatia o semplice perverso godimento personale. Queste persone sono spesso le più apprezzate dai regimi totalitari, che se ne servono con generosità. Erich Priebke era certo uno di questi e se è vero che il male è, come detto, un argomento complicato, lui certo non era il bene. E' vissuto troppo, senza pentirsi neanche per un attimo dei suoi crimini. Avrebbe dovuto morire nel silenzio e nell'indifferenza e forse il suo corpo lo avrebbero dovuto bruciare subito e le ceneri scaricarle in uno dei bagni dell'obitorio.

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