Io non so se dove state voi c'è lo
stesso meraviglioso cielo limpido che ho qui io oggi. Se ci fosse e
se durasse fino a sera è un'ottima occasione per cominciare a
osservare le stelle d'autunno e fare un ripassino di mitologia greca
visto che nel cielo di nord-est si trovano alcune costellazioni tutte
legate da una stessa vicenda. Una delle stelle più brillanti della
costellazione del Perseo è Algol, il cui nome deriva da una
descrizione araba della testa del demonio, ma che per i romani era la
testa della Medusa, la terribile Gorgone il cui sguardo mutava gli
uomini in pietra e che fu uccisa appunto da Perseo. La storia di
Perseo è un classico: Figlio di Zeus e Danae (quella che fu messa in
cinta dal re dell'Olimpo sotto forma di pioggia d'oro in uno dei suoi
famosi stratagemmi per cornificare la moglie), fu piazzato in una
cassa di legno con la madre e abbandonato alla deriva in mare dal
nonno Acrisio (il padre di Danae), re di Argo, al quale il solito
oracolo buontempone aveva predetto che sarebbe morto per mano del
figlio della figlia. Ma i due si salvarono e furono ospitati da un
pescatore. Ora bisogna sapere che questo pescatore aveva un fratello
che era il re del posto il quale si invaghì di Danae che non più
giovanissima era comunque ancora una discreta bellezza (una milf si
direbbe oggi). Timoroso che Perseo rappresentasse una seccatura per i
suoi intenti Polidette (il re per l'appunto) mise in giro la voce che
come regalo di nozze gli sarebbe proprio piaciuta la testa di Medusa.
Perseo non aveva altri regali fra le mani e la lista di nozze era già
chiusa, così si mise in cerca della Medusa. Vi risparmio le vicende
che lo portarono al suo obbiettivo, fatto è che, grazie
all'intervento in suo favore di Ermes e Athena che lo fornirono di
numerosi gadgets, riuscì a decapitare Medusa guardandone il viso
riflesso nel suo scudo e riuscì a levarsi di torno prima che le due
sorelle Gorgoni potessero farlo pentire della cosa. Durante il
viaggio di ritorno poi, in groppa al cavallo alato Pegaso creato da
Poseidone apposta per la sua fuga, passò per l'Etiopia dove si
imbattè in una bellisima fanciulla legata ad una roccia in attesa
che un mostro marino la divorasse. Si trattava di Andromeda ed era in
quella scomoda posizione per colpa della madre, la sciocca e vanesia
Cassiopea, regina di Etiopia e moglie di Cefeo, che si era vantata di
essere più bella delle ninfe del mare, cosa che aveva fatto
innervosire non poco Poseidone che era un tipino irascibile e scatenò
il mostro marino dichiarando che solo il sacrificio di Andromeda lo
avrebbe fatto recedere. Perseo, come detto, uccise il mostro e dopo
aver superato altre due o tre prove ebbe concessa la mano di
Andromeda che portò con se a casa dove alla corte del re sfoggiò il
regalo che era stato richiesto lasciando tutti di pietra,
letteralmente. Dopo questo episodio il pescatore che li aveva
ospitati divenne il re di quelle terre e Perseo con madre e moglie
tornò ad Argo dove nel frattempo il re Acrisio venuto a conoscenza
del suo ritorno e ancora in ansia per l'oracolo pensò bene di levare
le tende. Tutto finito? No, i miti greci amano portare fino in fondo
le storie. Acrisio si era rifugiato a Larissa dove anche Perseo
arrivò invitato a partecipare a dei giochi. Durante le gare avvenne
uno spiacevole incidente: mentre era impegnato nella gara del lancio
del giavellotto Perseo colpì inavvertitamente e uccise uno
spettatore che si trovava nel pubblico. Indovinate chi era.
Se rivolgerete lo sguardo al cielo,
verso nord est troverete tutti i personaggi di questa storia proprio
lì: Perseo, Andromeda, Cassiopea, Cefeo e Pegaso, e potrete provare
ad immaginarveli, fissi lassù a raccontare eternamente le loro
vicende.
Ah, e Algol? La stella che rappresenta la testa di Medusa in realtà non è una, sono tre, due delle quali orbitano talmente vicine da ecclissarsi periodicamente variandone la luminosità e unite addirittura da un ponte di gas. Mi piace pensare che il fatto che siano tre sia una specie di riunione familiare delle Gorgoni.
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