martedì 25 settembre 2012
La morale anarchica
"...E il livello morale della società si abbassa sempre di più, e si giunge alla morale della decadenza romana, dell'antico regime, della fine del regime borghese. Tutto quanto c'è di buono, di grande, di generoso, di indipendente, a poco a poco si logora, si arrugginisce come un coltello non adoperato. La menzogna diventa virtù; la bassezza, dovere. Arricchirsi; godere dell'attimo fuggente; sciupare, non importa come, la propria intelligenza, il proprio ardore, la propria energia: ecco la parola d'ordine delle classi agiate, nonchè della folla di povera gente che non ha altro ideale all'infuori di quello di sembrare borghese. La depravazione dei governanti, dei giudici, del clero e delle classi più o meno abbienti diventa allora talmente nauseante, che incomincia l'altra oscillazione del pendolo. La gioventù si emancipa lentamente, gettando a mare i pregiudizi, e la critica torna a regnare. Il pensiero si desta, dapprima presso pochi; ma impercettibilmente questo risveglio si diffonde nella maggioranza. La spinta è avvenuta, la rivoluzione sorge..."
Petr Kropotkin (1890)
Speriamo...
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