lunedì 6 febbraio 2012

E' troppo tardi ormai


Il motivo per cui ancora me ne sto alla larga da iPhone, iPad e simili, nonostante si stiano moltiplicando tutto intorno a me (a parte il fatto che costano un sacco di soldi naturalmente), me lo ha chiarito per bene un bell'articolo pubblicato da "Internazionale" questa settimana sulle condizioni nelle quali lavorano centinaia di migliaia di operai cinesi nelle fabbriche che costruiscono e assemblano questi sofisticati giocattoli per noi mondo ricco su commissione della multinazionale di Cupertino.
Per farla breve tutti quei cinesi non se la passano niente bene e nonostante la Apple a parole e dichiarazioni si preoccupi molto delle loro condizioni facendo controlli e minacciando sanzioni, alla fine non fa mai seguire azioni alle belle parole perchè la cosa che gli interessa di più è fare un sacco di soldi per poi snocciolare dati strepitosi sul fatturato (come ha fatto a gennaio con i dati dell'ultimo trimestre). Disfarsi di fornitori e cambiare collaboratori significherebbe rallentare i vertiginosi livelli di crescita avuti fino ad oggi, così, cosa vuoi che siano un po' di cinesi sfruttati. Non c'è articolo 18 che tenga con questi, per la gioia dei consumatori d'occidente sempre più affamati di novità tecnologiche i diritti dei lavoratori sono quisquilie; del resto dove lo trovate un altro paese al mondo dove un responsabile di produzione possa tirare giù a mezzanotte dal letto ottomila (8000!) operai che stanno in un dormitorio attaccato al capannone, dargli un biscotto e una tazza di tè e rimandarli sulla linea a lavorare perchè a poche settimane dalla presentazione un consiglio d'amministrazione in America ha deciso di cambiare lo schermo di un telefono.

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