martedì 15 marzo 2011

Out of Africa

borghezio_lepen_notizia--190x130 Adesso qualcuno dice che potrebbe essere successo prima, ma la maggior parte degli studiosi, basandosi sull’incrocio di dati archeologici, paleontologici e genetici, sono ancora dell’idea che la prima grande migrazione che portò Homo Sapiens ad uscire dal continente africano ebbe luogo fra sessantamila e cinquantamila anni fa. Altre razze umane lo avevano fatto prima a partire da due milioni di anni fa ma prive di strumenti evolutivi sufficienti si estinsero tutte (l’ultimo fu Neandertal). Sapiens invece se ne rimase ad evolvere per benino il tempo che ci voleva al posto giusto e quando partì lo fece in grande stile. Attorno a 60000 anni fa una tribù di cacciatori-raccoglitori composta all’incirca da un migliaio di individui cominciò un viaggio che portò i suoi discendenti ad occupare tutto il pianeta. Il punto più lontano, L’America meridionale, fu raggiunto circa 12000 anni fa. E’ stato calcolato che l’espansione avvenne ad un ritmo di circa mezzo chilometro all’anno. Ogni volta che una comunità diventava troppo numerosa per le risorse offerte dal territorio occupato, una gruppo si separava e continuava il viaggio. Quando ogni parte del mondo fu raggiunta non furono più sufficienti caccia e raccolta per il sostentamento di tutti ed ebbero così inizio le civiltà basate su un’economia agro-pastorale. Da quel momento l’evoluzione dell’uomo moderno divenne di fatto un evoluzione prevalentemente culturale e non più genetica. Durante la grande espansione l’evoluzione biologica di Sapiens si limitò a piccoli interventi, come per esempio il taglio della fessura oculare adottato dalle popolazioni che giunsero in Asia per proteggere gli occhi dai venti freddi. Se si fosse dovuto adattare anche geneticamente al clima l’uomo moderno non sarebbe sopravvissuto. L’uso di abiti confezionati con pelli animali per esempio fu rapida evoluzione culturale. All’inizio dell’era agropastorale ci fu per la verità un altro piccolo cambiamento biologico che ci crea qualche problema ancora oggi. Quando in Medioriente si diffuse l’agricoltura il grano divenne l’elemento fondamentale della dieta umana. Il grano ha un sacco di proprietà importanti ma non contiene vitamina D e La carenza di vitamina D è una grossa iattura. L’organismo umano però fortunatamente produce un enzima che trasforma in vitamina D uno steroide che sta nel grano. Il problema è che questo enzima è sottocutaneo e viene attivato dai raggi UV; quando la melanina prodotta dall’organismo per proteggerlo dalla radiazione solare filtra i raggi UV per prevenire altri gravi danni alla pelle ne impedisce l’attivazione. Perchè il meccanismo funzioni è necessario che la pelle sia sufficientemente chiara per permettere il passaggio dei raggi UV. Questo è in sintesi il motivo per cui noi oggi, in questa parte del mondo, siamo bianchi. Perchè prima eravamo neri, capito? Neri, tutti, anche i due personaggi nella foto. E venivamo dall’Africa.

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