sabato 29 maggio 2010

E poi berrò il sangue di tutte quelle vergini


E' stata onesta Sabina Guzzanti. In "Draquila" ha mostrato e intervistato anche quelle persone che pensano che tutto sommato il governo, nella persona di sua maestà Silvio Berlusconi, abbia fatto un ottimo lavoro. Le persone che sono entrate nelle casette costate uno sproposito e sono rimaste quasi commosse dall'averci trovato tutto, ma proprio tutto: anche le tovagliette e la bottiglia di spumante con letterina di benvenuto del premier . L'approcio della Guzzanti pare essere di sincera curiosità e anche chi guarda il film si chiede da dove sia piovuta questa gente, dove viva e come possa non rendersi conto delle storture che stanno dietro a tutta questa vicenda.
Ma forse bisogna considerare il fatto che per molta gente un grande evento traumatico come un terremoto rappresenta un annientamento delle sicurezze, della stessa voglia di continuare ad affrontare l'esistenza e così quando qualcuno arriva e si fa carico della soluzione di tutti i problemi in fondo è visto come un salvatore a cui affidarsi totalmente senza condizione, certi che si sarà sollevati da qualsiasi ulteriore trauma fino a quando," miracolosamente", tutto tornerà com'era prima.
Fra le varie persone intervistate c'è ne stata una, una signora, che mi ha fatto veramente una grande tristezza; mentre spiegava ad una perplessa Guzzanti quanto avrebbe voluto manifestare personalmente al premier il proprio entusiasmo per tutte le magnifiche cose fatte si è lasciata sfuggire che avrebbe potuto parlargli come una sorella, una moglie, sì, perchè solo un anno di differenza la separava da lui. Ora, a parte che la sventurata signora dimostrava ben più anni (o forse è qualcun altro che non dimostra i suoi) di Papi ad ascoltarla si aveva la netta sensazione di come la signora fosse solo una rappresentante di quell'enorme schiera di signore italiane consumatrici di telenovele pomeridiane e di Emilio Fede affascinate dall'eleganza e dall'aspetto giovanile di un uomo di potere al quale ("almeno a lui gli piacciono le donne") non si può far certo torto di apprezzare il gentil sesso.
A quella signora mi sarebbe piaciuto chiedere cosa ne avrebbe pensato se un settantatreenne avesse cominciato a frequentare la sua graziosa nipotina di vent'anni.

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