giovedì 22 gennaio 2015

Non tutti torneranno ai prati

Se avete visto American Sniper e ci state ancora pensando su vi segnalo un paio di articoli interessanti da leggere direttamente sul sito del Post, qui un bel post di Francesco Costa e qui sulle polemiche suscitate se sia un film di propaganda oppure no. Sempre sul Post si può trovare anche un accenno ad una scena in particolare, quella in cui Bradley Cooper prende in braccio una bambola al posto di una neonata vera che dovrebbe essere la seconda figlia del protgonista. se avete visto il film è possibile che vi siate accorti da voi che nella scena è stata usata una bambola, era piuttosto evidente. Per qualcuno questo potrebbe essere un vantaggio per Cooper in vista degli Oscar: recitare con una bambola e risultare convincente dovrebbe essere un punto a suo favore, oppure no. Per me no. Comunque gli Oscar non li attribuisco io. Ad ogni modo tutta la discussione su questo film e sui film di guerra in genere mi ha fatto tornare in mente un piccolo film, il gioiello di un maestro, uscito già da qualche mese ma che se non avete visto vale la pena di recuperare: "Torneranno i prati", di Ermanno Olmi. Oltretutto quest'anno ricorre il centesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale per cui  è assolutamente attuale.  Al film di Olmi mi ha fatto pensare Il post di Costa, che ho citato prima e con cui penso di essere d'accordo rispetto al fatto che Eastwood non abbia raccontato la storia di Chris Kyle, che era senz'altro molto complessa e che forse a prescindere dal fatto che Eastwood si sia preso delle libertà di sceneggiatura doveva essere raccontata diversamente. Neppure Olmi racconta una storia, ma nel farlo non fa torto alla storia, semplicemente non vuole raccontarne una. Vuole descrivere un momento, all'interno di una più grande storia, fatta di eventi assurdi inumani e privi di senso e vuole mostrarci degli uomini, forzatamente posti all'interno di questi eventi che forse neppure comprendono e che semplicemente cercano di restare vivi. Olmi è sempre stato chiaro su quale fosse il suo punto di vista nel raccontare le storie, queste sono parole sue: Nei dipinti ufficiali commemorativi delle battaglie al centro ci sta sempre un generale in capo a cavallo..., mentre i soldati e i caduti vengono mostrati in campo lungo. I protagonisti della storia vengono sempre lasciati in ombra. Io voglio raccontare le storie di gente che, per coloro che fanno la storia, è "senza storia", quelli che non vengono mai presentati come protagonisti. La guerra è una gran brutta cosa, il cinema l'ha raccontata in molti modi, esaltandola perfino in certi casi, più spesso, fortunatamente condannandola. Ermanno Olmi non mostra molto della guerra, ci  mostra degli uomini che non è neppure possibile definire dei soldati perchè sono probabilmente contadini e operai, uomini che si trovano di fronte alla più assurda delle follie dell'uomo costretti da altri uomini e ci chiede di non dimenticarli. Io non li dimentico.

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