sabato 9 luglio 2011

The shape of things to come

Il muso dello Shuttle Atlantis visto dalla stazione orbitale MIR nel 1997 (AP Photo/NASA)

Quando nel 1981 lo Shuttle Columbia decollò per la sua prima missione io ne sapevo già un sacco. Avevo già costruito un modellino in scala della navetta con tutti i suoi serbatoi e ammenicoli vari e ne avevo anche uno in metallo ispirato al film di James Bond "Moonraker",  che era uscito tre anni prima. Tutto quanto sapeva terribilmente di futuro e anche un po' di fantascienza. Sembrava l'inizio di una nuova era nella conquista dello spazio, almeno vista dagli occhi di un tredicenne affamato di cose dello spazio. Poi, pochi anni dopo, lo stesso Columbia fece un bel botto decollando e lo spazio oltre la terra sembrò molto più lontano. Il programma si interruppe ma dopo un periodo di stop le missioni poi sono continuate fino a oggi, con in mezzo un altro  falò di navetta e astronauti nel 2003 (2 su 5 non è proprio una bella percentuale per la sicurezza). Quando fra qualche giorno l'Atlantis tornerà sulla terra finirà in un museo assieme alle altre due navette superstiti e non ci sarà nulla che le sostituirà. Un sacco di progetti sulla carta e le buone vecchie navicelle russe, tecnologia ex sovietica a basso costo. Le promesse di futuro che si erano create nella mente di quel tredicenne non si sono proprio mantenute e questo genera un po’ di malinconia

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