martedì 9 marzo 2010

Se ne sono andati


In questi giorni di agitazione giornalistica Oliviero Beha ha affermato da un palco che l'Italia è stata trasformata in una sorta di "calciocrazia". Ormai il calcio domina, è dovunque, ce lo servono in tutte le forme, a tutti gli orari e su qualsiasi canale televisivo. Nessuno è immune, neppure io. Una tale overdose di calcio è funzionale alla copertura di ogni altra cosa accada; per la maggior parte degli utenti televisivi la cosa più importante è essere informati sulle più recenti dichiarazioni di Mourinho o sulle scelte tecniche di Lippi per la Nazionale, non è neppure più troppo importante che si parli di calcio giocato; nient'altro interessa, ogni altra notizia è accessoria e marginale: panem et circenses. Ma non è sempre stato così. Una volta la settimana calcistica si declinava in tre momenti, tutti alla domenica: "tutto il calcio minuto per minuto", "90°minuto" e una domenica sportiva serale che mostrava tutti i gol della giornata ad un orario decente e senza troppe chiacchiere. Chiunque della mia generazione oggi ricordi quei tempi, parlando di 90° minuto non manca mai di citare Tonino Carino da Ascoli, un giornalista le cui cronache hanno resistito nel tempo trasformandolo in una una sorta di mito televisivo di un tempo per cui sempre più spesso ci toviamo a provare nostalgia. E a proposito di nostalgia, la prima repubblica non sarà stata un granchè, qualche problema ce l'aveva, ma l'ultimo ministro dei beni culturali che ha prodotto è stato Alberto Ronchey, scomparso venerdì . Noi oggi abbiamo Sandro Bondi...

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