Ribadisco un concetto che ho già espresso altre volte qui: Andare a Mantova per il festivaletteratura è una cosa che mi piace molto, che cerco di fare ogni anno e che consiglio sempre a tutti per vivere almeno qualche giorno con l'illusione di un paese che potrebbe e dovrebbe essere diverso. E come ogni anno, anche questa volta ho cercato di lasciarmi andare nella scelta degli eventi, confidando in quelle sorprese di cui il festival non è mai avaro. L'incontro con Mimmo Jodice e suo figlio, Francesco, è stato senz'altro il più piacevole di quest'edizione alla quale purtroppo sono riuscito ad andare un giorno solo. Mimmo Jodice è uno dei più importanti fotografi italiani, suo figlio Francesco, laureato in architettura, ne ha seguito in un certo modo le orme. Durante l'incontro Francesco, parlando delle condizioni dell'Italia ha espresso un concetto interessante che credo di condividere: secondo lui in questo paese industria, arte e politica sono state uccise, letteralmente, fra gli anni 60 e gli anni 70, gli omicidi sono avvenuti da parte degli stessi italiani, gettando il paese in un baratro senza speranza e si sono concretizzati con le morti violente di Mattei, Pasolini e Moro. Non avevo mai considerato la cosa da questo punto di vista, ma non potrei essere più d'accordo. A questo punto penso che si potrebbe prendere il recente ex presidente del consiglio, quello che si è vantato di essere stato l'uomo al governo per più tempo dopo Mussolini e il miglior statista degli ultimi 150 anni, lo stesso uomo che adesso per salvarsi dalle sue tristi vicende ha intentato causa contro il proprio paese (L'Italia è il paese che amo) a Strasburgo, prenderlo e denunciarlo per villipendio di cadavere.
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