mercoledì 11 settembre 2013
E questa?
La mia scena preferita del film dedicato a Giovanna D'Arco da Luc Besson è quella che si svolge durante il processo quando la sua coscienza, interpretata da un tenebroso Dustin Hoffmann, la pone di fronte alle molteplici e banalissime interpretazioni dei motivi per cui la spada che lei credeva fosse un segno divino che la spronava alla sua missione si trovava dove si trovava. Quello dell'interpretazione dei motivi che hanno portato un oggetto a trovarsi in un determinato posto è uno degli aspetti fondamentali e più affascinanti del mestiere che faccio; a volte grazie allo studio incrociato di reperti e documenti o a confronti fra situazioni simili si giunge ad una spiegazione verosimile, spesso, dopo essersi scervellati non poco, vengono elaborate teorie strampalate, altre volte la circostanza è destinata a restare senza risposta. Io per esempio mi sono sempre chiesto come ci fosse finita una pistola in dotazione agli ufficiali italiani nella prima guerra mondiale arrugginita e con la canna piombata in una canaletta d'irrigazione di un campo di mais. Qual'è stata la sua storia, quali i percorsi e le vicende degli uomini che l'hanno posseduta. Ecco cose così. Ma questa cosa di oggi mi manda fuori di testa, che cavolo ci faceva mezzo metro sotto terra in un campo della pianura cremonese una moneta greca del 1869?
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