Ho dovuto fare un corso sulla sicurezza, pare che sia obbligatorio. Sorvolerò sull'assurdità di un sistema che impone di fare corsi sulla sicurezza destinati a impiegati e segretarie a degli archeologi. Vorrei evitare di dover commentare il fatto di aver ascoltato un'ora di disquisizione senz'altro interessante sui problemi derivati dall'uso di videoterminali: sono certo che un quarto d'ora di passeggiata dopo due ore davanti al video sono assolutamente fondamentali, ma avrei preferito sapere quali rischi corro e ogni quanto tempo e per quanto tempo devo fermarmi lavorando con pala e piccone sotto il Sole a 40° oppure sotto zero. Ora sono informatissimo sulle procedure da eseguire in caso di incendio, e nel caso il mio posto di lavoro vada a fuoco non avrò problemi a trovare le vie di fuga. Una cosa però credo sia utile conoscerla, a proposito dei fattori di stress che possono favorire patologie e alterazioni. Ho come avuto la sensazione di riconoscervi alcune situazioni comuni e piuttosto frequenti che avvengono, a volte tutte insieme, ve le sottopongo:
-Condizioni microclimatiche disagevoli
-Presenza di fattori chimici e fisici con intensità disturbante
-Isolamento o sovraffollamento
-Non trasparenza del modello organizzativo
-Ambiguità e conflitto di ruolo
-Mancanza di formazione
-Aspettative disattese o irrealistiche
-Squilibrio tra responsabilità e competenze
-Stile di leadership inadeguato al livello di maturità dei collaboratori
-Pressione del gruppo
-Rapporti interpersonali insoddisfacenti
-Pressionidi carriera
-Minaccia per la libertà e l'autonomia
-Clima e struttura dell'organizzazione
Se siete archeologi, vi riconoscete in qualcosa? Leggendo questo elenco sono convinto che il fatto che fra la categoria degli archeologi il tasso di suicidi sia pressochè inesistente e che, a parte quache moderato eccesso nell'uso di alcolici, pochi ricorrano a medicinali o cure particolari per sopravvivere, sia la miglior prova che la tara mentale che porta a questo mestiere bello e disgraziato è un fatto genetico.
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