lunedì 17 agosto 2009

italiano, briseur de salaires

Chissà se i ”cari amici” della lega, quest'estate molto impegnati in progetti fondamentali come l'introduzione dell'insegnamento dei dialetti nelle scuole o l'abolizione dell'inno di Mameli, hanno trovato un minuto per meditare su un anniversario che ricorre oggi.

Il 17 agosto del 1893, a causa di un incidente banalotto, nove operai italiani furono linciati da una folla inferocita nella città di Aigues-Mortes, di altri quattordici non si seppe più nulla. La città era famosa per la produzione di sale e il lavoro, durissimo, di estrazione era per lo più opera di emigranti provenienti dal vicino Piemonte che subivano il razzismo feroce dei francesi. Gli italiani venivano chiamati pimos o christos per via dell'abitudine alla bestemmia; ad Aigues-Mortes furono chiamati ours (orsi), in modo spregiativo, termine che oltre al razzismo richiamava le paure che la bestia provocava nell'immaginario collettivo. Per i francesi l'emigrazione straniera era la causa della crisi economica scoppiata durante la Terza Repubblica e dopo la sconfitta di Sedan gli italiani, alleati degli odiati tedeschi, non erano esattamente ben visti. Solo l'antisemitismo innescato dall'affare Dreyfus pochi anni dopo superò l'odio per gli italiani.



1 commento:

  1. E mancava ancora parecchio ai "macaronì", cosa del secolo successivo. E' di ieri la notizia (finalmente se ne sono accorti anche loro) che secondo una ricerca della Banca d'Italia gli immigrati "non portano via il lavoro agli italiani", per il semplice fatto che fanno lavori che gli italiani non fanno. Tanto per sfatare un luogo comune bello resistente, come dimostra la tua storia. Grazie.

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