lunedì 10 agosto 2009

Cremonensis, ignorante!


Anni fa, poco tempo dopo la morte della mia nonna materna, mio padre tornò da una missione di pulizia nella sua cantina con un vecchio violino, invero piuttosto malmesso, avvolto in fogli di giornale, e trionfalmente annunciò che avevamo uno Stradivari. Poi venne da me e con gli occhi lucidi disse che lo avremmo messo in banca e che sarebbe stato la nostra eredità. Andò più o meno così. Io, che sono poco romantico e piuttosto scettico, presi il relitto, lo osservai e lessi l'etichetta che si trovava all'interno della cassa che diceva: “Anno 1714 Antonius Stradivarius Cremenonsis fecit”, per tutta risposta mi arrivò un “Cremonensis, ignorante!”. La verità era che si trattava di una patacca, costruito in Ungheria o giù di lì agli inizi del '900 e l'etichetta serviva appunto a farne un'imitazione. Oggi lo strumento fa mostra di sè, raffazzonato alla meglio, su una libreria a casa dei miei. L'episodio me lo ha ricordato un'interessante storia che ha per protagonista un famoso quadro di Leonardo. Nel 1919 i coniugi di kansas city Andrée e Harry Hahn ricevettero come regalo di nozze un quadro da una parente francese, in tutto e per tutto identico alla Belle Ferronière di Leonardo da Vinci, il cui originale era conservato al Louvre. La parente francese però disse loro che in realtà il vero quadro era il loro e quello al museo solo una copia. Gli sposini in patria lo mostrarono ad uno storico dell'arte che confermò questa possibilità. Folgorati, pensarono di vendere il quadro. Nella questione intervenne però il re degli antiquari, il mercante d'arte Joseph Duveen, sostenendo che il quadro in mano agli Hahn era solo una copia recente oppure un falso. Da quel momento cominciò una guerra di perizie che culminò nel 1923 con un celebre confronto fra le due opere al Louvre. Il quadro degli Hahn ne uscì distrutto, ma loro non si diedero per vinti e trascinarono Duveen in tribunale nel 1929. Al termine del processo, nel 1930, una clamorosa sentenza che si avvaleva di perizie scientifiche rivoluzionarie per i tempi, confermò che il quadro era effettivamente antico ma non potè comprovarne l'attribuzione al maestro fiorentino. L'antiquario fu comunque condannato a pagare 60mila dollari agli Hahn che però non riuscirono mai a vendere il quadro ancora oggi in possesso della figlia. Tutta la storia si trova in un libro pubblicato da Rizzoli: “Ritratto di Dama”, scritto dallo storico inglese John Brewer.

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