Riporto un raccontino che era sull'ultima pagina dell'Unità di ieri, scritto da Giancarlo de Cataldo è molto divertente e estremamente emblematico:
"La prima (e unica volta) in cui sono stato candidato a qualcosa fu alle elezioni per capoclasse nella IV B della scuola elementare "XXV luglio" di Taranto. Colto da raptus di democrazia, il maestro aveva deciso che quell'anno, il capoclasse non sarebbe stato nominato ma, appunto, eletto. Molti compagni si offrirono di votarmi. Motivo: ero alto e robusto e non avevo nessuna paura di Marcello P., grassoccio e aggressivo "bullo" di classe. Accettai, fiducioso in loro (e nel narcisismo, ovviamente). Per una settimana Marcello P. e io ci guardammo in cagnesco: ti sciango (dal verbo sciancare) minacciava lui, livido, sei finito, trippone, ribattevo io, gagliardo. Venne il giorno delle elezioni. Ero sicuro della vittoria. Beccai due soli voti, il mio e quello del mio compagno di banco. Marcello P. fu eletto trionfalmente. Lo avevo sottovalutato. I miei mancati elettori mi spiegarono che Marcello aveva regalato a chi una merendina, a chi un panino al salame, a quasi tutti albi a fumetti di Capitan Miki, Black Macigno e Tex Willer. Come resistere a tanta generosità? Il mio compagno di banco protestò debolmente. Il maestro, garante imparziale, si astenne dall'intervenire, correttamente rispettoso della volontà popolare. Validate così le elezioni, indossata la fascia del comando, Marcello P. pretese e ottenne, a suo modo, cioè con calci, sputi e pugni, la restituzione dei doni. Recuperò immediatamente i fumetti e i cibi non ancora consumati. Quanto ai malcapitati che avevano già divorato panini e merendine, per una settimana furono costretti a pagargli una tengente in colazioni".
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