Ho avuto la mia grande occasione e me la sono lasciata scappare. Ce l'avevo, era lì, bello come il sole, che nuotava felice nelle verdi acque padane e mi è mancato l'attimo. Il Trota mi è sfuggito. Un paio di giorni fa, nel ridente e ospitale comune della bassa bresciana Castrezzato. Ero in piazza, stavo mangiando su una panchina dalla mia schiscetta, rischiando anche parecchio, perchè in certi paesi il forestiero che si attarda “bivaccando” su suolo pubblico non è mai ben visto e mentre ero alle prese con i miei broccoli dall'altra parte della strada ho notato gran movimento nella locale sede della Lega lombarda. Gran via vai di militanti ambosessi in gran spolvero, presenza istituzionale garantita da due carabinieri con la divisa elegante, in tutto non più di una dozzina di persone. A quel punto ho commesso il mio errore: finito di mangiare sono entrato nel bar trattoria accanto alla sede padana per prendere un caffè. All'uscita, dopo non più di un quarto d'ora il giovane e brillante rampollo del senatur, arrivato mentre io ero nel bar, stava già concludendo il suo senza dubbio coinvolgente comizio elettorale allo scopo di garantirsi quei voti che gli saranno necessari per poter essere eletto in regione. Sono certo che i dodici fedelissimi padani in quindici minuti li ha convinti, magari non ce n'era neanche un gran bisogno. Ma io non c'ero. Non saprò mai le certo brillanti linee del suo programma elettorale, non avrò mai l'opportunità di essere convinto dal suo eloquio sciolto e brillante. Che peccato, magari sarà per un'altra volta.
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