
martedì 30 marzo 2010
sabato 27 marzo 2010
Miti che non lo sono

Il kamut non esiste. la prossima volta che in preda ad un trip bio-ecologista andate in un negozio alimentare di quelli un po' alternativi fate caso alla scritta kamut, io non lo avevo mai fatto: in piccolo c'è il simbolo di un marchio registrato, cosa che di fatto è. Il nome kamut se lo sono inventato degli americani del Montana, proprietari della società Kamut international limited, ponendolo su una particolare varietà di frumento il cui vero nome è Korashan. Tutti gli alimenti in commercio nel mondo col nome di kamut sono prodotti su licenza della K. Int. L'operazione di marketing è stata particolarmente subdola e abile: è bastato spargere in giro la leggenda di semi trovati nelle tombe faraoniche, l'attribuzione di eccezionali qualità nutrizionali e la compatibilità per le intolleranze al glutine. Il Korashan è un frumento rustico, originario della fascia compresa tra Anatolia e Iran (ma si coltiva anche in Italia), non viene sottoposto a trattamenti genetici di miglioramento è ottimo per la pastificazione e molto digeribile, ma contiene glutine quindi non è adatto ai celiaci. La storia delle tombe egiziane è una balla servita a rivestirlo di esotismo e mistero, funziona sempre, basta guardare "Voyager" per saperlo. L'aspetto più fastidioso di tutta l'operazione commerciale legata alla diffusione del kamut è però quello del prezzo: il monopolio imposto dalla K. Int. fa sì che alla fine il prodotto finito (la pasta per esempio) costi dall'80 al 200% in più di uno con frumento normale, senza che la differenza sia in alcun modo giustificata se non da trasporti, diritti di uso e propaganda e effetti di un mercato alimentare un po' snob che porta il cibo ad essere merce di lusso legato anche al bisogno di rassicurazione sulla salute dei consumatori.
venerdì 26 marzo 2010
mi è scappato il trota

lunedì 22 marzo 2010
Imbarazzo in questura

venerdì 19 marzo 2010
L'Italia ha retto alla crisi meglio di altri paesi e ne uscirà prima

Informarsi prima non fa mai male

Avatar è certamente un film con una trama un po' sempliciotta fatta di contenuti triti e universalmente riconoscibili e condivisibili, ma in alcuni particolari Cameron si è ispirato a situazioni di stretta attualità. Per esempio il personaggio interpretato da Sigourney Weaver, la dottoressa Grace Augustin, incaricata di trovare la chiave della convivenza pacifica con i nativi del pianeta Pandora, è direttamente ispirato alla dottoressa Montgomery McFate antropologa "embedded" al servizio dei militari americani in Iraq e Afghanistan. La cosa sembra piuttosto banalotta: se pensi di intervenire militarmente in un paese straniero, magari prima ti documenti un po' sulle sue usanze, già probabilmente la tua presenza non gli farà molto piacere, quindi saperne qualcosina sulle abitudini di vita può aiutare, ci erano arrivati anche i romani. Ma gli americani normalmente sono un po' più terra terra: prima spara, poi eventualmente chiedi. Così, candidamente, negli anni scorsi molti ufficiali hanno ammesso che se avessero saputo prima che in quei paesi ai matrimoni la gente usa sparare per aria o che una mano aperta alzata lungo la strada può essere interpretata come un saluto o un gesto di buon viaggio forse qualche vittima civile si poteva tranquillamente evitare. Che superficialotti. Così ecco che su richiesta degli alti vertici militari USA è intervenuta la dottoressa McFate con un team di antropologi specializzati a cercare di ammorbidire i modi degli scimmioni in mimetica e mitra. Inizialmente con dei software di addestramento, in seguito direttamente sul campo, il tutto con un successo tale da far dire ad un ufficiale della 172° brigata: "Il programma ci ha fornito uno strumento per non ammazzare la gente". Speriamo bene.
giovedì 18 marzo 2010
Bresciani nel mondo

Non ho capito bene cosa sia successo, non sono mai stato un particolare estimatore di Aldo Busi. Ma in ogni caso ha tutta la mia totale e piena solidarietà!
mercoledì 17 marzo 2010
I see dead people III

martedì 16 marzo 2010
cose che è meglio tenere a mente.
lunedì 15 marzo 2010
Vesna va veloce

Popular Mechanics è un periodico scientifico generalista molto diffuso negli Stati Uniti e in molti altri paesi. Questa settimana Internazionale ne riporta una piccola guida per sopravvivere nel caso l'aereo sul quale state viaggiando a diecimila metri esplodesse e vi trovaste a precipitare. Se pensate che sia impossibile ricredetevi, le probabilità che avete sono proprio scarse ma comunque superiori a quelle che avreste precipitando da un balcone, così almeno dicono le statistiche. Nel caso vi dovesse capitare vi si raccomanda di restare attaccati a qualche rottame dell'aereo diventando dei "wreckage rider", cavalcatori di rottami. Sono documentati 31 casi, il più clamoroso è quello di Vesna Vulovic. Nel 1972 il Dc9 su cui volava esplose a 10000 metri e lei precipitò incastrata fra un sedile, il carrello portavivande e il corpo di un collega. Finì su un pendio innevato, malconcia ma viva. Più rari invece i casi documentati di caduta libera: 13, fra cui quello di Alan Magee che fu espulso senza paracadute dalla sua postazione di mitragliere su un B17 nel 1943, precipitò per 6000 (seimila!) metri in una serra rompendosi un braccio. I tedeschi che lo trovarono non ci potevano credere, come dargli torto. Andò bene anche al pilota inglese Nicholas Alkemade che nel 1944 precipitò per 5500 metri in un bosco innevato e terminò la cosa fumandosi una sigaretta. Le statistiche in effetti vi danno maggiori probabilità se vi trovate su un volo militare, siete dei bambini o se fate parte del personale di volo. Ma è andata bene anche a qualche passeggero: nel 1971 Julianne Koepcke precipitò sull'Amazzonia dopo l'esplosione del suo aereo, quando riprese i sensi era ancora seduta sul suo seggiolino, ferita e stordita si ricordò dei consigli del padre e si salvò scendendo lungo un corso d'acqua. Una delle cose più importanti da sapere ad ogni modo è quella di avere l'accortezza di evitare di cadere di testa, detto questo potete stare tranquilli: sempre secondo le statistiche le probabilità che vi capiti qualsiasi tipo di incidente sono veramente infinitesimali. Godetevi il volo.
venerdì 12 marzo 2010
Macho macho man

Io il grande fratello non l'ho visto, però ieri sera mi è capitato di guardare un pezzettino del programma di Chiambretti e c'era questo ragazzo qui che veniva presentato come "vincitore morale" del reality e rappresentante dell'universo gay. Ora, ripeto, io non ho visto il grande fratello, ma mentre guardavo questa cosa ieri pensavo che l'Italia è proprio uno strano paese. Dove, mentre importanti organismi internazionali richiamano al rispetto dei diritti umani delle minoranze e centinaia di piccoli "svastichella" girano liberi per le strade, il pubblico si appassiona a questo giovane e tenero "frocio" talmente carino e innoffensivo che tutti ne terrebbero uno in giardino. Ma va bene anche che stia lì, che ci diverta e ci intenerisca dalla televisione, mostrato quasi come un fenomeno da circo. L'Italia è così, i gay vanno bene solo se sono direttori di giornali veline del governo, buffi cantanti di mezza età o prestigiosi stilisti. per tutti gli altri soltanto bocconi amari e paura degli angoli bui.
giovedì 11 marzo 2010
Eccellenza italiana nel mondo

mercoledì 10 marzo 2010
Voto di scambio
"La prima (e unica volta) in cui sono stato candidato a qualcosa fu alle elezioni per capoclasse nella IV B della scuola elementare "XXV luglio" di Taranto. Colto da raptus di democrazia, il maestro aveva deciso che quell'anno, il capoclasse non sarebbe stato nominato ma, appunto, eletto. Molti compagni si offrirono di votarmi. Motivo: ero alto e robusto e non avevo nessuna paura di Marcello P., grassoccio e aggressivo "bullo" di classe. Accettai, fiducioso in loro (e nel narcisismo, ovviamente). Per una settimana Marcello P. e io ci guardammo in cagnesco: ti sciango (dal verbo sciancare) minacciava lui, livido, sei finito, trippone, ribattevo io, gagliardo. Venne il giorno delle elezioni. Ero sicuro della vittoria. Beccai due soli voti, il mio e quello del mio compagno di banco. Marcello P. fu eletto trionfalmente. Lo avevo sottovalutato. I miei mancati elettori mi spiegarono che Marcello aveva regalato a chi una merendina, a chi un panino al salame, a quasi tutti albi a fumetti di Capitan Miki, Black Macigno e Tex Willer. Come resistere a tanta generosità? Il mio compagno di banco protestò debolmente. Il maestro, garante imparziale, si astenne dall'intervenire, correttamente rispettoso della volontà popolare. Validate così le elezioni, indossata la fascia del comando, Marcello P. pretese e ottenne, a suo modo, cioè con calci, sputi e pugni, la restituzione dei doni. Recuperò immediatamente i fumetti e i cibi non ancora consumati. Quanto ai malcapitati che avevano già divorato panini e merendine, per una settimana furono costretti a pagargli una tengente in colazioni".
martedì 9 marzo 2010
Pastori tedeschi
Ricordano in modo inquietante uno spirito con le mani protese per ghermirti e farti chissà cosa e il vecchietto che ti segue strascicandosi con il bastone e per quanto tu possa correre ce l'hai sempre dietro e lo senti ridacchiare biascicando frasi spaventose
Se ne sono andati

In questi giorni di agitazione giornalistica Oliviero Beha ha affermato da un palco che l'Italia è stata trasformata in una sorta di "calciocrazia". Ormai il calcio domina, è dovunque, ce lo servono in tutte le forme, a tutti gli orari e su qualsiasi canale televisivo. Nessuno è immune, neppure io. Una tale overdose di calcio è funzionale alla copertura di ogni altra cosa accada; per la maggior parte degli utenti televisivi la cosa più importante è essere informati sulle più recenti dichiarazioni di Mourinho o sulle scelte tecniche di Lippi per la Nazionale, non è neppure più troppo importante che si parli di calcio giocato; nient'altro interessa, ogni altra notizia è accessoria e marginale: panem et circenses. Ma non è sempre stato così. Una volta la settimana calcistica si declinava in tre momenti, tutti alla domenica: "tutto il calcio minuto per minuto", "90°minuto" e una domenica sportiva serale che mostrava tutti i gol della giornata ad un orario decente e senza troppe chiacchiere. Chiunque della mia generazione oggi ricordi quei tempi, parlando di 90° minuto non manca mai di citare Tonino Carino da Ascoli, un giornalista le cui cronache hanno resistito nel tempo trasformandolo in una una sorta di mito televisivo di un tempo per cui sempre più spesso ci toviamo a provare nostalgia. E a proposito di nostalgia, la prima repubblica non sarà stata un granchè, qualche problema ce l'aveva, ma l'ultimo ministro dei beni culturali che ha prodotto è stato Alberto Ronchey, scomparso venerdì . Noi oggi abbiamo Sandro Bondi...
giovedì 4 marzo 2010
Si sente un rumore, come di stracci che volano

Le regole che determinano l'ammissione delle liste elettorali e dei candidati alle elezioni non le hanno inventate ieri, sono le stesse da un bel po'. Ogni anno (perchè in questo paese si vota quasi ogni anno e quindi non è che ci si possa dimenticare come si fa tanto facilmente) succede che per qualche magagna qualcuno venga escluso, di solito capita a liste o candidati sconosciuti, improbabili o comunque inesperti. Non mi risulta che simili incidenti siano mai occorsi alle grandi formazioni politiche. E così invece ora succede che la principale forza di governo del paese veda saltare la sua candidata presidente nella regione della capitale perchè uno era uscito a mangiarsi un panino. Candidata che ricordo essere stata per anni segretario del principale sindacato di destra vicino all'ex partito del presidente della camera. Curiosamente pochi giorni dopo questi fatti, per banali questioni di irregolarità delle firme necessarie per la presentazione delle liste rischia di saltare l'eterno governatore della Lombardia, misteriosamente eleggibile per la terza volta pur in presenza di una legge che glielo impedirebbe e da sempre fedelissimo del presdelcons con addirittura qualche segreta (più o meno) vocazione a succedergli. Comunque, abituati come siamo a vedere penosamente gente che si scanna a sinistra, per una volta godiamoci lo spettacolo.
martedì 2 marzo 2010
30000 volte più potente
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