La nostra televisione, pubblica e privata, ha veramente passato il limite della vergogna. In questi giorni abbiamo assistito all'impegno di “giornalisti” e conduttori di spazzatura varia con la faccia contrita presentare servizi conditi con musica strappalacrime nei quali le telecamere andavano a invadere il dolore straziante e privato di gente duramente colpita insistendo sui particolari dei volti, della distruzione e dell'impotenza che deriva dalla forza devastante della terra. L'assoluta invadenza delle telecamere ha trasformato la sofferenza di un popolo in spettacolo buono per le classifiche dell'audience (neppure questo ci hanno risparmiato). Il diritto dovere dell'informazione è diventato la brutta copia di un reality nel quale scorrazzano le nostre prime ballerine istituzionali. Dio ci scampi da qualcosa di più grave di questo
venerdì 10 aprile 2009
La pornografia del dolore
La nostra televisione, pubblica e privata, ha veramente passato il limite della vergogna. In questi giorni abbiamo assistito all'impegno di “giornalisti” e conduttori di spazzatura varia con la faccia contrita presentare servizi conditi con musica strappalacrime nei quali le telecamere andavano a invadere il dolore straziante e privato di gente duramente colpita insistendo sui particolari dei volti, della distruzione e dell'impotenza che deriva dalla forza devastante della terra. L'assoluta invadenza delle telecamere ha trasformato la sofferenza di un popolo in spettacolo buono per le classifiche dell'audience (neppure questo ci hanno risparmiato). Il diritto dovere dell'informazione è diventato la brutta copia di un reality nel quale scorrazzano le nostre prime ballerine istituzionali. Dio ci scampi da qualcosa di più grave di questo
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