Il mucchietto di ossa nella foto apparteneva a un bambino molto piccolo, forse nato morto o comunque vissuto molto poco dopo essere venuto al mondo. Mani pietose lo hanno deposto in una piccola tomba scavata all'interno delle macerie che riempivano la stanza di una domus romana, addossata ad una delle pareti. Nei dintorni c'erano anche altre sepolture, avvenute in un periodo nel quale probabilmente era molto più sicuro seppellirsi i morti sotto casa piuttosto che uscire dalle mura di una città per farlo in un cimitero. Ritrovare resti umani è sempre un'esperienza molto interessante, almeno per me, mi induce un sacco di pensieri su quello che potevano essere state le persone che riportiamo in luce quand'erano in vita. Quello nella foto non ha potuto essere nessuno se non parte di una statistica sulla speranza di vita nel medioevo, ma certo una storia dietro la sua presenza in quel posto lì ce l'ha anche lui e noi possiamo solo immaginarla. E' sorprendente come spesso, dovunque si scavi, capiti di trovare tombe, anche in posti impensati; normalmente si dice che camminiamo sopra la nostra storia, nascosta nel sottosuolo delle nostre città. Ma non è tutto, camminiamo anche sopra a quelli che la storia e le nostre città le hanno fatte e vissute prima di noi. I loro resti sepolti nella terra sono le fondamenta della nostra stessa esistenza, non dovremmo mai dimenticare il debito che abbiamo con quelle ossa.
giovedì 16 aprile 2009
I see dead people II
Il mucchietto di ossa nella foto apparteneva a un bambino molto piccolo, forse nato morto o comunque vissuto molto poco dopo essere venuto al mondo. Mani pietose lo hanno deposto in una piccola tomba scavata all'interno delle macerie che riempivano la stanza di una domus romana, addossata ad una delle pareti. Nei dintorni c'erano anche altre sepolture, avvenute in un periodo nel quale probabilmente era molto più sicuro seppellirsi i morti sotto casa piuttosto che uscire dalle mura di una città per farlo in un cimitero. Ritrovare resti umani è sempre un'esperienza molto interessante, almeno per me, mi induce un sacco di pensieri su quello che potevano essere state le persone che riportiamo in luce quand'erano in vita. Quello nella foto non ha potuto essere nessuno se non parte di una statistica sulla speranza di vita nel medioevo, ma certo una storia dietro la sua presenza in quel posto lì ce l'ha anche lui e noi possiamo solo immaginarla. E' sorprendente come spesso, dovunque si scavi, capiti di trovare tombe, anche in posti impensati; normalmente si dice che camminiamo sopra la nostra storia, nascosta nel sottosuolo delle nostre città. Ma non è tutto, camminiamo anche sopra a quelli che la storia e le nostre città le hanno fatte e vissute prima di noi. I loro resti sepolti nella terra sono le fondamenta della nostra stessa esistenza, non dovremmo mai dimenticare il debito che abbiamo con quelle ossa.
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