lunedì 14 maggio 2012

La fine del libro?


Quando ieri sera ho sentito dire da uno scrittore al salone del libro di Torino che il libro tradizionale non scomparirà perchè è il regalo che preferisce fare, ho capito che  ormai ci sono poche speranze.
Quando Amazon un paio di anni fa lanciò sul mercato la prima versione di Kindle trovai la cosa aberrante e spaventosa, al limite del sacrilegio, ma adesso sono pronto ad abiurare, più o meno. Non ho un lettore digitale, non ne ho una stretta necessità e continuo ad amare i buoni vecchi libri di carta e le librerie, ma non lo considero più un oggetto diabolico, credo e spero anche che probabilmente il libro non scomparirà mai del tutto, ma senz'altro in pochi anni le cose cambieranno molto, così come è stato per la fotografia. Uno dei più grossi temi nell'introduzione delle nuove tecnologie digitali è quello del profondo cambiamento delle abitudini sociali: dire oggi che il libro non scomparirà perchè è un oggetto bello da regalare è profondamente ed ingenuamente patetico, fino a pochi anni addietro la gente guardava le foto delle vacanze o delle prime comunioni e matrimoni su album o su pareti bianche, adesso tutto questo non esiste più. Oltre tutto il libro è pure un bene di mercato in grossa difficoltà, specie in questo paese, e se è vero che la tecnologia digitale ha avvicinato alla fotografia milioni di persone magari c'è pure da sperare che il libro digitale faccia la stessa cosa con la letteratura. Gli e-reader possono benissimo essere degli oggetti alternativi al libro, non necessariamente sostitutivi. La cosa certa è che non siamo in grado di prevedere con certezza le modifiche nelle nostre future abitudini, così come vent'anni fa pochi sarebbero stati in grado di immaginare esattamente la nostra vita iperconnessa di oggi e presto dovremo anche cominciare a fare i conti con la necessità di risparmiare la carta per preservare il più a lungo possibile il mondo vegetale perchè francamente degli editori pubblicare su carta reciclata non ne ho mai visti molti

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