Il bel post del mio amico trivigante mi da il là per commentare brevemente una piccola questione che mi gira dai tempi della scuola, quando a me e ad altri spesso capitava di essere ripreso dagli insegnanti perchè scrivevamo o sottolineavamo eccessivamente sui libri di testo. Non so se le cose siano cambiate nelle scuole, ma noto che molte persone ritengono che i libri siano oggetti da trattare in modo quasi asettico, leggere e basta, e sbagliano. O non del tutto, insomma, i libri sono oggetti preziosi e importanti e vanno conservati con cura, ma vanno anche vissuti, specie quelli di studio ma pure gli altri. Nel 2006 a Padova si è scoperto che un crocifisso ligneo esposto e visibile a tutti nella chiesa di Santa Maria dei Servi fin dal '400 e mai attribuito era un'opera di Donatello. La scoperta è stata fatta grazie a uno studioso che esaminando una copia delle “Vite” del Vasari del 1550 in una biblioteca americana si era accorto di annotazioni manoscritte e anonime a margine delle biografie degli artisti; nel passo che descrive le opere di Donatello a Padova una nota a mano a margine dice: “Ha ancor fato il crucifixo quale hora è in chiesa di Servi di Padoa”. Magari l'anonimo notista era stato personalmente a Padova oppure aveva saputo la cosa ascoltando qualcuno, certo è che se non si fosse preso la briga di segnarsi l'appunto oggi un'opera d'arte non sarebbe giustamente attribuita al suo creatore. Scrivere note sui libri ha una sua importanza se il libro sopravviverà nel tempo perchè rappresenta una piccola finestra aperta sul mondo di chi le scrive, quello che scriviamo oggi sui nostri libri potrebbe essere domani una piacevole sorpresa, foss'anche solo per figli o nipoti.
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