Un anno prima della strage di piazza Fontana qualcuno aveva già cominciato a raccogliere elementi che avrebbero potuto portare ai responsabili e impedire la strage: quel qualcuno era il commissario Pasquale Iuliano, capo della squadra mobile di Padova, le sue indagini lo avevano portato a scoprire la pericolosità della cellula veneta di Ordine Nuovo ma, come nella migliore tradizione italiana, vennero interrotte prima di arrivare a dei risultati. Qualcuno molto in alto ne interruppe il lavoro e contemporaneamente vennero costruite contro di lui prove che lo coinvolgevano in storie di abusi e complotti. La sua inchiesta fu interrotta, lui fu indagato ed infine trasferito in altro luogo ad altro incarico. Anni dopo il commissario fu pienamente assolto dalle accuse, ma il risultato era già stato ottenuto: le persone su cui indagava erano state coperte e la bomba era scoppiata. Iuliano lasciò la polizia e dedicò il resto della vita ad aiutare la ricerca della verità, morì purtroppo prima di poter ascoltare le sentenze dei tribunali che gli davano ragione.
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