
domenica 29 novembre 2009
sabato 28 novembre 2009
Se tu pensi di fare di me un idolo lo brucerò

Il cuore della notizia

martedì 24 novembre 2009
Ricordati che devi morire
Nulla è eterno ed ogni cosa prima o poi cambia ed infine arriva a conclusione, e non si parla solo di cose e persone,
lunedì 23 novembre 2009
L'onda che uccide colpisce ancora

In questi giorni Milano celebra il centesimo anniversario della nascita di C.T. al secolo Carlo Torrighelli; All' inizio degli anni Ottanta girava dalle parti del parco Sempione, dell' Arena e del Castello con un carretto e i suoi tre cani, La Bella, L' Amore, L' Umanità. i suoi messaggi scritti sull' asfalto insistevano su un concetto: «La chiesa uccide con l' onda». A Milano molti ancora se lo ricordano e chissà, forse nella sua anarchica follia aveva anticipato le polemiche di qualche anno dopo sulle antenne che trasmettevano le frequenze di radio vaticana in lazio. Qui un video con una sua intervista del 1973. Bello che Milano ricordi questo suo personaggio.
Se ne sono andati

"E' una storia di confusione, tradimento e spudorata ipocrisia come nessun’altra nella storia dell’alpinismo", così scrisse Rob Buchanan sulla rivista Climbing raccontando dell'impresa che portò Achille Compagnoni e Lino Lacedelli in vetta al K2 il 31 luglio del 1954. Avevo gia accennato alla vicenda qui. Si potrebbe dire che si tratta del classico esempio di furberia all'italiana ed è un peccato perchè macchia una delle più grandi conquiste dell'alpinismo. In questa recensione c'è in sintesi la storia raccontata in un bel libro di Bonatti qualche anno fa. Compagnoni se ne andò portandosi con se nella tomba il segreto e la macchia di quella vicenda; Lacedelli invece, più onestamente, fece i conti con il passato e forse con il senso di colpa raccontando come andarono le cose.
giovedì 19 novembre 2009
Tu scendi dalle stelle

C'è profumo di Natale nell'aria,come da lieta consuetudine degli ultimi anni si comincia a preparare il santo evento ogni anno sempre un po' prima: addobbi per le strade, vetrine dei negozi, outlets visibili dalle autostrade a chilometri di distanza, luci e colori; ogni cosa ci annuncia la nascita del bambin Gesù e tutti siamo permeati da questo clima di disinteressata bontà, pace e serenità. I nostri illuminati governanti naturalmente non intendono lasciarsi sfuggire quest'occasione di ben apparire ed hanno inaugurato come si conviene la stagione: l'onorevole Santanchè si è sentita in dovere di dare una dimostrazione di tolleranza e dialogo interreligioso urlando del pedofilo a Maometto. L'ultra' cattolico Giovanardi non ha voluto essere da meno mostrando il suo profilo più caritatevole e benevolo in occasione delle dichiarazioni su Stefano Cucchi. Il governo tutto ha voluto dare un segno di buona volontà facendo in modo di lasciare che l'immigrazione clandestina sia considerata nei processi alla stregua dei reati più gravi tipo mafia o terrorismo per intenderci. E che dire delle nostre amministrazioni locali, riflesso sul territorio della nota accoglienza e tolleranza italica: a Coccaglio in provincia di Brescia saranno gli stessi vigili a portare come cadeaux per gli stranieri con il permesso di soggiorno in disordine un bel calcio nelle terga, il tutto sullo sfondo delle note di “bianco Natale”. Non c'è che dire, sarà proprio un bel Natale, l'importante, si sa, è che il Cristo se ne possa restare per bene inchiodato sui muri delle scuole frequentate dai nostri devoti giovani, muri dai quali mi stupisco non sia già sceso da solo.
mercoledì 18 novembre 2009
Hanno la faccia come il culo

lunedì 16 novembre 2009
Il presidente anarchico

Molti vocabolari danno curiosamente almeno due definizioni del termine "anrchismo", è una cosa interessante che discende direttamente dal significato di ciò che l'anarchia effettivamente è come idea politica e da come viene invece interpretata e percepita nel contesto sociale. Le definizioni che seguono sono prese dal dizionario filosofico della HarperCollins, la prima:
" L'anarchismo è una ideologia sociale che non accetta il ruolo dominante del governo e sostiene che gli individui dovrebbero organizzarsi da soli per soddisfare le loro necessità ed i loro ideali. In questo senso l'anarchia non va identificata col nichilismo ma può avere somiglianze con il libertarianismo politico..." E l'altra: " L'anarchismo è la credenza che nega qualsiasi rispetto per la legge e l'ordine e si impegna attivamente nella promozione del caos al fine della distruzione della società. Difende l'uso del terrorismo individuale come mezzo per far avanzare la causa della disorganizzazione sociale e politica."
Ora, io mi sono sempre abbastanza riconosciuto nella prima definizione (che naturalmente è molto più articolata di così) con qualche occasionale simpatia per la seconda; rileggendo però oggi queste definizioni e affiancando qua e là ulteriori termini come per esempio "istituzionale" fra terrorismo e individuale, ho proprio l'impressione di riconoscere l'azione recente di un certo governante occidentale.
venerdì 13 novembre 2009
E questi vanno coi trans

Io questa cosa non la sapevo, magari è cosa nota, ma uno dei più noti oggetti in commercio per signore sole, iscritto alla categoria “giocattoli sessuali”, in realtà nasce come strumento terapeutico: per curare l'isteria. Che l'isteria sia nata come patologia tipicamente femminile lo dice l'origine del nome che deriva direttamente da utero; nell'antichità medici e guaritori pensavano dipendesse da un forte trattenimento dell'energia sessuale (qualcuno lo pensa anche adesso), le categorie più a rischio erano suore, vedove e zitelle. Testi medici a partire dal I sec. d.C. prescrivevano l'orgasmo clitorideo come cura per l'isteria. In origine i medici curavano le donne che si rivolgevano loro con le proprie mani fino a provocare loro un “parossismo”, quello che noi oggi volgarmente chiameremmo orgasmo; la stimolazione manuale richiedeva però tempo e pare che i medici la trovassero noiosa. Si andò avanti così fino al 1880 quando Joseph Mortimer Granville brevettò un vibratore elettromeccanico che serviva per alleviare i dolori muscolari. Fu un attimo, i medici si resero conto delle potenziali applicazioni per la cura dell'isteria e se ne servirono per riempirsi le tasche di soldi, con grande soddisfazione anche delle pazienti, questo va detto. All'inizio del XX sec. Cataloghi per corrispondenza pubblicizzavano modelli per donne emancipate che volevano provare a curarsi da sole; in breve il vibratore diventò il quinto apparecchio elettrico ad entrare nelle case insieme a macchina da cucire, ventilatore, bollitore e tostapane. Negli anni venti però Freud riconobbe il carattere eminentemente sessuale dell'orgasmo e nel 1952 l'isteria fu cancellata dall'elenco delle patologie riconosciute. L'applicazione medica del vibratore aveva perso la sua giustificazione, l'oggetto passò di moda fino a quando, con la rivoluzione dei costumi, le donne non avrebbero avuto più bisogno della scusa medica per comprarlo.
giovedì 12 novembre 2009
mercoledì 11 novembre 2009
Il presidente imputato

Forse mi sbaglio, forse rcordo male io, magari non sono stato attento, ma mi pare avesse detto che sarebbe andato in tribunale e li avrebbe sbugiardati tutti, che lui non ha niente da temere ed è perfettamente a posto e un sacco di cose così. Secondo me l'aveva detto. E poi cosa è successo? Cosa mi sono perso?
martedì 10 novembre 2009
Se questo è un uomo

E' il mercato bellezza

Da Repubblica di ieri, piccolo estratto di un articolo interessante firmato da Roberto Mania: “...A quella generazione appartiene anche A. (sul giornale il nome c'è, ma io ometto) archeologa, tarantina di nascita, romana d'adozione. Racconta che da piccola provava quasi invidia per chi possedeva la tessera di Metro, il grande supermercato all'ingrosso per i professionisti, gli imprenditori, le partite Iva, appunto. Quei capannoni blu con scritte in giallo a lettere maiuscole erano - per lei- il simbolo delle libertà d'impresa, del dinamismo aziendale, dell'individualismo contro il pigro tran tran dell'impiego fisso. Entrare o meno al Metro faceva la differenza. Era uno spartiacque quasi di classe sociale, certo di modelli culturali. “Ora -dice- ho la partita Iva, ma non sono mai entrata al Metro”. Ecco lei aveva un contratto di collaborazione finchè lavorava in Puglia, poi a Roma ha scoperto che senza partita Iva non si fa nulla nel suo settore. Si deve essere “imprenditori di se stessi”, come si diceva agli albori della flessibilità. Racconta: “La frase tipica è questa: ovviamente bisogna che lei apra una partita Iva...”. E si comincia, non più dipendenti o para-dipendenti, bensì fornitori, sulla carta. Perchè nei fatti non cambia nulla: stesso stipendio (ma senza contributi), stesso orario, stesso vincolo di subordinazione...”.
E un pensierino gentile vola alle recenti dichiarazioni del ministro Tremonti sul posto fisso.
lunedì 9 novembre 2009
venerdì 6 novembre 2009
L'uomo che fece la domanda

Nel 1989 la Germania Est stava seguendo la strada avviata qualche anno prima da Gorbaciov in Unione Sovietica, Egon Krenz aveva sostituito da poco Eric Honecker e aveva avviato una parziale democratizzazione del sistema. Nell'ambito di una maggiore trasparenza si erano cominciate a trasmettere in diretta televisiva le conferenze stampa del partito a cui partecipavano i giornalisti stranieri. La sera del 9 novembre il portavoce all'incontro era Guenter Schabowski, responsabile del partito a Berlino; già da giorni si era avviata una spinta popolare che aveva messo in difficoltà il governo, indeciso sulle aperture da fare. Nella conferenza stampa di quella sera dovevano essere annunciate novità su un nuovo decreto che avrebbe favorito i passaggi attraverso il muro, ma Schabowski non era granchè come comunicatore e il suo discorso risultò piuttosto confuso e incerto, così quando al momento delle domande il giornalista italiano dell'Ansa Riccardo Hermann gli domandò da quando sarebbero stati rilasciati i nuovi permessi il funzionario diede una risposta sibillina nella quale si lasciò sfuggire una frase sbiascicata che innescò la reazione dei milioni di cittadini che stavano assistendo alla trasmissione: “Von jetzt ab”, “da ora”. Fu questione di pochi momenti, i giornalisti corsero a telefonare alle loro redazioni, milioni di persone scesero in piazza, il movimento divenne inarrestabile, una piccola domanda aveva cambiato (forse accellerato soltanto) il corso della storia, durante quella stessa sera un fiume di persone si riversò a ovest attraverso i varchi del muro e la Germania tornò a essere una.
Vien da pensare che nel dubbio è proprio sempre meglio chiedere.
martedì 3 novembre 2009
e che c'azzecca?

Il Molise è stato per secoli terra di passaggio, rifugio e nascondiglio per un sacco di popolazioni: Sanniti, longobardi, forse anche Cartaginesi in fuga alla fine delle guerre puniche; e per ultimi croati e albanesi che qui emigrarono per ripopolare terre svuotate dalla peste e vivere di pastorizia. Dicono che la distinzione di popolazioni sia data dal tipo di animali allevati, se sono vacche l'origine è longobarda, se ovini è balcanica. A Montenero di Bisaccia hanno la meglio gli ovini infatti vi arrivarono i Morlacchi, originari delle montagne croate, popolazione tosta che diede all'impero austroungarico soldati di prima linea da impiegare contro i turchi. Si dice che nuca piatta, occhi un po' folli e un carattere alquanto lunatico siano caratteristiche tipiche dei Morlacchi. Non saprei, però ora riguardate un tantino più attentamente il signore nella foto..
domenica 1 novembre 2009
Se ne sono andati
Hai pisciato fuori dal vaso!

Il potere del cinema è immenso, in “Bastardi senza gloria”, l'ultimo bellissimo film di Tarantino, il cinema è talmente potente che da solo pone fine alla seconda guerra mondiale: sia nella finzione della sceneggiatura che materialmente; e seduti in sala, davanti allo schermo, non si può fare a meno di pensare che sarebbe stato proprio bello se fosse andata come la racconta Tarantino. La realtà naturalmente è stata tragicamente differente, lo sappiamo tutti (quasi tutti). Uno studio recente getta nuova luce sull'inizio del conflitto; pare che Hitler in realtà invadendo la Polonia commise un grave errore di valutazione nella convinzione che Inghilterra e Francia non si sarebbero interessate alle sorti di un paese dell'Europa orientale, invece lo fecero. Quando l'ambasciatore inglese comunicò a Hitler l'ultimatum del suo governo Hitler si girò rabbioso verso il suo ministro degli esteri e gli chiese: “E adesso?” .